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Cultura e business practices: studio di possibili criticità per le aziende italiane in Cina

La presenza italiana in Cina: relazioni commerciali, investimenti diretti e settori d’interesse

I rapporti tra Italia e Cina sono solidi e consolidati, con auspicabili sviluppi futuri. Recentemente anche il governo italiano ha confermato la volontà di intensificare tali rapporti, proponendo il Bel Paese come possibile ponte tra Europa e Cina (ANSA, 25 Luglio 2011).
La situazione attuale presenta tuttavia delle criticità. Non mancano ad esempio le critiche al tipo di approccio finora utilizzato dall’Italia come sottolineato da Rampini, 2005: “Per ignoranza, pigrizia, provincialismo, l’Italia ha perso terreno anche rispetto ad altri paese europei; non ha visto arrivare il secolo cinese, e quando ha aperto gli occhi li ha richiusi subito, urlando di paura. Come se dalla Cina ci si dovesse solo difendere”.
Tale aspra critica è confermata poi dai dati macro dei saldi commerciali e della mole degli investimenti diretti in Cina. Come sinteticamente descritto da Orlandi e Prodi (2006), i rapporti economici tra Italia e Cina possono essere considerati soddisfacenti dal punto di vista dell’interscambio commerciale ma insufficienti dal punto di vista degli investimenti.
Dal punto di vista commerciale il Belpaese ricopre una posizione di rilievo tra i fornitori europei della Cina. L’interscambio commerciale è cresciuto nel 2010 del 50%, facendo piazzare l’Italia al quarto posto nella Ue tra i partner commerciali della Terra di Mezzo (WTO, 2011).
Le esportazioni italiane in Cina sono in crescita, sebbene nettamente inferiori all’aumento delle importazioni cinese, così da causare un cronico deficit commerciale. [...]
Critica è invece la posizione dell’Italia dal punto di vista degli investimenti diretti in Cina. Le imprese italiane operanti in Cina rimangono ancorate allo sfruttamento del vantaggio competitivo di costo locale tralasciando le possibilità offerte dal Paese come mercato di sbocco. Considerando l’enorme potenziale del mercato cinese sia in termini di numeri assoluti (la popolazione cinese, da sola, rappresenta un quinto della popolazione mondiale) sia in termini di crescita economica e del tenore di vita (come in precedenza illustrato dai dati sullo sviluppo dell’economia cinese), tale mancanza potrebbe rappresentare in un prossimo futuro una grave perdita di competitività del sistema Paese sia con gli altri players globali sia con le imprese locali cinesi.
Attualmente lo stock di investimenti italiani in Cina è pari ad 1.6 mld di euro (Ministero dello Sviluppo Economico, 2011) con 2mila imprese operanti sul territorio e una crescita della presenza italiana del 60% nel periodo 2005-2011. Segue che non si può ancora parlare di una radicata presenza, a cui si aggiunge una forte disomogeneità a livello di localizzazione sul territorio. Infatti, la presenza italiana si concentra attorno ai grandi centri urbani localizzati sulla costa, con una presenza quasi nulla nella parte occidentale del paese. In un tale contesto, il ‘sistema Italia’ manca di una politica produttiva coesa e deliberata che guardi al di fuori dei centri metropolitani, ormai saturi da un punto di vista commerciale (Interprofessional network e Il Sole 24ore, 2009). [...]

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Cultura e business practices: studio di possibili criticità per le aziende italiane in Cina

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Informazioni tesi

  Autore: Andrea Carucci
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Francesca Prandstraller
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 57

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internazionalizzazione
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