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Europeismo e federalismo dal secondo dopoguerra al Trattato di Roma (1945-1957)

Le prime proposte: la Paneuropa e il Piano Briand

La grande guerra del 1914 fu dunque facilmente riconducibile ai numerosi motivi di conflitto esistenti fra gli Stati europei, alla logica di potenza70 insita negli atteggiamenti degli Stati nazionali allora presenti. Ciascuno dei motivi alla base del conflitto riconduceva alla logica di forza e dominio degli Stati-nazione europei, che li spingeva a' dare prova della loro potenza a se stessi e agli altri. Nel 1914 iniziò la «lunga guerra civile europea» che durò fino al 1945, a partire dalla guerra del 1914-1918, passando per una serie di rivoluzioni, dittature, tirannie e controrivoluzioni, scandite peraltro da una serie di crisi economicosociali e culminate nel secondo conflitto armato mondiale del 1939-1945.

L'Europa, fino a quel momento centro della potenza militare, economica e politica del mondo, veniva progressivamente a perdere il primato nello scenario principale di questi avvenimenti con una serie di conseguenze immense non solo per gli Europei, ma per l’intera umanità. La prima guerra mondiale pur dimostrando a una minoranza “attiva” europea – gli interventisti - l'assurdità del sistema delle sovranità nazionali improntate all’aggressività ed alle noncoordinazione, all’assenza di rapporti diplomatici, non scalfì questi atteggiamenti sedimentati ormai tanto nelle masse quanto nelle classi dirigenti europee. Gli Stati-nazione avevano organizzato tutte le riserve umane e materiali della nazione, integrandole in un fortissimo apparato amministrativo-burocratico, in modo da ottenere la massima abnegazione da parte dei suoi cittadini, la guerra piuttosto, aveva esaltato il senso del valore supremo della guerra come mezzo di risoluzione di controversie.

Alla guerra seguì la tendenza – peraltro rinvenibile nel cinquantennio precedente - al disfacimento dei tre Imperi principali, gli imperi austriaco, turco e russo; tale tendenza venne interpretata come una controprova della superiorità politica degli Stati-nazione, i quali tutti, vincitori e vinti, trassero convinzione sull’ideologia bellica e nazionalista, basata sul particolarismo delle politiche di sicurezza in primis. L'Europa continuò insomma sulla via del nazionalismo aggressivo. Nuovi Stati-nazione, sorti in seguito al disfacimento degli imperi multinazionali, svilupparono un culto dei milioni di morti, sublimato nel fenomeno politico-culturale del reducismo e dei suoi significati in taluni casi “prepolitici”.

In questa fase si assistette a una serie di proposte e istituzioni di natura pacifista, quali la Società delle Nazioni - che pure fu un tentativo effimero e per molti versi inconcludente –, il primo movimento per la federazione europea con a capo il Conte Richard Coudenhove-Kalergi (autore di “Paneuropa”), il movimento federalista britannico di Lord Lothian (che tuttavia critica il pacifismo assoluto), e soprattutto il progetto di creazione degli Stati Uniti d’Europa proposto da Aristide Briand e Gustav Stresemann. La Paneuropa di Coudenhove-Kalergi, può essere definito il primo vero e proprio movimento politico di stampo europeista, che rovesciava il paradigma allora dominante, promuovendo il disegno di «una geopolitica orientata alla coesistenza piuttosto che all’egemonia». Richard Coudenhove-Kalergi si poneva nell’ottica di un europeismo antisovietico, intravedendo quali minacce potesse rappresentare per l’Europa la presenza e la crescente potenza sia degli Stati Uniti, ma in particolare dell’Unione sovietica, così distante ideologicamente dal liberalismo europeo.

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Europeismo e federalismo dal secondo dopoguerra al Trattato di Roma (1945-1957)

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Informazioni tesi

  Autore: Antonio Spanu
  Tipo: Tesi di Master
Master in Máster en Estudios Europeos y Derechos Humanos
Anno: 2012
Docente/Relatore: Ferreira Antonio Bartolomeu Jácomo
Istituito da: Universidad Pontificia de Salamanca - Instituto de Estudios Europeos y Derechos Humanos
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 125

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