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Il diritto costituzionale alla sicurezza

Verso una definizione di diritto alla sicurezza

Come è stato affermato in precedenza, la sicurezza pubblica passa necessariamente attraverso un suo riconoscimento a livello costituzionale. Ed già noto come nel passato, diverse esperienze giuridico - letterarie sostenessero in qualche modo questa tesi.
Thomas Hobbes nel Leviatano fondava la sua dottrina dello stato attraverso il valore intrinseco della sicurezza; anzi, questa avrebbe dovuto rappresentare, secondo il filosofo, l'obiettivo di senso e di valore della Stato e della sua sovranità. Da questa idea hobbesiana della sicurezza come fondamento del potere dello Stato possiamo ricordare, sulla stessa linea, la concezione di sicurezza come diritto: è, infatti, nella Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789 che troviamo, all'art. 2, il diritto alla sicurezza tra i diritti naturali e inalienabili dell'uomo. C'è l'eco del pensiero di Montesquieu il quale scriveva: "La libertà politica consiste nella sicurezza, o almeno nell'opinione che si ha della propria sicurezza. Questa sicurezza non è mai tanto minacciata come nelle accuse pubbliche o private. Dunque dalla bontà delle leggi penali dipende principalmente la libertà del cittadino".
Abbiamo, pertanto, due precedenti storici abbastanza illustri che sostengono l'esistenza del diritto alla sicurezza, benché ne diano del medesimo termine due interpretazioni diverse, uno intende la sicurezza come obiettivo dello Stato, l'altra lo intende come diritto del cittadino, sta a noi contestualizzare il miglior significato di che cosa sia la sicurezza: un diritto inalienabile del cittadino o un compito dello stato? Diciamo che la definizione più giusta di che cosa sia la sicurezza sta nel mezzo. E' un diritto che spetta al cittadino, ed è compito della Stato garantirlo perché quest'ultimo detiene il monopolio della forza. Ma ciò non basta per aiutarci nel definire la sicurezza.
In nostro aiuto devono intervenire altre esperienze storiche.
È da rammentare come, storicamente, la sicurezza sia stata considerata come un diritto fondamentale nelle Dichiarazioni dei diritti contenute nelle Costituzioni delle ex colonie britanniche. Nel Bill of Right della Virginia del 1776 vengono considerati diritti innati "il godimento della vita, della libertà, mediante l'acquisto ed il possesso della proprietà e il perseguire e ottenere felicità e sicurezza e si stabilisce che "sia il governo a garantire protezione e sicurezza del popolo". Anche l'art. 7 della carta del
Massachusetts e l'art. 5 della Carta della Pennsylvania proclamano che "Ogni membro della società ha diritto di essere protetto nel godimento della vita". Ed è intesa nel senso di protezione dei singoli e della collettività da pericoli esterni.
Potremmo anche citare la Costituzione italiana del 1948, dopo la Riforma del titolo V°, parte II°, introdotta con L. cost. n. 3 del 2001, nel quale la sicurezza pubblica – più precisamente "ordine pubblico e sicurezza" – viene in rilievo in relazione alla ripartizione di competenza legislativa ed amministrativa esclusiva dello Stato.
Insomma, le esperienze legislative non mancano e possiamo già intravedere una possibile definizione di diritto alla sicurezza.
Se storicamente l'espressione diritto alla sicurezza poteva essere ritenuta una figura semantica a carattere retorico, oggi, invece, si ritiene che come figura goda di uno status giuridico in parte autonomo - inteso come diritto ad una esistenza protetta – e in parte indiretto – in quanto il diritto alla sicurezza è conditio sine qua non per esercitare altri diritti . Da queste due considerazioni ne discende che il diritto alla sicurezza è, sia un diritto dell'individuo ad una esistenza protetta perché condizione necessaria per esercitare altri diritti, sia un interesse dello Stato che, detenendo l'uso esclusivo della forza, deve garantire che tutti gli individui godano dei loro diritti in maniera piena e autonoma.
Il concetto costituzionale di uso esclusivo della forza deriva dalla concezione di stato in senso moderno.
Tale forma di stato è caratterizzata dal non accentramento dei poteri nelle mani di un unico soggetto. In tal senso, il potere legislativo è affidato al Parlamento, il potere esecutivo al Governo e il potere giudiziario alla Magistratura.
Con riferimento al potere esecutivo, al Governo è affidato il compito di far rispettare l'ordine e la legge attraverso la gestione delle forze di polizia. E' quest'ultima la c.d. potestà d'imperio, espressione dello Stato come unico soggetto in grado di esercitare la sua sovranità all'interno del territorio e nei confronti di tutti i suoi appartenenti.
Con riferimento alla Costituzione italiana, il diritto alla sicurezza non figura nel catalogo dei diritti fondamentali. E non è difficile comprendere le ragioni di quella che potrebbe apparire come una lacuna della Carta Costituzionale: lo Stato ha tra i suoi compiti primari quello di provvedere alla sicurezza, compito talmente fondamentale che si è ritenuto implicito non inserirlo nella Costituzione: l'idea che lo Stato non si occupi di garantire l'ordine all'interno dei suoi territori avrebbe la conseguenza di delegittimare l'esistenza dello stesso Stato.
C'è anche da ricordare che modifiche alla Costituzione, nella parte dei diritti inviolabili, per inserire il diritto alla sicurezza, trovano l'opposizione di chi giustamente sostiene che i diritti inviolabili, compresi tra l'art. 2 e l'art. 51 della Costituzione, costituiscono una categoria "chiusa", che insomma non si possa modificare.
Per poter superare però questa ostruzione, occorre dire che tutti i c.d. "nuovi diritti", come quello alla vita, all'integrità fisica, all'onore, alla dignità, all'immagine e alla privacy, trovano la loro collocazione nell'Art. 2 della Costituzione in quanto dello stesso articolo la Corte Costituzionale con diverse sentenze ha riconosciuto la qualità di "fattispecie a carattere aperto" che si evolve di pari passo ai costumi sociali di una nazione: pertanto il diritto alla sicurezza, se non menzionato esplicitamente dalla costituzione per ovvie ragioni, trova la sua naturale collocazione nell'art. 2. della Costituzione.
Se, come affermato prima, la sicurezza è un diritto dell'individuo da cui discende il godimento di tutti gli altri diritti e se è compito dello Stato garantirne il suo esercizio, occorre capire come quest'ultimo voglia garantirlo tenendo conto delle altre libertà costituzionalmente garantite: insomma, il problema che adesso ci poniamo è come lo Stato voglia raggiungere il giusto equilibrio tra sicurezza e gli altri diritti costituzionalmente garantiti.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il diritto costituzionale alla sicurezza

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Informazioni tesi

  Autore: Pietro Cinquemani
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Scienze giuridiche
  Relatore: Luca  Mezzetti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 74

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