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Sulla storia del concetto di droga

Verso la nascita del concetto di “droga”

È parecchio difficile risalire alla causa della nascita del concetto di “droga” e di “drogato” (o “tossicodipendente”) come la intendiamo in senso moderno.
Tuttavia è utile ripercorrere le tappe che portano alla nascita delle maggiori forze che si orienteranno in senso proibizionista nella società americana.
I primi pellegrini,i “pilgrims father”, che nel 1620 sbarcano sulle coste del Massachussets sono nella loro totalità puritani, caratterizzati da severità di costumi e credenze. È importante tener presente che nel popolo che per primo promulgherà una costituzione repubblicana e liberale, è presente all'origine una matrice fondamentalmente intollerante (l'ultimo episodio di processo a streghe viene celebrato proprio a Salem, in Massachussets, quando in Europa già il “costume” è visto come qualcosa di vergognoso). La preoccupazione dei primi pellegrini è quella di sottomettere le coscienze a un rigidissimo ordine morale. Come apprendiamo da Tocqueville, nel 1650, il Codice del Connecticut, dichiara illegale l'ubriachezza e l'inoperosità, regola la quantità di vino pro capite che può essere venduto e proibisce l'uso del tabacco; il 1 maggio 1660, una sentenza condanna una giovane accusata di essersi lasciata baciare.
Più avanti, con la dichiarazione della Costituzione (1787) i valori della società americana si evolvono verso il pluralismo, decretando nullo il valore della censura morale, che non ha alcun senso all'infuori del focolare domestico. Se in quest'ultimo, a livello familiare, può essere un mezzo per facilitare il cammino verso la maturità , quando è utilizzata dal governo, invece, condanna inesorabilmente i propri cittadini ad una permanente infanzia civile.
Tuttavia, come già detto, la matrice puritana e paternalista è presente anche nell'opera dei Padri Fondatori. Tra di essi vi è Benjamin Rush, padre della psichiatria americana, che con la sua convinzione che nel nuovo stato “è compito del medico salvare l'umanità dal vizio come fino ad adesso era compito del medico”, incarna il sentire di molte sette e gruppi, presenti nella società civile. Rush pubblica un indagine sull'alcool e i suoi abusi (Inquiry into the effects of ardents spirits on the human body), dove calcola 4000 morti dovute all'alcoolismo in una popolazione di 6 milioni, e propone al Congresso una legge tassazione severa verso le bevande alcooliche. Questi reagiscono con azioni violente contro gli esattori e proteste, facendo scoppiare quella che passerà alla storia come “Whiskey Rebellion”; il presidente Washington si vede costretto ad inviare un esercito di dodicimila persone per soffocare la rivolta. La legge verrà abrogata nel 1803, ma gli ideali propugnati da Rush, iniziano a prendere piede nella società , come dimostra la fondazione, nel 1789 della ASPT (American Society for the Promotion of Temperance) a Boston.
Ora, la ricettività della popolazione di fronte a queste istanze riflette un cambiamento essenziale che si verifica a livello economico. Prima della fenomenale crescita industriale che si verifica a partire dal 1820, l'atteggiamento nei confronti degli emarginati (poveri, vagabondi o minorati fisici e mentali) era di natura positiva. Questi soggetti venivano considerati come qualcosa di provvidenziale che permettesse ai buoni cristiani di esercitare la propria carità. La soluzione del problema consisteva dunque nell'alloggiare gli indigenti nelle case dei contadini più devoti, creando in questo modo una relazione di ospitalità che li incorporava alla famiglia incaricata di prendere cura di loro, realizzando funzioni domestiche e agricole nella misura delle loro capacità. In questo periodo ogni patologia sociale era interpretata come conseguenza di errori nell'educazione domestica, quindi alla famiglia stessa (in senso ampio, costituita anche da collaboratori) si attribuiva il compito di inspirare principi virtuosi e buoni costumi.
Con la crescita industriale, però, questi schemi entrano in crisi. La saturazione del meccanismo di redistribuzione di terreni fertili fa sì che l'aumentato numero di persone che vivono nella miseria si concentri intorno ai grandi nuclei urbani. Il loro comportamento sconvolge le autorità, che preconizzano la scomparsa del precedente sistema assistenziale, il quale passa dall'essere privato ad essere istituzionale. Di fronte alla soluzione non segregativa, si preferisce ora quella segregativa. Nasce un pratica chiave dell'epoca moderna: il carcere, il cui primo esemplare,quello di Walnut Street (Filadelfia), nasce per iniziativa di una società filantropica quacchera, della quale fa parte Benjamin Rush.
Una delle prime critiche mosse al sistema carcerario è quella di togliere i soggetti rinchiusi dalla catena lavorativa. Per questo il modello che sorge dopo poco, rappresentato dal penitenziario di Auburn, prevede limita la ritenzione alla notte, per impiegare i soggetti arrestati in “common work” durante il giorno. A tutti gli effetti si tratta di un ritorno al sistema dei lavori forzati, già abolito in precedenza, che risponde all'esigenza di inserire l'apparato di reclusione nel mercato produttivo. Con la conseguenza che le carceri arrivano a fare concorrenza ai lavoratori liberi che si vedono, come sottolineano nel convegno di operai dell'industria meccanica celebrato nel 1834, “obbligati non solo a pagare con le loro tasse il mantenimento dei reclusi, ma anche attraverso i prodotti fabbricati nelle carceri, venduti nel mercato libero ad un prezzo inferiore alla metà”. [...]

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Sulla storia del concetto di droga

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Informazioni tesi

  Autore: Francesco Brusa
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Filosofia
  Relatore: Valeria Paola Babini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 50

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