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Verifica sismica della tribuna d'onore dello Stadio ''Del Duca'' di Ascoli

Analisi storico - critica dello Stadio

L’impianto calcistico è intitolato ai fratelli Cino e Lillo Del Duca, nativi di Montedinove, ma conosciuti in tutta Italia e in Europa soprattutto grazie alle attività di imprenditore, editore, produttore cinematografico e filantropo di Cino Del Duca, che operando soprattutto in Francia, diede lustro ad Ascoli e al Piceno in tutto il continente. Cino del Duca lega particolarmente il suo nome alla fondazione della Casa Editrice Moderna (poi Casa Editrice Universo), che si rese protagonista nel primo e secondo dopoguerra per la realizzazione di riviste come L’Intrepido (1935) volto a un pubblico giovanile, Grand Hotel (1946) famoso contenitore di fotoromanzi, e soprattutto del quotidiano Il Giorno (1955) sul modello del Daily Express Londinese.
Nonostante i fratelli Del Duca operassero per la maggior parte in Francia e nel Nord Italia, Milano soprattutto, non dimenticarono mai le loro origini e infatti proprio per questo loro attaccamento alle terre native e alle loro attività di filantropi, Cino Del Duca, nel 1955, si fece fautore del risanamento dell’allora squadra calcistica della città di Ascoli Piceno, l’Associazione Sportiva Ascoli, mai approdata nella massima serie, che versava in pessime condizioni finanziarie. Per risollevarne le sorti si prodigò per una fusione con la Del Duca di Montedinove, creando così la Del Duca Ascoli e gettando le basi per la costante ascesa di tale società calcistica negli anni ’60 e ’70. Cino Del Duca, in seguito a ciò, fu nominato Presidente Onorario, carica che mantenne fino alla sua morte nel 1967, traghettando l’Ascoli fino alla Serie C e favorendo l’inserimento nell’organigramma societario delle più importanti personalità della città, tra cui l’imprenditore edile Costantino Rozzi, che nel 1968 ne rilevò le funzioni di Presidente.
Costantino Rozzi era già molto noto nella scena ascolana, visto che in quegli anni la sua impresa si rese protagonista di molte opere d'interesse pubblico soprattutto nel campo infrastrutturale e della viabilità. Infatti, negli anni ’60 si accese nell’ascolano la volontà di realizzare nuove opere pubbliche, anche in seguito all’entrata in vigore della Legge n. 126 del 1958 che prevedeva la partecipazione economica dello Stato al riordino delle strade provinciali. Rozzi seppe inserirsi con la sua impresa di costruzioni in tale panorama in costante evoluzione e ne diventò forse l’indiscusso protagonista. Sono, infatti, da ricondurre a tale periodo importanti opere pubbliche che hanno notevolmente rivoluzionato la viabilità della provincia ascolana, garantendone sempre più efficienti collegamenti con le regioni circostanti. Si ricorda, infatti, in quegli anni, l’inizio della trasformazione e della sostituzione del vecchio tracciato della Strada Salaria in una super-strada moderna. In tale contesto storico non si può non ricordare, anche l’apertura del Traforo di Forche Canapine, una delle opere maggiori dell’impresa edile di Rozzi, che inaugurato nel 1996, agevolò notevolmente i trasporti stradali verso l’Umbria, la Toscana e il Viterbese.
Il primo progetto del “Nuovo campo sportivo in Ascoli Piceno con campo da calcio e pista podistica” è di Giuseppe Viccei, Ingegnere dell’Amministrazione Comunale della città, e risale al 1953. Dopo un’attenta analisi del Genio Civile e del CONI, il progetto venne approvato, dopo aver fatto alcune varianti, nel 1955.
La città di Ascoli in quel momento, era sprovvista di un regolare campo sportivo che rispondesse alle esigenze dell’epoca, sia per quanto riguardava l’atletica leggera, sia per il ciclismo. Inizialmente infatti era allo studio anche la possibilità di inserire all’interno dello stadio una pista per la pratica del ciclismo, possibilità che venne bocciata dal CONI.
Il CONI doveva costruire in ogni capoluogo di provincia un campo sportivo ad uso esclusivo delle scuole, perciò si accordò con il Comune ed ottenne la cessione perpetua al Provveditorato agli studi del campo sportivo già esistente per lo svolgimento delle attività fisico-sportive della gioventù studentesca. In cambio erogò al Comune un importo pari alla spesa che avrebbe dovuto sostenere per la costruzione del campo sportivo per le scuole.
L’area scelta ed approvata era di proprietà del Comune di Ascoli Piceno per circa 25680 mq, mentre i restanti 6950 mq erano di proprietà della ditta Taliani – De Marchio e della ditta Massimi. L’area era servita ottimamente dalle strade e dal servizio urbano ed era posta nell’immediata periferia della città e nelle vicinanze del Fiume Tronto.
Lo stadio fu progettato e costruito con una struttura interamente in cemento armato.
Secondo il computo metrico dell’epoca, l’importo del progetto generale di massima risultò di L.98000000. In particolare per la costruzione della tribuna coperta furono indotte diverse gare d’appalto in “licitazione privata” che andarono deserte: su 30 imprese invitate a partecipare non rispose nessuna. Successivamente solo una accettò l’appalto, ovvero l’impresa edile Costruzioni Innocenzi di Bologna. Inizialmente la spesa prevista per la costruzione era L. 18000000, che successivamente diventarono L. 25000000. Durante il periodo di costruzione lo stadio subì gli effetti del sisma del 1 gennaio 1959, che colpì Torricella Sicura (TE) e con un’intensità di magnitudo 4,83. Lo stadio fu collaudato e inaugurato nel 1962 con un incontro fra le rappresentative dilettantistiche di Italia e Inghilterra. [...]

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Informazioni tesi

  Autore: Cristina Petrini
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università Politecnica delle Marche
  Facoltà: Ingegneria
  Corso: Ingegneria Edile
  Relatore: Luigino Dezi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 155

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