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Le strategie competitive basate sull'innovazione. Il caso Apple.

La protezione dell'innovazione: la battaglia legale contro Samsung

La miglior azienda nel campo dell'innovazione deve necessariamente occuparsi di tutelare il frutto dei suoi sforzi e l'importanza delle sue idee.
Il metodo più diffuso per svolgere questo compito è di tutelarsi attraverso l'utilizzo di brevetti.
L'idea alla base del sistema brevettuale è che tale strumento dovrebbe essere usato dalle imprese e dagli enti che fanno ricerca per supportare l'innovazione, la crescita e la qualità della vita a beneficio di tutti. In linea di principio, infatti, proteggere un'invenzione, acquisendo un diritto di esclusiva sull'idea, tutela gli investimenti fatti e incoraggia quindi l'applicazione concreta e la diffusione sul mercato.
Sostanzialmente sono due i modi per proteggere un'idea: il segreto o la brevettazione. Queste due forme spesso si compensano e raramente si escludono. Per il segreto, le procedure sono a "discrezione" del titolare della conoscenza e risulta più complessa la tutela in caso di contraffazione: se si verifica una divulgazione, la conoscenza è utilizzabile dai terzi che senza alcuna violazione sanzionabile delle procedure di segretezza abbiano ricevuto informazioni. Con il deposito di una domanda di brevetto, invece, si è legalmente protetti dal giorno effettivo di deposito.
La strategia difensiva iniziò nel 2011 quando i legali di Cupertino decisero di intentare causa alla Samsung, rea di aver copiato il design dell'iPhone con la sua serie di smartphone "Galaxy" prima e dell'iPad poi.
Esse diedero vita a una delle più cruenti battaglie legali registrate tra due aziende nella storia del mondo industriale.
Secondo "l'accusa", la società coreana avrebbe danneggiato con i suoi prodotti il mercato della Apple e l'entità del danno ammonterebbe a oltre 2 miliardi e mezzo di dollari.
In tutto ciò, le due aziende continuano a intrattenere fiorenti rapporti commerciali, come se nulla fosse: basti pensare che all'interno dei nuovi computer portatili della "Mela" è stata montata una SSD (memoria rigida) prodotta proprio da Samsung, così come la CPU dell'iPhone5.
In un articolo pubblicato dal New York Times si racconta dettagliatamente come la guerra dei brevetti stia logorando il mercato e affossando parecchie start-up meritevoli, che non dispongono delle risorse necessarie a fronteggiare cause miliardarie. E soprattutto spiega per quale ragione colossi come Apple e Google siano ossessionati dai brevetti.
Nell'articolo è riportato l'esempio della Vlingo, una piccola società fondata nel 2006 da Mike Phillips, che lavorava a un software di riconoscimento del linguaggio naturale.
Essa fu contattata da Nuance (impresa di digitalizzazione e conversione documenti) con un aut aut:

"Possediamo brevetti che possono impedirvi di lavorare in questo mercato" ha dichiarato Paul Ricci, CEO di Nuance, a Phillips […] Il Sig. Ricci gli aveva proposto un ultimatum: Phillips poteva vendergli la società oppure essere denunciato per violazione di brevetto. Quando Phillips si è rifiutato di vendere la società di Ricci ha dato il via alla prima di sei battaglie legali."

E sulla scia di questo amaro aneddoto, il NYT getta un po' di luce su un dato davvero preoccupante: per la prima volta nella storia, nel 2011 Apple e Google hanno speso più in licenze e guerre sui brevetti che in Ricerca&Sviluppo di nuovi prodotti. L'articolo poi snocciola una serie di dati impressionanti.
Nel 2006, Apple ottenne un accordo extra giudiziale con Creative sul design dell'iPod originale. Dopo aver commentato con amarezza la cosa ("Creative è stata molto fortunata a riuscire ad ottenere questo brevetto precocemente"), Steve Jobs radunò tutti i dirigenti e pianificò nei dettagli una strategia nettamente diversa per iPhone. Col suo smartphone, Apple ha deciso di "brevettare tutto", e così si è innescata una catena di eventi che ha portato la società a decuplicare negli ultimi dieci anni la quantità di tecnologie protette da brevetto.
"Se non possiamo proteggere la nostra proprietà intellettuale, allora non spenderemo milioni per creare prodotti come l'iPhone", ha affermato un ex dipendente Apple, facendo riferimento a fratture iconiche come lo "Slide to Unlock." Oggi, spiega, "potrebbe sembrare ovvio, ma solo dopo che abbiamo speso milioni per ideare il sistema. Altre società non dovrebbero poter rubarcelo senza un adeguato compenso. Ecco perché esiste il sistema dei brevetti."
Il brevetto numero 8.086.604 dedicato a Siri (assistente vocale) ha richiesto ben 10 tentativi per essere finalmente approvato. E oggi, sebbene non c'entri nulla con le tecnologie alla base della guerra tra Nuance e Vlingo, è considerato uno degli avamposti nella protezione degli smartphone Apple.
Ecco perché oggi è fondamentale proteggere ogni innovazione ed evitare che ingenti sforzi per realizzarla vengano dissipati da plagi aziendali; come dimostrato dal New York Times queste strategie stanno mirando non solo a proteggere la proprietà intellettuale ma anche a ostacolare, in modo più o meno legale, la nascita di possibili concorrenti.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le strategie competitive basate sull'innovazione. Il caso Apple.

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Informazioni tesi

  Autore: Gianluca Passerini
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e Cremona
  Facoltà: Economia
  Corso: Gestione d'Azienda
  Relatore: Donatella Depperu
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 173

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