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Gli studi sul Leggendario ms. I. II. 17 della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e sulle opere ad esso collegate

L'esposizione di Stoccolma e le ricerche degli specialisti

In occasione dell'ottantesimo anno del re di Svezia Gustavo VI Adolfo, nel 1962, a Stoccolma, si tenne una grande mostra sull'arte veneziana, dal XIII al XVIII secolo. Nella sezione dedicata alla miniatura fu esposta la Bibbia Glazier (New York, Pierpont Morgan Library, ms. G. 60), che nel catalogo venne datata alla fine del Duecento, attribuita alla scuola veneziana (che ne giustifica l'esposizione in quell'occasione) ma dubitativamente accostata anche alla scuola palermitana per le sue caratteristiche bizantine. In quell'occasione Carl Nordenfalk mise per primo in relazione la Bibbia con il Leggendario torinese e con il frammento raffigurante la Guarigione del paralitico del Museo Nazionale di Stoccolma.
L'accostamento tra la Bibbia Glazier e il Leggendario torinese è probabilmente basato sull'ipotesi dell'origine veneziana del manoscritto di Torino e sulle identità stilistiche rintracciabili nelle due opere, ma più importanti sono la proposta di attribuire a Palermo la Bibbia e la connessione di entrambi i manoscritti con il frammento di Stoccolma, attribuito alla Sicilia in occasione della mostra sull'Arte Bizantina di Atene del 1964. Tale relazione pose in crisi l'ipotesi dell'origine veneziana del Leggendario torinese, dando origine alla proposta d'esecuzione in Italia meridionale delle opere del gruppo al quale esso si collega.
Tre anni dopo l'esposizione di Stoccolma hanno inizio le pubblicazioni degli specialisti a partire dall'articolo dello studioso tedesco Hugo Buchthal del 1965 su due coppie di frammenti di manoscritti miniati. La prima coppia è costituita dal frammento di Stoccolma e da un frammento conservato al Gabinetto dei Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze, raffigurante la Guarigione della suocera di san Pietro. Le due miniature, identiche per dimensioni, stile e supporto, secondo Buchthal appartennero allo stesso manoscritto, probabilmente un Evangelistario, e vennero eseguite dalla stessa mano, sicuramente italiana "under very strong Byzantine influence". L'esecuzione, sulla base della cura e delle dimensioni molto ampie delle pieghe in cui ricade il panneggio delle figure e degli sfondi architettonici con tentativi di prospettiva scorciata, è posta alla fine del XIII secolo.
Va inoltre ricordata l'illuminante intuizione di Buchthal riguardante la straordinaria similarità dei frammenti con i mosaici della cattedrale di Monreale di fine XII secolo rappresentanti lo stesso soggetto. Le differenze principali tra miniature e mosaici sono nelle architetture retrostanti i personaggi, più simmetriche nei mosaici, più libere nelle miniature e nella spazialità delle scene che sulla pergamena sono più estese, tradendo a volte la narrazione evangelica. La conclusione dello studioso tedesco secondo questi e altri confronti più dettagliati, è che le miniature siano state eseguite ispirandosi direttamente ai mosaici di Monreale in uno scriptorium necessariamente nei pressi di questi ultimi, forse nella vicina città di Palermo.
E' importante ricordare che, annunciando una pubblicazione di Angela Daneu Lattanzi sull'Historia Scholastica di Palermo (Biblioteca Centrale della Regione Siciliana, già Biblioteca Nazionale di Palermo, ms. I. F. 10 ) e citando la Bibbia Glazier, il Leggendario torinese e "a similar manuscript in the Vatican", si cominci a delineare il gruppo di opere unite da strettissime affinità stilistiche qui descritto nell'introduzione.
Anche per la seconda coppia di frammenti (Los Angeles, J. Paul Getty Museum, ms. 35), è ipotizza la medesima origine siciliana, basandosi - oltre che sulle evidenti identità stilistiche con la prima coppia - anche sull'errata convinzione del supporto cartaceo, materiale diffuso in Occidente attraverso la Sicilia a partire dalla fine del XIII secolo8. I frammenti rappresentano scene dell'Antico Testamento riconducibili, secondo lo studioso tedesco, ai Libri dei Profeti: esse sono il Massacro degli Assiri e la Morte di Re Sennacherib (4 Re XIX, 35-37 e Is. XXXVII, 36-38) e la Visione di Zaccaria (Zacc. I, 8-11).

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Gli studi sul Leggendario ms. I. II. 17 della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e sulle opere ad esso collegate

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Informazioni tesi

  Autore: Claudio Ranieri
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze dei beni culturali
  Relatore: Fabrizio crivello
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 85

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