Russia e Cina: storia delle relazioni dal 1949 al 2012 e relazioni petrolifere dal 1992 al 2012

Subito dopo il crollo dell’Unione Sovietica inizia in Russia un lungo periodo di privatizzazioni ‘selvagge’. In tal modo, nel giro di un decennio, il controllo della maggior parte delle imprese statali passa nelle mani degli amministratori, che si trovano a capo di queste al momento della dissoluzione sovietica, o dei rappresentanti del PCUS288. Così molti degli ex funzionari sovietici diventano manager d’impresa. Come abbiamo visto nel capitolo precedente il periodo elc’iniano è caratterizzato da una decentralizzazione del potere statale. Ciò determina il fatto che per tutti gli anni ’90 (e anche nei primi anni 2000) le imprese energetiche russe hanno la possibilità di stipulare contratti all’estero senza avere più un forte controllo da parte dello Stato.
In quel periodo le compagnie energetiche russe passano da un estremo all’altro: non l’ideologia, ma il profitto a tutti i costi diventa l’obiettivo principale del loro operato (chiaramente è assente una strategia energetica comune che prenda in considerazione gli interessi nazionali).
In seguito alla privatizzazione del settore petrolifero si crea una serie di compagnie integrate verticalmente (Lukoil, Jukos, Rosneft’, Sibirneft’ e altre), invece, nel settore del gas naturale nasce la compagnia di Stato Gasprom e alcuni produttori indipendenti. Dopo un pressoché totale caos e comportamenti di concorrenza sleale nelle attività delle compagnie petrolifere russe, sia a livello nazionale che all’estero, nasce la necessità di un coordinamento tra queste compagnie. In questo modo, nel 1994 viene creata l’Unione degli esportatori di petrolio della Russia (SONEK) 289 . Nel 2000 per favorire la cooperazione tra i produttori di gas naturale venne istituito il Consorzio russo del gas naturale (RGO). Ma la strategia energetica comune è ancora assente. Nel corso degli anni ’90 – principio del 20° secolo, a livello internazionale le compagnie energetiche russe si caratterizzano negativamente oltre che per la già citata concorrenza sleale, anche per la mancanza di obiettivi a medio-lungo termine. Quindi esse danno preferenza ai profitti immediati (più vendite indiscriminate a prezzi più alti) o agli obiettivi di breve termine (operazioni di speculazione finanziaria) a scapito degli investimenti a medio e lungo termine nel settore in cui i macchinari, le attrezzature e l’infrastruttura sono ancora quelli dei tempi sovietici.
I gasdotti russi trasportano il 100% del gas naturale prodotto nel Paese e negli oleodotti passa il 99% del petrolio estratto e oltre il 50% dei prodotti derivati dal petrolio290. Tale fatto dimostra la centralità della rete degli oleo- e gasdotti nel settore energetico russo, ma poiché la maggior parte di essi è stata costruita negli anni ’70-’80, la rete ha bisogno di esse rinnovata attraverso ingenti investimenti che non vengono messi in atto. [...]