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Memoria e identità in ''Beloved'' e ''Jazz'' di Toni Morrison

Anni Sessanta e il Rinascimento delle donne nere

Durante gli anni Sessanta la nascita del Black Power, che aveva radicalizzato la lotta per i diritti civili, ebbe un impatto fortissimo anche a livello culturale, con la nascita di dipartimenti di studi afroamericani in cui era possibile ripensare il modo in cui secoli di discriminazione razziale avevano portato al disinteresse della storia e della cultura afroamericana. In particolar modo, come detto in precedenza, fu il Black Aesthetic a cambiare in maniera radicale il modo di guardare ai rapporti tra letteratura di maggioranza e delle minoranze. L'importanza della funzione sociale dell'arte, la distintività della cultura nera e la rivalutazione delle origini africane di tale cultura furono tutti aspetti celebrati dal Black Arts Movement che tentò di raggiungere un pubblico sempre più vasto per educarlo ad un nuovo orgoglio culturale. Fu nel contrasto con il passato e con la tradizione che il movimento si contraddistinse, creando le basi di quell'interesse critico che nei decenni successivi avrebbe portato alla ricostruzione della tradizione letteraria afroamericana e alla revisione del canone letterario statunitense. Nelle università vennero fondati i primi dipartimenti di studi afroamericani che stimolarono questi caratteri. Al centro di questa “nuova estetica nera” vi era la funzione civile e militante dell'arte che rivalutava le origini africane della cultura nera degli Stati Uniti muovendosi verso una nuova comprensione, rivoluzionando il modo di guardare ai rapporti tra letteratura di maggioranza e delle minoranze.
Questo nuovo panorama artistico generò una politicizzazione che era stata estranea invece all'Harlem Rainassance, portando ad un esclusione del pubblico bianco, presenza essenziale, invece, per il successo degli scrittori degli anni Venti. Padre di questa nuova estetica, Amiri Baraka fu autore di molti saggi critici in cui proponeva il profilo dell'artista afroamericano che trasforma la scrittura in uno strumento di sovversione, che diviene mente alla guida di una rinascita culturale della nazione nera. Inoltre questa nuova estetica nera, elevando la produzione afro anche in ambito accademico, favorì il cosiddetto “Rinascimento delle donne nere”. Gli anni Settanta, infatti, conobbero una prolifica produzione letteraria al femminile che, in svariati generi, conquistò ampiamente i consensi del pubblico. Le nuove esponenti ereditarono e rimodularono gli elementi più celebrativi della letteratura afroamericana, l'omaggio alle emozioni della vita nel ghetto, il senso di identificazione col Black English. Queste autrici criticarono in particolar modo tanto il ruolo secondario e di supporto che era stato da sempre riservato alle donne anche all'interno di organizzazioni di protesta, che l'atteggiamento di razzismo prevalente all'interno del movimento femminista. L'attività della critica femminista afroamericana è centrale nel Rinascimento delle donne nere. Si è generato di conseguenza un nuovo impulso a celebrare la propria cultura, essenziale, come ha affermato Ellison, nel momento stesso dell'atto creativo. C'è una nuova “immersione” nelle “profondità e negli angoli nascosti dell'esperienza nera”, tangibile tanto nella narrativa quanto nella poesia, una manipolazione artificiosa del pensiero e del linguaggio afroamericano in confronto dialettico con altre tradizioni. Un anno cruciale per questa emergente creatività femminile fu il 1970, anno in cui fu pubblicata l'antologia The Black Woman di Toni Cade Bambara, la quale articolava le problematiche critiche del femminismo nero; anno in cui uscì il primo volume autobiografico di Mary Angelou, I Know why the Caged Bird Sings; anno in cui emersero due tra le scrittrici afroamericane forse oggi più famose: Alice Walker e Toni Morrison, le quali hanno aperto nuovi orizzonti nella letteratura americana a partire dai loro primi romanzi, rispettivamente The Third Life of Grange Copeland e The Bluest Eye. Molte tra queste donne hanno mostrato, come ci ricorda Marshall Walker, l'influenza di Zora Neal Hurston, vivida personalità del Rinascimento di Harlem, il cui lirismo e la cui prosa furono omaggiate da Alice Walker per cui ella apparteneva “alla tradizione delle cantanti di colore, piuttosto che a quelle dei letterati […] la qualità che sento più caratteristica delle opere di Zora è un benessere razziale; la rappresentazione della gente di colore come esseri umani completi, complessi, non sminuiti, qualcosa che manca in tanta produzione letteraria dei neri”. Quasi tutta la letteratura nero-americana ha in sé il desiderio di presentare immagini positive dei neri e quasi tutte le scrittrici degli anni Settanta ereditano dalla Hurston il “preferire la complessità della verità alla convenienza politica”.
Come donne e come nere esse condividono il doppio senso dell'oppressione e l'idea che la loro poetica debba essere impegno per migliorare la vita della gente di colore.
In particolar modo possiamo dirigere la nostra attenzione sul fondamentale contributo dell'opera critica e creatrice, a partire dagli anni Settanta del Novecento, di Alice Walker e Toni Morrison. L'attività delle due scrittrici è stata mirata al recupero della storia degli afroamericani, per lungo tempo distorta e cancellata e al suo reinserimento all'interno della storia nazionale.
Entrambe, nel contesto della segregazione razziale del Sud, del movimento per i diritti civili e del Black Power hanno cercato di portare la gente di colore all'affermazione di sé e della propria eredità storica e culturale.
Alice Walker, nata ad Eatonton, in Georgia, nella raccolta di saggi del 1983 In Search of Our Mother's Gardens affronta gli aspetti della vita del popolo afroamericano, dall'analisi della loro vita nei ghetti delle città del Nord fino alla rappresentazione della genealogia della creatività artistica femminile nera, dimostrando un desiderio storiografico delle scrittrici nere di ritornare alle loro origini culturali. La ricerca a cui allude il titolo è la ricerca di un'identità comunitaria, di come la creatività del passato è sopravvissuta attraverso l'era della schiavitù e il duro lavoro delle donne nere. La scrittura della Walker, “concepita come veicolo per il cambiamento sociale”, spinge i lettori al raggiungimento di una consapevolezza delle condizioni sociali e politiche.
Come quella di Toni Morrison, questa scrittura si caratterizza per una forte dimensione etica “per le sue capacità generative e trasformative, che ne fanno strumento di conoscenza e cambiamento sociale”. La storia che Walker vuole rappresentare nella sua ricerca dell'eredità culturale dei neri, è la storia come vita vissuta, la stessa che, come vedremo, sarà al centro della riflessione poetica di Morrison, a partire dal progetto di The Black Book. In particolar modo Walker pone in primo piano il ruolo delle donne nere del Sud all'interno della Storia. Il suo obiettivo è riscattare queste donne, per molto tempo relegate ai margini della società e vittime di soprusi e violenze, attraverso una continuità col passato. La scrittrice americana contrasta l'idealizzazione del passato africano posto in essere in quegli anni dal Black Power. All'interno della raccolta di Walker, il saggio con l'omonimo titolo costituisce il culmine della riflessione della scrittrice, che si chiede quale sia la sua tradizione letteraria e che tenta di fornire una risposta per tutte le scrittrici nere che in quegli anni, come lei, hanno arricchito la letteratura e la cultura afroamericane. Nella poesia che Walker pone ad apertura del saggio già emergono due elementi cardine della sua riflessione: la madre e la radice. La creazione ha bisogno di un cuore che mette le radici e di un cuore che fiorisce. L'esigenza di Walker di creare un volto per tante donne dimenticate nasce da quella ancora più profonda di identificazione, espressa, come abbiamo visto, già in Zola Neale Hurston. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Memoria e identità in ''Beloved'' e ''Jazz'' di Toni Morrison

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Informazioni tesi

  Autore: Silvia Sillani
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Perugia
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lettere
  Relatore: Mirella Vallone
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 97

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jazz
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toni morrison
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