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L'Industria dell'auto tra passato e futuro: strategia di innovazione e cooperazione

L’Industria dell’auto in Europa

Analizzando l’attuale struttura dell’industria automobilistica europea, possiamo comprendere una serie di fenomeni legati all’industria dell’auto. Negli anni Novanta il completamento della gamma di prodotti ha assunto un ruolo fondamentale nell’ambito dell’industria automobilistica non solo a livello europeo ma anche a livello mondiale, in particolare, il raggiungimento di una gamma di prodotti completa avviene attraverso una più marcata differenziazione di prodotto.
Differenziare l’offerta è molto costoso, una chiave per abbattere i costi di produzione è l’integrazione produttiva nell’ambito dei grandi gruppi automobilistici, che permette a un gruppo di offrire una gamma di prodotti completa, anche eterogenea, senza sostenere costi eccessivi di produzione.
Per ridurre i costi di produzione, i costruttori hanno implementato la strategia di integrazione produttiva degli anni Ottanta, che adesso viene applicata oltre i marchi di uno stesso Gruppo e coinvolge anche altri costruttori indipendenti.
In altre parole, i costruttori tendono a creare delle alleanze industriali o joint venture con partner industriali, con cui condividono i costi di ricerca e sviluppo, di ingegnerizzazione, di acquisto dei componenti, con l’obiettivo di condividere il 65% dei costi e sostenere autonomamente il 35%, di conseguenza le piattaforme produttive da interne diventano esterne e vengono condivise anche da più di un partner.
Una joint venture industriale si basa sulla creazione di una terza società cui partecipano in maniera egalitaria i diversi costruttori interessati alla realizzazione di uno o più modelli, questa società si occupa dello sviluppo delle diverse componenti e degli acquisti.
La produzione della vettura, nella maggior parte dei casi, avviene in uno stabilimento comune, a volte costruito ad hoc per il nuovo modello.
I modelli che derivano da una joint venture possono avere in comune solo la componentistica generale e differenziarsi per il differente design della carrozzeria o solo per il marchio.
Un esempio di alleanza industriale di questo tipo è l’alleanza PSA – Toyota, in questo caso i due costruttori hanno stipulato una joint venture per sviluppare e produrre in comune una piccola utilitaria, per i marchi Peugeot, Citroën e Toyota.
Le tre vetture sono prodotte in uno stabilimento gestito da Toyota nella Repubblica Ceca, i tre modelli si differenziano solamente per il design, mentre condividono il 90% delle componenti.
L’integrazione produttiva è un processo che si basa sulla creazione di piattaforme comuni, su le quali nascono modelli che condividono gran parte della componentistica, differenziandosi in alcuni casi solo per la carrozzeria.
Il completamento della gamma è stato raggiunto da molti costruttori generalisti mediante l’acquisizione di costruttori specializzati, una strategia ritenuta più economica rispetto al ingresso con propri prodotti negli stessi segmento di mercato delle case acquisite.
L’acquisizione di piccoli costruttori specializzati rientra in una strategia volta allo sfruttamento del bagaglio storico, di tradizioni, competenze e di tecnologia di questi costruttori.
Nella maggior parte dei casi, i grandi costruttori dopo aver acquistato un piccolo costruttore, operano una serie di interventi volti a rivitalizzare il marchio, trasferiscono tecnologia, favoriscono una maggiore integrazione produttiva con le produzioni della casa madre e aumentano le risorse per le attività di marketing. [...]

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L'Industria dell'auto tra passato e futuro: strategia di innovazione e cooperazione

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Informazioni tesi

  Autore: Peter Viribile
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Cassino
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e Commercio
  Relatore: Bianca Maria Poti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 465

FAQ

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