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La tutela dei minori su Internet ai sensi dell'art. 31 co. 2 cost.

La tutela del minore navigatore: il percorso legislativo dalla l. 3 agosto 1998, n. 269 alla l. 6 febbraio 2006, n. 3844

L'applicazione a livello legislativo dell'art. 31 Cost. nel settore informatico, è iniziata in tempi piuttosto recenti. Solo nel 1998, infatti, in Italia è stata introdotta una legge la quale parla esplicitamente di abusi su minori collegandoli a strumentazioni di tipo telematico.
L'art. 3 della l. 269/98 introduce nel codice penale l'art. 600 ter, in cui viene esplicitamente previsto che è punita la divulgazione o la pubblicizzazione di materiale pedopornografico, la quale avvenga con "qualsiasi mezzo, anche per via telematica".
Il legislatore dell'epoca, il quale aveva intuito che le reti telematiche avrebbero potuto facilitare la diffusione di materiale pedopornografico, introduce tra i compiti della polizia delle telecomunicazioni il contrasto dei delitti relativi alla pedopornografia commessi "mediante l'impiego di sistemi informatici o mezzi di comunicazione telematica ovvero utilizzando reti di telecomunicazione disponibili al pubblico".

Risulta degna di nota, anche a livello di applicazione dell'art. 31 cost., la previsione ai sensi della quale una sostanziosa parte (i 2/3) del denaro derivante da multe irrogate, confische e vendita di beni confiscati ai sensi delle prescrizioni della l.269/98 sia destinata ad un fondo specifico attraverso il quale verranno finanziati "specifici programmi di prevenzione, assistenza e recupero psicoterapeutico dei minori degli anni diciotto vittime dei delitti di cui agli articoli 600-bis, 600-ter, 600-quater e 600-quinquies del codice penale".
La tutela che viene introdotta da questa legge è esclusivamente a livello penale, operante solo nel caso in cui il minore sia già stato vittima di abusi. Non vi è nessun cenno alla prevenzione degli abusi, sebbene vengano previsti dei fondi per il sostegno delle vittime dei reati considerati in questa legge.
In ideale continuità con essa, vi è la l. 6 febbraio 2006, n. 38, la quale modifica la legge fin qui considerata, adattando le disposizioni al fine di rendere più efficace il contrasto alle nuove forme di pedofilia telematica ed introducendo una nuova figura di reato: la "pornografia virtuale", cioè la produzione di immagini virtuali, ovvero "immagini realizzate con tecniche di elaborazione grafica non associate in tutto o in parte a situazioni reali, la cui qualità di rappresentazione fa apparire come vere situazioni non reali", le quali rappresentino minori degli anni diciotto in atteggiamenti sessuali.
Altri articoli contenuti nel "Capo I" della legge di cui si sta trattando riguardano modifiche di varia entità al codice penale, al codice di procedura penale e ad alcune leggi.
Particolarmente interessante ai fini della tutela dei minori navigatori è il "Capo II" della l. 38/2006. In esso viene istituito, presso il Ministero dell'Interno, il "Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia sulla rete INTERNET".
Esso è una sorta di centro di coordinamento, il quale ha il compito di "raccogliere tutte le segnalazioni, provenienti anche dagli organi di polizia stranieri e da soggetti pubblici e privati impegnati nella lotta alla pornografia minorile, riguardanti siti che diffondono materiale concernente l'utilizzo sessuale dei minori avvalendosi della rete INTERNET e di altre reti di comunicazione". I siti segnalati, qualora siano effettivamente di carattere illegale, vengono inseriti in un'apposita lista. Questa operazione non interferisce con l'attività che l'autorità giudiziaria svolge in tema.

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La tutela dei minori su Internet ai sensi dell'art. 31 co. 2 cost.

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Informazioni tesi

  Autore: Roberto Capra
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi del Piemonte Orientale A.Avogadro
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Informatica Giuridica
  Relatore: Chiara Tripodina
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 101

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Parole chiave

internet
minori
software
pornografia infantile
internet e minori
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