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Il tempo libero degli immigrati come veicolo d'integrazione

Come il riconoscimento porta all'integrazione

La via che porta all'integrazione passa attraverso i soggetti: solo riconoscendo l'esistenza di persone altre possiamo impostare un dialogo proficuo che porti alla possibilità di una convivenza pacifica prima e di una cultura comune poi. Attraverso il dialogo interpersonale ed il rapporto diretto tra le persone si costruisce un modus vivendi comune che si consolida in maniera processuale con la convivenza su uno stesso territorio. Il collegamento tra i soggetti e la società è rappresentato dal ruolo che la costruzione identitaria ed il riconoscimento assumono nei rapporti interpersonali ed in particolare tra autoctoni e minoranze immigrate.
Possiamo definire l'identità come la capacità soggettiva di porsi la do.manda chi sono? e di darsi una risposta sulla base dell'analisi delle somiglianze e delle differenze che il soggetto riscontra durante i rapporti interpersonali. In sintesi, "l'identità si costruisce attraverso l'alterità, in un processo riflessivo di conferma della propria unicità" [Camozzi, 2006, p. 22].
Il riconoscimento invece può essere visto come un'azione speculare alla costruzione identitaria: da una parte il soggetto si autoriconosce tramite il confronto con gli altri e riconosce gli altri confrontandoli con se stesso, dall'altra viene riconosciuto dagli altri individui nel momento in cui si rap.portano con lui. Il soggetto cerca la sua identità attraverso un percorso di consapevolezza di sè, ma questo percorso deve essere certificato dal modo in cui viene riconosciuto dagli altri. Questo concetto ci riporta al piano istituzionale: per essere considerato tale, l'individuo ha bisogno di essere riconosciuto anche dalla società in cui vive attraverso l'attribuzione di diritti [Camozzi, 2006]. Questa concezione di cittadino sta alla base del concetto di stato il quale nasce, come sostenevano già i pensatori illuministi nel diciottesimo secolo, dal contratto sociale stabilito tra individuo e governo: l'individuo cede alcuni dei suoi diritti naturali in cambio di diritti civili individuali. Se i diritti civili non rispettano i diritti naturali delle persone i cittadini hanno il diritto di rovesciare il governo [Baumann, 1999, p. 15].
I diritti civili individuali si contrappongono però ad un altro tipo di di.ritti: i diritti collettivi, erogati sulla base dell'appartenenza culturale ad una comunità. Come abbiamo già visto, l'identità di un individuo è data dall'insieme delle sue identificazioni: quindi da una parte basare la legislazione solo sui diritti civili in un'ottica assimilazionista risulterebbe limitativo e poco produttivo ai fini di un'e.cace integrazione tra diverse culture; dall'altra attribuendo solo diritti di comunità si corre il rischio che le persone trovino dei conflitti nei diritti a loro attribuiti dati proprio dal fatto che esse appartengono contemporaneamente a pi`u culture. Il compito dello stato è mettere i suoi abitanti in condizione di trovare il loro spazio giuridico in cui riconoscersi, mettendo tutte le persone su cui ha giurisdizione sullo stesso piano, non ragionando in termini di inclusione/esclusione, ma di appartenenza simultanea a diverse culture. In questo modo si promuove la costruzione di una coscienza comune, data dalla mediazione e dall'incontro tra le diverse culture che abitano il territorio.
Promuovere un'idea di integrazione fondata sul riconoscimento reciproco significa favorire il contatto tra culture e la conoscenza diretta delle minoranze. Perseguendo tali obiettivi si giunge alla creazione di network interculturali: reti di persone collegate tra loro attraverso legami sociali di diverso tipo che vanno dalla conoscenza casuale ai rapporti di lavoro, ai vincoli parentali. Numerosi sociologi hanno visto nella teoria delle reti sociali, la spiegazione di molti fenomeni legati alle migrazioni: dalla specializzazione etnica nel mercato del lavoro, alle migrazioni a catena, ai fattori di spinta e di traino fino all'ambito della devianza e dello sfruttamento [Ambrosini, 2005; Decimo e Sciortino, 2006].
Un fenomeno particolarmente interessante è la ridefinizione dell'identità etnica ad opera delle comunità immigrate che mediano la tradizione con la vita quotidiana nel paese d'accoglienza. Questo è un primo passo verso l'integrazione degli abitanti di origine straniera e trova la sua maggiore possibilità di influenza nelle seconde generazioni per le quali la rete di conoscenze in cui sono inserite può giocare un ruolo decisivo. Ad esempio scegliendo di acculturare in modo selettivo un giovane di seconda generazione, il network trasmette al ragazzo tratti della sua cultura d'origine senza tralasciare quel.la in cui vive quotidianamente, creando cos`ı un punto d'incontro tra realtà difficilmente conciliabili. Inoltre le reti forniscono capitale sociale e contribuiscono a dare valore all'individualità del migrante [Decimo e Sciortino, 2006]. In conclusione le reti giocano un ruolo importante nell'integrazione dei nuovi cittadini: mediano i tratti culturali, sono veicolo di conoscenza sia all'interno della comunità immigrata, sia di questa verso l'estremo e danno sostegno e valore allo straniero laddove le istituzioni non riescono a giungere, aiutando a promuovere un'idea positiva della migrazione.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il tempo libero degli immigrati come veicolo d'integrazione

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Informazioni tesi

  Autore: Manuela Ciarrocchi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Rocco Sciarrone
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 66

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