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Neurofisiologia della Performance - Dai Neuroni Specchio all'Anti-Relativismo di Peter Brook

Leggere le azioni, prevedere le Intenzioni

Tutti questi gradini evolutivi che ci permettono di distanziare il cervello e il S.N.S. dell’uomo da quello della scimmia non devono in ogni caso allontanarci dal ruolo primario a cui questo sistema di rispecchiamento è legato: ovvero non solo l’imitazione ma la comprensione, attraverso quest’ultima, del significato delle azioni altrui.

Come nella scimmia così anche nell’uomo, l’osservazione degli atti motori compiuti da altri individui determina nell’osservatore un immediato coinvolgimento delle aree motorie deputate all’esecuzione di quegli stessi atti. Questo coinvolgimento consente alla persona di decifrare il significato degli atti motori osservati attraverso una comprensione in termini di azioni all’interno del proprio cervello e quindi del proprio stesso corpo. Si tratta di un tipo di comprensione basata su un vocabolario di atti e su quella stessa coscienza motoria dalla quale dipendono le nostre capacità di agire.

È attraverso una immedesimazione, un’identificazione, attraverso la condivisione di un medesimo patrimonio motorio che riusciamo a comprendere non solo il tipo di atto osservato ma anche l’intenzione, l’input che lo ha generato. L’osservatore, nel momento in cui assiste all’esecuzione di un movimento da parte di altra persona, anticipa e prevede le possibilità motorie successive, i possibili atti a cui quell’azione è collegata.

Esemplare risulta in questo caso un esperimento condotto da Marco Iacoboni nel 2005: durante l’esperimento venivano mostrati a dei volontari tre tipi di video dove nel primo (contesto) si vedevano alcuni oggetti disposti come se qualcuno stesse per consumare un tè o avesse appena finto di berlo, nel secondo video veniva mostrata una mano che afferrava la stessa tazza di tè con una presa di forza e poi con una di precisione (azione), nel terzo, infine, si andavano a sovrapporre i primi video ai secondi: in questo altro video si poteva rivedere la mano che afferrava la tazza in due differenti modi nei due contesti originariamente mostrati. Gli ultimi video suggerivano in sostanza due diversi tipi d’intenzione legati ai due possibili esempi di contesto e intenzione precedenti. Durante la registrazione delle attività neuronali particolarmente rilevante fu il confronto tra la condizione intenzione e le altre due condizioni: l’attività della corteccia motoria risultava essere maggiore e localizzata al centro del sistema specchio frontale nella situazione di azione + intenzione (piuttosto che contesto + intenzione).

L’attività dei Neuroni Specchio era maggiore quando l’osservatore leggeva un’azione legata all’intenzione di bere, o di mettere a posto un oggetto, piuttosto che nel caso in cui poteva leggere solo il contesto dell’azione.

La comprensione delle intenzioni non ha quindi nulla di teorico e non appartiene a nulla di metafisico ma poggia piuttosto su una involontaria selezione delle strategie d’azione che in base al nostro Patrimonio Motorio risultano di volta in volta più compatibili con lo scenario osservato. Comprendiamo ciò che osserviamo perché è legato ad un nostro personale livello esperienziale. L’atto dell’osservatore, potenziale e racchiuso nel cervello, è determinato dal S.N.S. nei modi in cui questi trasformano l’informazione sensoriale – l’osservazione del movimento – in termini motori e rendono quindi possibile all’osservatore di riconoscere quel movimento e di viverlo anche attraverso il proprio corpo. L’atto motorio si trasforma in sostanza in un movimento condiviso nel momento in cui viene parallelamente compiuto ed osservato, vissuto e quindi immediatamente riconosciuto poiché esperito. In questo senso i neuroni specchio risultano essere un tassello fondamentale per la comunicazione inter-individuale, e in questo senso essi rientrano perfettamente nello studio della performance.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Neurofisiologia della Performance - Dai Neuroni Specchio all'Anti-Relativismo di Peter Brook

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Informazioni tesi

  Autore: Davide Pachera
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Università IUAV di Venezia
  Facoltà: Design e Arti
  Corso: Scienze e Tecniche del Teatro
  Relatore: Rosaria Ruffini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 64

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Parole chiave

performance
imitazione
relativismo culturale
neuroni specchio
peter brook
ricerca teatrale
simulazione incarnata
anti-relativismo
repertorio comportamentale

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