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La medicalizzazione della gravidanza e del parto

Le gravidanze sono sempre più medicalizzate

Disponendo delle informazioni concernenti la sorveglianza della gravidanza, è stato possibile costruire un indicatore di intensità per ogni tipo di cura considerata. Queste sono state classificate in scarse, normali e eccessive. A partire dal numero esatto delle visite e delle ecografie effettuate che l'Istat ha riportato nell'indagine, si è fatto riferimento ai quartili di tali distribuzioni per realizzare la classificazione poiché è stata osservata una discrepanza tra pratica e protocollo del Ministero della Salute. Sono stati calcolati i quartili separatamente per le gravidanze terminate prima dei nove mesi, per le quali è risultata adeguata la stessa classificazione, in modo che si tenesse conto della ridotta durata. Per le analisi del sangue, invece, l'informazione a disposizione limitava ad una formazione delle classi tale che si sottovaluta la scarsità di cure sia rispetto al protocollo che alla pratica e sovrastima l'eccesso di cure. Infine, facendo sempre riferimento alle sole amniocentesi e villocentesi, l'informazione fornita dall'indagine è stata combinata con le indicazioni del protocollo del Ministero della Salute relative all'età della donna, definendo così la categoria normale la diagnosi prenatale invasiva effettuata dopo i 34 anni e non effettuata prima dei 35, scarsa se non effettuata dopo i 34 anni, eccessiva se effettuata prima dei 35 anni.

È possibile osservare che complessivamente le donne italiane godono di un buon livello di assistenza durante la gravidanza. Relativamente a quelle che hanno partorito nei cinque anni precedenti l'intervista, come è stato anticipato precedentemente, il ben 74% circa di esse hanno effettuato più di quattro analisi del sangue. Rispetto al 1999-2000 si è tuttavia registrato un aumento della medicalizzazione in gravidanza: la percentuale di donne che hanno fatto 8 o più visite passa dal 23% al 39%,16 punti percentuali in più, e quella che ha effettuato 7 o più ecografie passa dal 23.7% al 26.7%. I valori percentuali attinenti alle donne italiane che ricorrono alle diagnosi prenatali suscitano qualche perplessità. Da un lato vi è un giustificato decremento di donne che si sottopongono a tecniche invasive prima del limite d'età stabilito, dall'altro, invece, è stato riscontrato un aumento dal 7,6% al 27% circa di donne che non le eseguono dopo i 35 anni.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La medicalizzazione della gravidanza e del parto

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Informazioni tesi

  Autore: Maria Giovanna Esposito
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi del Sannio
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze Statistiche e Attuariali
  Relatore: Paola Mancini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 58

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Parole chiave

privatizzazione
gravidanza
medicalizzazione
corso pre-parto
parto cesareo
cure prenatali

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