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La pubblicazione delle intercettazioni telefoniche disposte nel processo penale. Interessi contrastanti e profili problematici

La nozione attuale di riservatezza

Come abbiamo finora visto, la dottrina italiana è stata impegnata, fin dai momenti iniziali del suo studio sul tema, nella ricerca del fondamento positivo del diritto alla riservatezza e soprattutto del suo contenuto, visto, sulla scorta delle prime elaborazioni americane del right to be let alone e di quelle europee, come il desiderio di estraniarsi, il desiderio di solitudine, di non subire ingerenze nella propria sfera privata, quasi un’esigenza biologica di isolamento morale e psicologico.

Si trattava di concezioni corrette, ma quasi basilari, della privacy, soprattutto se si volge lo sguardo ancora una volta all’esperienza americana, dove già agli inizi degli anni ’70 il concetto di privacy era in evoluzione. La dottrina americana aveva infatti sviluppato un concetto di privacy diviso in quattro sottocategorie, di cui la solitudine e il bisogno di isolamento ne rappresentavano solo una, quella minimale; le altre sottocategorie riguardavano l’intimità, che trae origine dal momento dell’inserimento dell’uomo nella collettività, l’anonimato, che riguardava il diritto a non essere identificato in determinate situazioni e la riservatezza in senso stretto che implicava la protezione contro le intrusioni indesiderate.

Si metteva così in luce lo stretto rapporto esistente tra il contenuto del diritto alla riservatezza e la struttura sociale all’interno del quale esistevano i soggetti titolari di questo diritto. In Italia questa connessione è stata evidenziata per la prima volta da Stefano Rodotà, il quale cominciò a guardare alla riservatezza come ad un diritto che andava ripensato nel suo contenuto, in quanto occorreva riferirlo al contesto sociale. L’urbanizzazione e la rivoluzione industriale, nonché i nuovi mezzi di comunicazione e di stampa, avevano messo in pericolo, come visto, il senso di intimità delle classi borghesi medio - alte, le quali avevano cercato di trovare tutela sfruttando i mezzi economici e materiali di cui disponevano, e il diritto alla privacy si era conformato, quindi, inizialmente come un diritto proprio delle classi borghesi che avevano il potere, e pretendevano di esercitarlo, di escludere dalla loro sfera privata coloro che non facevano parte.

In questo contesto poi, il preteso diritto alla privacy era rivendicato contro quelle ingerenze che provenivano dai giornali o dalle fotografie, strumenti dotati di invasività limitata se paragonati a quelli attuali. Una volta mutato il contesto sociale e sparita l’idea di una privacy appannaggio delle sole classi borghesi, nella società moderna la privacy è minacciata dallo sviluppo rapidissimo dei mezzi di comunicazione, che non sono più solo giornali e fotografie, e soprattutto dalle nuove tecnologie, per cui occorre ripensare la privacy come quel diritto che tutela da possibili discriminazioni. L’individuo si inserisce nella società globalizzata, nella quale la maggior parte delle azioni passa dai sistemi informatici, progettati in maniera tale da immagazzinare le informazioni immesse nel loro interno, che consentono di memorizzare quantità pressoché illimitate di dati, i quali vengono elaborati, incrociati, e diffusi dai soggetti autorizzati al trattamento, tanto da quelli privati quanto soprattutto da quelli pubblici, le amministrazioni, che sono in possesso di dati che spaziano dai semplici dati anagrafici fino alle informazioni relative alla giustizia o alla posizione fiscale.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La pubblicazione delle intercettazioni telefoniche disposte nel processo penale. Interessi contrastanti e profili problematici

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Informazioni tesi

  Autore: Francesca Atzeni
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Stefano Canestrari
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 208

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Parole chiave

privacy
diritto di cronaca
riservatezza
intercettazioni telefoniche
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legge bavaglio
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giornalismo d inchiesta
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