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La ''Damnation de Faust'' di Terry Gilliam

Faust nell'era del cinema

Con l’evoluzione dell’umanità si evolve anche il mezzo di trasmissione con cui il mito di Faust, rimanendo costante, è diffuso.
Nell’era del cinema il tema di Faust è uno dei primi che sono riproposti dai grandi registi del primo novecento.
George Melies è il primo a condurre il mito del Faust nel XX secolo, e soprattutto nella nuova tecnologia: il cinema; egli è considerato il secondo padre del cinema, dopo i Fratelli Lumiere,per l'introduzione e la sperimentazione di numerose novità tecniche e narrative, gli è attribuita l'invenzione del cinema di finzione (che filma mondi "diversi dalla realtà") e di numerose tecniche cinematografiche, fra cui il montaggio.
È universalmente riconosciuto come il "padre" degli effetti speciali: scoprì il trucco della sostituzione nel 1896 e fu uno dei primi registi a usare l'esposizione multipla, la dissolvenza e il colore (dipinto a mano direttamente sulla pellicola).
Nel 1903 diresse il suo primo cortometraggio sul Faust: “Faust aux Enfers”, in questo film Melies rappresenta la discesa di Faust all’inferno in compagnia di Mefistofele.
Si evidenziano per interesse e particolarità la parte iniziale, con lo schiudersi della terra, e quella conclusiva, con il dominio su Faust del demonio.
Nel 1904 Melies realizza un secondo cortometraggio, col nostro sempre come protagonista la “Damnation du Docteur Faust”, in questo secondo film Méliès torna a Faust da un'altra prospettiva, quella dell'amore di lui per Margherita, dopo essere stato ringiovanito da Mefistofele;la padronanza del mezzo permette all'autore di raccontare ormai con grande maturità la storia, evitando orpelli decorativi, appena accennati in un inizio di ballo e in un corteo, e concentrandosi sulla narrazione stretta della vicenda, con sentimento, avventura e colpi di scena.
Proseguendo avanti con gli anni, un altro grande regista che si occupa del mito del Faust è Friedrich Wilhelm Murnau, egli fu tra i massimi esponenti dell'espressionismo e del kammerspiel, che si svilupparono in Germania negli anni venti.
Nel 1926 Murnau dirige il “Faust”, un film horror espressionista in bianco e nero, basato sul Faust di Goethe.
In questa versione Faust rinuncia a Dio per far del male, prima di cedere al bene e all'amore per Margherita; su questo filo ambiguo, in cui il male nasce dal bene, e sullo scontro tra Bene e Male, Murnau costruisce un film di sublime bellezza e potenza per una storia complessa e articolata sull'amore e la vita.
Ogni inquadratura è stupefacente per la composizione dell'immagine, la fluidità della ripresa, la forza degli effetti, la sapiente fotografia.
Con il passare dei decenni sono stati scritti e diretti molteplici film basati, più o meno, sul tema del Faust: solo per citarne qualcuno:
- “Il mio amico diavolo” di Stanley Donen del 1967.
- “Cose preziose”di Fraser Clarke Heston del 1993, tratto dall'omonimo romanzo di Stephen King.
- “L'avvocato del diavolo”è un film del 1997 diretto da Taylor Hackford.
- De “Il Fantasma dell’opera” ci sono due versioni, una del 1998 diretta da Dario Argento,e una del 2004 diretto da Joel Schumacher basato sul musical di Andrew Lloyd Webber; entrambi i film sono liberamente tratti dall’omonimo romanzo di Gaston Leraux.

Facendo un balzo avanti nel tempo si giunge al 2009, anno in cui esce un film diretto e sceneggiato da Terry Gilliam, “Parnassus –l’uomo che voleva ingannare il diavolo”.
Il film racconta gli eventi della vita del Dottor Parnassus, affiancato da Anthony "Tony" Shepherd; quest'ultimo si trova ad affrontare un viaggio magico in uno specchio che il Dottor Parnassus ha avuto grazie ad un patto con il diavolo Mr. Nick, il quale pretende l'anima della giovane Valentina, figlia di Parnassus.
La storia sembra oscillare perennemente tra il classicismo di Goethe e l’innovazione di Carrol; la regia di Gilliam è ricchissima di idee e riesce a creare una dimensione parallela geniale e affascinante.
Lui stesso ha definito il film "lower your expectation"; non è un capolavoro, ma un entertainment duro e puro: una girandola di bizzarrie, un vortice di assurdità, dove il suo marchio di fabbrica risulta evidente nella visionarietà d'insieme.
Una favola nostalgica, che può contare sulla classe di attori del calibro di Plummer, Waits e Ledger.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La ''Damnation de Faust'' di Terry Gilliam

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Informazioni tesi

  Autore: Andrea Lo Coco
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Discipline della Musica
  Relatore: Renato Tomasino
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 69

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