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Il caso di “Lost in Austen” nella traduzione audiovisiva

Tutti pazzi per Jane: il caso di ''Lost in Austen''

Lost in Austen è una fiction che unisce il fascino di un’opera squisitamente classica, al piacere di una fiction moderna. Il divertente della storia è dato proprio dalla presenza di Amanda: una ragazza così diversa dalla società del XVIII sec, così stravagante nei suoi atteggiamenti che la Signora Bennet definisce “radical”, nel modo di parlare, di vestire, di portare i capelli, che non sa ballare e suonare il piano (ogni dama rispettabile lo sa fare), che non sa cucire, così sorprendentemente emancipata (fuma e beve alcolici), tanto da attirare l’attenzione di tutti – Bingley la trova “refreshing” - e sconvolgere totalmente il romanzo, cosa che nessuno prima d’ora aveva osato fare con Pride and Prejudice: Bingley scappa con Lydia, il Signor Collins sposa Jane, Caroline, al contrario delle convinzioni di Amanda, scopre che è omosessuale e innamorata di lei, si scopre che Wickham non è poi così malvagio e per ultimo Darcy s’innamora di Amanda. Amanda ama talmente tanto quel romanzo, se ne fa custode (lo tiene nascosto sotto il cuscino), e farà del suo meglio per riportare le cose nel giusto ordine, anche se ammette: “Ok I have no idea how to fix this book.” In diversi punti della fiction, Amanda implora Elizabeth di tornare perché lei non è Elizabeth – “I’m not you” e perché “nothing is happening the way it should.” Ma proprio come Elizabeth nel romanzo, la prima impressione di Amanda è di un Darcy “spectacularly unfriendly” che finirà per farla innamorare. D’altronde… Come resistere alle avances di un’affascinante Darcy? Spenderei due parole a favore del nostro eroe maschile. Amanda al primo incontro con Darcy rivela un’espressione (l’attrice Jemina Rooper ha una mimica facciale eccezionale) di paura. La paura che il „vero’ Darcy non sia bello come Colin Firth. Fortunatamente le aspettative di Amanda vengono accontentate e non rimane delusa nemmeno nella famosa scena del lago quando si gode uno “strange post-modern moment.”

Il Darcy di Lost in Austen non impallidisce affatto di fronte a Colin Firth. È il Darcy del romanzo, orgoglioso, serio e poi passionale. Ma è anche un Darcy che, a detta di molte fans, ha qualcosa in più rispetto ai suoi predecessori: e il riferimento è alla ormai celeberrima scena della “wet shirt". Ebbene, Lost in Austen ci presenta la sua rivisitazione della scena in questione. A quanto pare le fans hanno apprezzato ancora di più questa wet shirt ancora più wet. E questo è solo uno dei momenti che, sicuramente romantici, hanno un che di esilarante. (http://primeimpressioni.altervista.org/lia.html.)

Effettivamente la camicia indossata da Colin Firth nella famosa scena, non era poi così trasparente.
Amanda quando si presenta ai Bennet dice: “we did a sort of swap”, e più avanti ammette che “the star has failed to turn up and I have to go on and do the show.”
Quando Amanda strappa le pagine del libro e lo getta nel lago - perché si rende conto che la storia è cambiata - sta già rivelando al pubblico che ciò che è stato scritto da Austen non avverrà. Il finale tiene lo spettatore con questo dubbio incollato allo schermo e non mancano certo i colpi di scena e le situazioni comiche (Amanda tornata nella Londra contemporanea ha come primo pensiero quello di lavarsi i denti). La nostra protagonista diventa l’eroina di tutte le ragazze che, vedendola così integrata nell’ambiente e innamorata di Darcy, tendono a dimenticare la figura di Elizabeth e tifare per la sua felicità, anche se non saranno mancate molte fans di Jane Austen che non avranno apprezzato lo sconvolgimento della trama e questo matrimonio tra tradizione e comicità.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il caso di “Lost in Austen” nella traduzione audiovisiva

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Informazioni tesi

  Autore: Giorgia Bacchini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi Roma Tre
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingue e letterature straniere
  Relatore: Barbara Antonucci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 95

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