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Amici che si scelgono. Una ricerca sulla reciprocità

Amicizia e prosocialità

Il comportamento prosociale risulta essere un costrutto ampio e formato da molte dimensioni in quanto può fare riferimento a differenti comportamenti (Vecchione, Picconi, 2006). La prosocialità si sviluppa con il soggetto, attraverso il rapporto con gli altri significativi e grazie alle esperienze che questo vive nel gruppo.

Il bambino può imparare a gestire le situazioni adottando un modello cooperativo e non competitivo (Vecchione, Picconi, 2006). Nel periodo adolescenziale i ragazzi devono affrontare dei compiti di sviluppo tali che permettano loro di costruire e definire la propria identità (Palmonari, 1997). Lo studio di Carlo e Randall (2002) evidenzia come, in adolescenza, si mettano in atto molti comportamenti prosociali differenti tra loro, proponendone cinque tipi diversi a seconda delle motivazioni e della situazione in cui si verificano.

Ci sono i comportamenti altruistici, per cui il ragazzo tende ad aiutare sulla base dei principi di norme interiorizzate, i comportamenti a seguito di un’esplicita richiesta di aiuto, alcune azioni prosociali nascono in situazioni in cui si ha una forte attivazione del soggetto a livello emotivo, sono stati individuati comportamenti di aiuto in presenza di un pubblico e, infine, ci sono situazioni in cui i soggetti che ricevono l’aiuto non sono a conoscenza di chi glielo offre (Carlo, Randall, 2002).
Sulla base di queste distinzione si è visto come vi sia un differente utilizzo delle abilità cognitive, per cui gli adolescenti in grado di comportamenti altruistici utilizzano capacità più sofisticate, mentre coloro i quali non riescono ad assumere le prospettive altrui sono quelli che mettono in atto comportamenti di aiuto su richiesta. Rispetto alla relazione specifica tra amicizia e prosocialità, il problema delle ricerche condotte sul tema riguardano sia la difficoltà dell’argomento preso in esame e sia l’inadeguatezza degli strumenti e della tipologia dello studio condotto (Vecchione, Picconi, 2006).

Emergono numerosi interrogativi rispetto alla connessione tra i due aspetti. Ci si può chiedere se l’amicalità includa gli aspetti della prosocialità in quanto costrutto generico, per cui è inevitabile per essere prosociali essere anche amicali, oppure ci si può domandare a che livello bisogna collocare la dimensione della prosocialità all’interno della personalità (Barbarelli, Fida, 2006). Rispetto a questi interrogativi, gli studi di Barbarelli e Fida (2006) hanno permesso di evidenziare come tra amicalità e prosocialità emerge un’associazione forte che tende a diminuire di importanza con il passare del tempo.
Gli studiosi hanno condotto una ricerca trasversale su tre campioni rispettivamente di preadolescenti, adolescenti e adulti e hanno riscontrato come amicalità e prosocialità siano due dimensioni differenti e che questa diversità si manifesta in particolar modo a livello di specificità (Barbarelli, Fida, 2006). La prosocialità viene vista come un aspetto specifico di aiuto e sostegno, mentre l’amicalità è una dimensione più generica.
Nonostante i risultati ottenuti, le diverse dimensioni della prosocialità possono essere analizzate in modo specifico e si può sostenere come gli aspetti specifici del comportamento prosociale possono seguire delle differenti traiettorie di sviluppo (Vecchione, Picconi, 2006) per cui la relazione con l’età può dipendere dal comportamento specifico analizzato. Rispetto al legame diretto tra prosocialità ed amicizia, alcuni studi prendono in considerazione il modello dei Cinque Grandi Fattori della personalità. Le dimensioni del modello sono l’energia, l’amicalità, la coscienziosità, la stabilità emotiva e l’apertura mentale (Barbarelli, Fida, 2006). Graziano ed Eisenberg (1997) ritengono che la prosocialità possa essere associata ad alcune caratteristiche proprie dell’amicalità, per cui aggettivi come "comprensivo", "generoso", "gentile" possono essere considerati come facente parti di coloro i quali presentano livelli elevati di prosocialità. Recenti studi (Caprara, Capanna, Steca, Paciello, 2005) sono giunti alla conclusione che l’amicalità contribuisce a spiegare la prosocialità e che sono presenti delle differenze a livello di genere, per cui negli uomini abbiamo come fattori determinanti l’energia (intesa in maniera positiva) e la stabilità emotiva (in senso negativo), mentre nelle donne l’apertura mentale è la dimensione che spiega la presenza o meno della prosocialità (Caprara, Capanna, Steca, Paciello, 2005).
In questo studio emerge anche come l’autoefficacia nella regolazione emotiva si associa ad una predisposizione maggiore all’amicalità che è a sua volta direttamente collegata alla prosocialità. In conclusione si può sostenere che l’amicalità e la prosocialità sono due costrutti differenti ognuno con delle proprie specificità e si può individuare un’influenza tra le due caratteristiche, per cui la prosocialità può divenire un tratto specifico di coloro i quali sono amicali (Barbarelli, Fida, 2006).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Amici che si scelgono. Una ricerca sulla reciprocità

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Informazioni tesi

  Autore: Roberta Lo Verde
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Tatiana Begotti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 114

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Parole chiave

adolescenza
amicizia
empatia
reciprocità
prosocialità
soddisfazione per l'amicizia
friendship qualities scale
questionario

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