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Gli aspetti principali della storia economica dell'Albania nel periodo 1912-1950

L’indipendenza albanese

I Balcani non hanno mai costituito un’entità politica indipendente, di conseguenza la storia balcanica fa parte, a seconda delle epoche e delle regioni, della storia di questo o quell’impero, di questo o quello stato. L’Impero Ottomano, nella seconda metà dell’Ottocento era scosso da numerosi contrasti nazionali, rallentato dal declino economico, schiacciato dall’arretratezza del sistema amministrativo.

Negli accordi preliminari al Trattato di Santo Stefano (stipulato il 3 marzo 1878 tra l’Impero Ottomano e la Russia), il territorio abitato dagli albanesi era stato considerato dalla Russia solo come una regione da ripartire tra gli Slavi confinanti: Bulgari, Serbi, Montenegrini. Col tempo alcuni popoli erano riusciti ad affrancarsi dal dominio ottomano, senza però completare l’unificazione territoriale dei loro Paesi: la Serbia, il Montenegro, la Bulgaria, la Grecia e la Romania all’inizio del novecento erano indipendenti.

Le guerre balcaniche del 1912 e del 1913 lasciarono profonde lacerazioni fra gli Stati ed i popoli balcanici che si accusavano reciprocamente di atrocità.L’epoca in cui si delinea il concetto di identità nazionale albanese fu denominata Rilindja (il Rinascimento): “Feja e shqiptarit eshte shqiptaria” (“La religione degli albanesi è l'Albanesismo”) divenne il motto dei nazionalisti albanesi nella lotta indipendentistica che terminò il 28 novembre 1912, giorno in cui venne proclamata l’indipendenza dell’Albania dall’Impero Ottomano.

L’affermazione dell’Albania indipendente fu un evento di grande portata storica: dopo circa 500 anni finalmente il popolo albanese aveva dato vita al suo primo Stato indipendente. La proclamazione dell’indipendenza albanese, sponsorizzata dalle grandi potenze, fu un successo politico in particolare per Vienna e Berlino poiché il nuovo Stato albanese bloccava l’accesso della Serbia all’Adriatico e frenava l’espansionismo russo verso il Mediterraneo.

Le frontiere del nuovo stato albanese sono, peraltro, il frutto di una contrattazione tra la Serbia e la Grecia da una parte, che volevano limitare il più possibile il territorio del nuovo Stato, e l’Italia e l’Austria-Ungheria dall’altra che, al contrario, erano favorevoli al suo allargamento nella speranza di mettere sotto la loro protezione questo nuovo attore della scena balcanica. Il risultato è stata una notevole differenza tra lo spazio etnico albanese ed il suo spazio statale.

Essendo frazionato al suo interno e privo di un appoggio esterno, il popolo albanese non riuscì a frenare la grande ingiustizia attuata a sua insaputa, alla Conferenza di Londra nel 1913, dalle grandi potenze che, da un lato si presentarono come “protettrici della democrazia e della libertà”, ma dall’altro realizzarono i loro piani espansionistici senza tenere conto che, così facendo, negavano a quasi la metà degli albanesi il diritto di vivere all’interno della loro madrepatria. Questa situazione ha provocato una forte instabilità politica, economica e sociale all’interno del Paese. In particolare furono colpite le economie delle città di Shkodra, Korça e Dibra per il motivo che queste regioni avevano stabilito forti legami commerciali con le regioni rimaste escluse dal territorio del nuovo Stato albanese.

Inoltre, sin dai sui albori, lo Stato indipendente albanese ha dovuto far fronte all’aggressione dei Paesi limitrofi. L’Albania nata a Londra non fu mai veramente accettata dai vicini, Serbia, Montenegro e Grecia, che si ritenevano i veri vincitori delle guerre balcaniche e che, quindi, non abbandonavano le loro ambizioni sui territori dove vivevano gli albanesi appena affrancati dall’Impero Ottomano.

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Gli aspetti principali della storia economica dell'Albania nel periodo 1912-1950

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Informazioni tesi

  Autore: Ardit Jace
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Diritto ed Economia per l’Impresa
  Relatore: Fiorenzo Mornati
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 40

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