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Creatività Umana

L’inizio della riflessione psicologica sulla creatività

Freud aveva un atteggiamento prudente nei confronti della creatività che, per lui, era una dote umana piuttosto ambigua. I suoi studi sulle personalità creative, una su tutte quella di Leonardo Da Vinci, dimostrano un grande interesse per la biografia dei personaggi analizzati, nella convinzione che, per comprendere in modo approfondito un’opera d’arte, sia necessario passare attraverso un’analisi, sostenuta da documenti storico – biografici, della vita degli autori, per comprendere l’opera attraverso le vicende vissute dall’artista. Oltre allo studio delle biografie, Freud si concentra molto sull’interpretazione di sogni, pensieri e azioni di personaggi appartenenti alle opere d’arte stesse, trattandoli quasi come casi clinici (molto famoso il suo studio sul protagonista del romanzo la Gravida di Jensen). L’arte nascerebbe da una forma di conoscenza universale della ricchezza e della complessità della psiche umana, potendo così essere riconducibile al reale. Freud, infatti, riconosceva ai poeti e agli artisti in generale una conoscenza “inconscia” della complessità della psiche umana: i poeti sono alleati preziosi e la loro testimonianza deve essere presa in attenta considerazione giacché essi sanno in genere una quantità di cose tra cielo e terra che il nostro sapere accademico neppure sospetta. Nella creatività si può ritrovare un punto di connessione fra la dimensione conscia e la dimensione inconscia dell’uomo. Creare significa entrare in contatto con i desideri e le pulsioni più recondite, più nascoste all’interno della nostra psiche: l’artista è colui che riesce a vivere a cavallo fra questi due mondi, addentrandosi, a volte, nell’inconscio per portare traccia di quest’ultimo anche nella vita conscia, conservando la “lucidità” necessaria per poter comunicare il proprio messaggio. Ma quali sono le fonti della creatività? Da dove trae origine il viaggio dell’artista? Nel saggio Il poeta e la fantasia Freud paragona il poeta, simbolo dell’artista, al bambino: come un bambino egli trae piacere dal gioco. La creatività è dunque paragonata ad un gioco, ove il fanciullo si ritrova a poter liberamente sperimentare, dare sfogo alle proprie fantasie creando mondi nuovi, nuovi legami fra gli oggetti, imparando lentamente a rapportarsi con la realtà attraverso una sua trasfigurazione. Così creatività può significare gioco, sperimentazione, può significare un ritorno ad uno stadio dove il nostro Super-Io non possiede ancora un controllo rigoroso su di noi, lasciandoci più liberi di entrare in contatto con il nostro Es, con la parte che viene spesso considerata il nostro vero Io. Conservando la capacità di “giocare” con le cose da noi appresa fin dalla tenera età, sviluppiamo poi le nostre capacità creative. Cosa si può ricavare da questo “gioco”? Freud dice che dalla creatività si ricava piacere. Chi è felice non fantastica: l’arte è una correzione della vita che ci lascia insoddisfatti. Anche la creatività diventa un bisogno umano originato da una nevrosi: laddove l’uomo si accorge dell’insoddisfazione che ricava dalla sua esistenza, laddove si ritrova schiacciato fra ciò che il suo Es vorrebbe e ciò che il Super- Io comanda, trova un modo per uscire dalla sua frustrazione creando. La creatività è un’arma di difesa per l’uomo, originata dalla sublimazione di alcune pulsioni che l’inconscio genera e l’Io non riesce a gestire, incanalandole così nella realizzazione di opere che siano più socialmente accettabili e giustificabili anche per l’individuo stesso.
L’atto creativo diventa così un medium fra la realtà, quella dei desideri inappagati, e la fantasia, in cui si origina l’appagamento, una sorta di zona franca in cui possiamo godere delle nostre pulsioni senza provare vergogna o rimorso. In Totem e Tabù parla di “magia dell’arte” quando illustra questo concetto: solo nell’arte succede ancora che un uomo, dilaniato dai desideri, realizzi qualcosa di simile al soddisfacimento e che questo gioco evochi realizzazioni affettive come se fosse una cosa reale. Si parla a ragione di magia dell’arte. Il poeta è colui che sublima i propri desideri egoistici, la causa delle nevrosi originate a livello dell’inconscio, e riesce a catturarci con il piacere estetico delle sue opere, che rimandano ad un piacere più profondo, quello che tutti noi conserviamo a livello del nostro Es.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Creatività Umana

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Informazioni tesi

  Autore: Greta Munari
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Filosofia
  Relatore: Lucia Urbani Ulivi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 69

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Parole chiave

consumismo
bisociazione
creatività umana
koestler
t.f. arecchi
j.p.ricouer
scelta collettiva
coerenza, complessità,creatività

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