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Una ''PILA'' per la vita, studio descrittivo di un caso clinico pediatrico. Il defibrillatore, la tecnologia salvavita e l'infermiere come first responder

Il defibrillatore cardioversore impiantabile (icd)

Che cos’e’ e come funziona?

Un defibrillatore cardioversore impiantabile (ICD) è un piccolo computer, alimentato a batteria, racchiuso in un piccolo involucro di titanio indicativamente delle dimensioni di un orologio da taschino e con un peso di 70 g circa. E’ costituito da tre componenti: il generatore di impulsi, gli elettrodi e un sistema programmabile. Per tutto il giorno assimila le informazioni ricevute dagli elettrodi sul ritmo del cuore. In particolare verifica se questo è troppo rapido o troppo lento e se la frequenza cardiaca è regolare o irregolare. Le eventuali deviazioni dal ritmo normale vengono memorizzate sotto forma di ECG.

Questi dati contengono informazioni molto importanti per il medico curante, il quale può leggerle con l’ausilio di un dispositivo programmabile e può’ quindi azzerare l’ICD, se opportuno. L’energia necessaria per il funzionamento dell’ ICD viene fornita da una batteria speciale, la cui durata può’ variare dai 4 agli 8 anni, a seconda dei requisiti e del tipo. Oltre a monitorare i disturbi del ritmo cardiaco l’ICD interviene negli episodi che si verificano. Per arrestare lo sviluppo di queste aritmie nel modo più delicato possibile, l’ ICD inizia con l’inviare al cuore alcuni piccoli impulsi di pacemaker appositamente dosati. Questa stimolazione pone fine agli episodi di tachicardia in ben oltre il 90% dei casi.

Gli impulsi non provocano alcun dolore e la maggior parte dei pazienti non si accorge di nulla. Se la tachicardia non viene arrestata attraverso queste stimolazioni ripetute, l’ICD emette un unico impulso intenso di corrente, ossia una scarica elettrica. Questa opzione, tuttavia, viene attuata soltanto in via eccezionale. La scarica elettrica viene sincronizzata se possibile al ritmo del cuore e viene chiamata tecnicamente cardioversione. Se la scarica elettrica non può’ essere emessa sincrona con il ritmo cardiaco, ad esempio, durante una fibrillazione ventricolare, viene indicata come defibrillazione. La scarica elettrica rilasciata durante la cardioversione la defibrillazione previene in maniera alquanto sicura l’arresto cardiaco.

L’ ICD viene inoltre attivato quando la frequenza cardiaca è troppo bassa (bradicardia). In tal caso, funge da normale pacemaker cardiaco. In seguito a una serie di sviluppi sono stati progettati diversi sistemi ICD per una varietà’ di applicazioni. Ad esempio, sono disponibili sistemi monocamerali con un elettrodo nel ventricolo cardiaco e l’altro nell’ atrio. Il sistema bicamerale offre maggiori possibilità di rilevamento e terapia delle aritmie cardiache. Sono inoltre disponibili sistemi ICD bicamerali che inibiscono le aritmie rapide sia nell’ atrio che nel ventricolo. Da ricerche recenti sono stati sviluppati sistemi ICD tricamerali, capaci di stimolare direttamente il ventricolo sinistro oltre all’ atrio destro e al ventricolo destro. Questi sistemi vengono impiegati nei pazienti che soffrono di una particolare forma di disturbo cardiaco. La funzione di autoverifica quotidiana dei sistemi ICD verifica la propria funzionalità senza che il paziente se ne accorga. Se l’ICD rileva un irregolarità, il sistema emette un segnale di avvertimento ad un orario determinato.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Una ''PILA'' per la vita, studio descrittivo di un caso clinico pediatrico. Il defibrillatore, la tecnologia salvavita e l'infermiere come first responder

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Informazioni tesi

  Autore: Nicola Milli
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Perugia
  Facoltà: Medicina e Chirurgia
  Corso: Infermieristica
  Relatore: Michela Dini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 81

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