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Analisi semiotica di sette Tv Ads della campagna di pubblicità comparativa 'Get A Mac'

Marchi icona

Da Steve Jobs a Michael Jordan, da Muhammad Ali a Bruce Springsteen, le icone culturali dominano il nostro mondo. Queste icone possono essere persone reali o personaggi immaginari come Superman o Batman.
Compagnie come Disney e Apple sono diventate icone culturali.
La gente si identifica fortemente con le icone culturali, considerandole un elemento importante della vita fi tutti i giorni.
L’ “Oxford English Dictionary” da la seguente definizione di icona culturale: “a person or thing regarded as a representative symbol, especially of a culture or a movement; a person or an institution considered worthy of admiration or respect”. Esse esistono dall’alba dei tempi, ma nel corso della storia il loro senso ha subito dei mutamenti soprattutto da metà del diciannovesimo secolo.
In tempi pre-moderni le icone, che erano soprattutto religiose, venivano diffuse per via orale, su quadri e raramente riportate su documenti e quindi non erano riproducibili su molti dispositivi come oggi. Con gli attuali mezzi di comunicazione, come televisione, giornali e radio, abbiamo costruito un mondo in cui le icone hanno davvero un ruolo centrale nella nostra vita.
Discipline come psicologia e sociologia sostengo che la gente vede le icone come rappresentanti a cui attribuire i loro desideri o bisogni.
Ma precisamente quale importante compito svolge un marchio a differenza di un prodotto?
Immaginiamo di lanciare nel mercato un singolo prodotto, questo avrà ha un suo logo, un suo imballo e un suo design. La domanda che sorge spontanea è: se ha tutte queste caratteristiche già il prodotto, a cosa serve il marchio?
La risposte è che di per sé il prodotto non ha una storia, quindi come potrebbe la gente riconoscerlo e “fidarsi? La differenza sostanziale quindi è la sua storia, la sua identità: quando comprerò, ad esempio, un cellulare sarò sicuramente condizionato oltre dalle caratteristiche del singolo prodotto, dal rapporto che ho con quel marchio. Il marchio è affidabile? Mi attrae? Lo conosco bene? Riesco ad associarlo a qualcosa, qualcuno?
Molte pubblicità per riuscire ad aiutare la gente ad associare il proprio marchio a qualcosa/qualcuno utilizzano l’ immagine di personaggi famosi, come l’attore americano “George Clooney” per la compagnia telefonica “Fastweb” .
Si usano quindi idoli che godono di fama e ammiratori per riuscire a far avvicinare e affezionare al marchio nuovi possibili clienti.
Attorno quindi alla costruzione del marchio ci sono strategie che vanno ben oltre alla semplice realizzazione del logo, design o qualità dei propri prodotti. Ci sono tutta una serie di strategie che mirano innanzitutto a riuscire ad attirare attenzione e portare interesse, e poi a riuscire a far affezionare la gente al marchio.
In alcuni campi, come cibo, bellezza, abbigliamento e divertimento, la gente tende a valutare prodotti e marchi come mezzi per auto esprimersi.
Un altro fondamentale aspetto che ricorda l’ importanza di costruire “miti” attorno al marchio è che lo stesso tipo di prodotto, ad esempio un tablet, viene prodotto da tante compagnie e a livello di qualità probabilmente potrebbero essere competitive tra di loro; ma a condizionare la scelta del consumatore , oltre alla qualità, rientrerà in gioco la fiducia e l’ ammirazione che il marchio si è guadagnato negli anni, cioè l’ acquirente sarà molto influenzato sia dal marchio che dal prodotto stesso.
Molti psicologi sostengono che a volte la fama conquistata da un brand diventa talmente forte che nemmeno scandali gravi potrebbero abbatterlo. Un noto esempio è il caso Mc Donalds. Anni fa venne alla luce che il Mc Donald’s invece di usare carne di qualità per i suoi panini adottava carne di scarto, lo scandalo fu grave ma il marchio è talmente forte sia a livello psicologico sulle persone, sia a livello politico che il Mc Donald’s ne è venuto fuori, cosa che non sarebbe accaduta se una cosa del genere fosse capitata in un qualsiasi altro ristorante normale.
Possiamo quindi dire che un icona riesce a diventare un mito quando riesce a soddisfare bisogni o ansie della gente in un periodo storico.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Analisi semiotica di sette Tv Ads della campagna di pubblicità comparativa 'Get A Mac'

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Informazioni tesi

  Autore: Miki Corsetti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Macerata
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Mediazione lingusitica
  Relatore: Renata Morresi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 52

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