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Il Santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa. Dal progetto al cantiere 1955-1994

Il bando di concorso e la ricerca di una nuova architettura per gli edifici religiosi

Il bando di concorso internazionale per la progettazione del Santuario fu composto da dodici articoli, da note generali sull’edificio e da successivi chiarimenti illustrativi che furono pubblicati dal Comitato dell’Opera della Madonna delle Lacrime poiché: “ (…) sono pervenute al Comitato numerose richieste di informazioni sul complesso da progettare e di delucidazioni ai vari articoli contenuti nel bando sopra riportato. Nell’intento di offrire ai progettisti la necessaria collaborazione per la migliore riuscita dell’opera, il Comitato dell’Opera, anziché dar risposta direttamente alle singole numerose richieste rivoltegli, ha ritenuto opportuno compilare le seguenti note che rivestono carattere esclusivamente di chiarimento, ed hanno soltanto lo scopo di eliminare i dubbi e le incertezze derivanti da un bando di concorso che ha la necessità di essere sintetico, pur lasciando la più ampia libertà circa il contenuto dei loro progetti”.

I partecipanti al concorso, ai quali si richiedeva l’iscrizione agli albi degli architetti o degli ingegneri, godettero di ampia libertà nella progettazione del Santuario e delle circostanti opere annesse; i requisiti essenziali richiesti dal bando non riguardarono infatti la forma o la tipologia, ma unicamente la capienza della basilica, progettata “con le navate capaci di accogliere 20.000 fedeli”, e la necessità che piazza della Vittoria, convenientemente sistemata per formare il sagrato, risultasse antistante il prospetto principale del Santuario mentre per le opere annesse, tra le quali alloggi per i parroci e per i pellegrini, locali per l’assistenza sanitaria, uffici di amministrazioni, fu richiesta la progettazione di massima della sistemazione urbanistica, senza alcuna indicazione vincolante la dimensione o la disposizione delle stesse.

Negli articoli successivi fu specificata la tipologia degli elaborati richiesti e la modalità di rimborso delle spese, destinate ai progetti non vincitori segnalati tuttavia poiché “giudicati di maggiore levatura rispetto agli altri” mentre in nessun articolo del bando sono presenti descrizioni inerenti l’area di costruzione del Santuario e il contesto circostante; soltanto nei chiarimenti illustrativi, documenti pubblicati successivamente al bando, fu scritto: “ (...) nell’allegare la planimetria generale di cui all’art. 6 si porta a conoscenza dei concorrenti che l’area destinata alla costruzione del Santuario e annessi si trova in un quartiere periferico della città, in zona pianeggiante, priva di particolari attrattive panoramiche. Non rivestendo gli edifici attualmente esistenti su piazza della Vittoria alcun valore architettonico, sarà il Santuario a dare la sua impronta al quartiere e alla conseguente sistemazione urbanistica della piazza”. Il bando di concorso fu infine correlato da note generali sul Santuario, nelle quali furono specificati i requisiti essenziali alla funzionalit{ dell’edificio, vale a dire il trono arcivescovile, le cappelle, gli altari minori ed altro ancora, tuttavia anche in questo caso fu concessa ambia libertà di progettazione ai concorrenti.

Dall’analisi del bando di concorso, redatto dal Comitato dell’opera della Madonna delle Lacrime, si evince dunque l’ampia libert{ che fu concessa ai partecipanti nella progettazione dei lavori; in un articolo di Hugo Schnell si legge difatti: “ (…) dalle disposizioni per il concorso non era possibile riconoscere quale forma architettonica il Comitato voleva dare alla chiesa: né riguardo l’aspetto liturgico né quello artistico; si può rilevare con compiacimento che i concorrenti godevano di una grande libertà. In un sol punto si accennò a navate laterali, ma nei commenti che seguirono si spiegò che la parola navate laterali non aveva nessun senso restrittivo per la elaborazione planimetrica, per la quale il progettista era libero di adottare quella soluzione da lui creduta più opportuna per l’estetica e la funzionalità del Santuario (…)”, mentre Rudolf Schwarz scrisse: “ (…) per quanto mi risulta, dai colloqui avuti con i vari artisti, gli architetti non si erano resi conto a sufficienza del progetto auspicato; sovente si è all’oscuro degli ammirevoli sforzi compiuti in Italia nel campo dell’edilizia sacra e all’estero si poteva forse supporre che si richiedeva un’opera legata strettamente alla tradizione e al passato (…) ”.7 Nel bando non fu dunque presente alcuna indicazione riguardante la tipologia dell’edificio religioso da realizzare né tanto meno indicazioni relative l’area nella quale il Santuario sarebbe sorto, caratterizzata da una caotica espansione edilizia ed altresì dalla presenza della limitrofa area archeologica.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il Santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa. Dal progetto al cantiere 1955-1994

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Informazioni tesi

  Autore: Martina Anfuso
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Architettura
  Corso: Architettura
  Relatore: Paola Barbera
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 154

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