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Devolution e modelli attuativi in Inghilterra

L'indipendenza dell’ Inghilterra

L'indipendenza dell'Inghilterra rappresenta il terzo modello attuativo teorico di risoluzione della English question.
Questa proposta, la quale non trova particolare seguito presso i principali partiti britannici e l'opinione pubblica in generale, é sostenuta principalmente dall'Uk Indipendence Party, il quale propone, oltre all'indipendenza dal Regno Unito, anche l'uscita dell'Inghilterra dall'Unione Europea.
È interessante riflettere sulle possibili conseguenze di questa proposta, che potrebbe apparire più improbabile rispetto alle altre due precedentemente analizzate, ma che certamente aprirebbe questioni politiche rilevanti creando una spaccatura netta tra gli interessi dell'Inghilterra e quelli delle altre nations.
In ultima analisi, è difficile immaginare come l'Inghilterra, dato il suo ruolo storico fondamentale nei processi hanno portato alla formazione del Regno Unito, possa dissolvere unilateralmente l'Unione.
Un'alternativa alle proposte sopra enunciate, atte a risolvere la english question da un punto di vista istituzionale, é relativa all'introduzione di (seppur frammentarie) modifiche procedurali alle disposizioni vigenti presso il Parlamento di Westminster in materia di voting procedures.
A questo proposito, alla fine degli anni novanta, sia l'House of Commons Procedure Committee, sia una commissione extraparlamentare patrocinata dal Partito Conservatore e presieduta da Lord Norton redassero dei reports in cui si proponevano modifiche procedurali ai regolamenti di Westminster in materia di votazioni.
I reports delle due commissioni partivano dall'idea comune che lo Speaker dell'House of Commons dovesse certificare ex ante a quale parte del Regno Unito fosse riferito un determinato disegno di legge; nel caso in cui un bill fosse riferibile alla sola Inghilterra o ad Inghilterra e Galles insieme veniva suggerita una nuova procedura.
Secondo il documento redatto dalla commissione presieduta da Lord Norton, i bills, cioè le proposte di legge da approvare presso il Parlamento di Westminster, che fossero riferibili alla sola Inghilterra o ad Inghilterra e Galles insieme dovessero ricevere una seconda lettura da parte di un Grand Commitee composto da tutti i parlamentari dell'area in questione. La fase successiva della Norton proposal si configura innanzitutto come il passaggio dal Grand Commitee, di cui si é accennato poc'anzi, ad una commissione permanente ristretta agli MPs di una determinata area del paese; mentre, per quanto riguarda il voto finale in aula, la Norton proposal ha previsto, tramite l'introduzione di una speciale convention, l'astensione da parte dei parlamentari le cui constituencies non appartengono a quella determinata area geografica.
Questa proposta in definitiva può essere considerata come rientrante nell'alveo della proposta (esaminata in un precedente paragrafo di questo capito) "English votes on English laws", ma da un certo punto di vista rende anche operativo una sorta di "Parlamento Inglese"all'interno di Westminster.
Per quanto riguarda invece l'House of Commons Procedure Committee, attraverso il suo report del 1999 "The Procedural Consequences of Devolution"si espresse proponendo delle modifiche che in qualche modo erano simili alle voting procedures vigenti per la Scozia e il Galles prima della Devolution (1997).
La seconda lettura di un disegno di legge riferito all'Inghilterra, secondo quanto previsto dal report dell'House of Commons Procedure Committee, dovrebbe essere svolto da un all-English second reading commitee, costituito da un numero di parlamentari (tutti provenienti da constituences inglesi) inferiore a quello previsto dalla Norton Commission. Tuttavia lo stesso report prevede che un dissenso da parte di venti MPs dell'House of Commons sia sia sufficiente per bloccare il rinvio di una proposta di legge all'all-English second reading commitee per la seconda lettura, facendo in modo cosi che tutti i parlamentari di Westminster possano votare il provvedimento.
Una simile procedura di objection era prevista anche riguardo al meccanismo per cui, nel periodo antecedente al processo devolutivo scozzese, i bills riferibili alla sola Scozia erano di norma trasmessi allo Scottish Grand Committee a meno che non vi fosse opposizione da parte di un certo numero di MPs e in questo caso si sarebbe seguita la procedura ordinaria. Di norma quindi, le proposte di legge più controverse, anche se riguardanti la sola Scozia, attraverso il meccanismo poc'anzi delineato, venivano esaminate dall'intera Uk House of Commons.
Il report "The Procedural Consequences of Devolution"auspicava inoltre che l'all-English second reading commitee sarebbe stato sostituito nel tempo da un comitato permanente costituito da non più di sedici membri provenienti da constituences inglesi.
Infine, la proposta della House of Commons Procedure Committee per quanto concerne il voto finale su bills(aventi applicazione nella sola Inghilterra), si basa sul fatto che dovrebbero essere esaminati da tutti gli MPs senza distinzioni o restrizioni di sorta.
Le due proposte poc'anzi esaminate sono sintomatiche del dilemma relativo alla creazione di territorial bodies all'interno del Parlamento di Westminster poiché tali commissioni (permanenti) dovendo riflettere il peso di tutti i partiti politici presenti nell'House of Commons perpetuerebbero così la West Lothian Question; inoltre per quanto riguarda l'introduzione di "distinct English arrangements" e l'inevitabile creazione di maggioranze concorrenti all'interno dei territorial bodies sopra citati vi sarebbe il rischio di continui scontri con la Chamber dell'House of Commons.
Una soluzione più equilibrata (rispetto alle precedenti esaminate) potrebbe risiedere nella istituzione di (English-only) bodies con meno poteri rispetto agli organi delineati dai reports poc'anzi esaminati, andando quindi a configurare bodies con poteri simili a quelli dello Scottish o del Welsh Grand Committee, esistenti nell'ambito del Parlamento di Westminster prima dell'inizio del processo devolutivo (1997). [...]

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Devolution e modelli attuativi in Inghilterra

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Informazioni tesi

  Autore: Luca Piccinini
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Trento
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Damiano Florenzano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 99

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Parole chiave

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public bodies act 2011

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