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Donne rifugiate e richiedenti asilo: Progetto SPRAR a Forlì

Donne rifugiate: tratta, sfruttamento e violenze

Diverse fasi migratorie si sono succedute in Europa a partire dal 1945: la prima fase è stata caratterizzata dal modello della migrazione temporanea; cui è seguita la chiusura delle frontiere e la stabilizzazione delle popolazioni immigrate sul territorio; la fase attuale ruota intorno all’aumento dei rifugiati e delle migrazioni clandestine.
Nell’epoca della globalizzazione, la migrazione è diventata, anch’essa, un fenomeno globale.
Negli ultimi 20 anni i fenomeni migratori si sono estesi a regioni del mondo che fin ora non erano state toccate.
Possiamo fare tre esempi:
- L’Asia è un continente di emigrazione (incluso il Giappone);
- L’ Europa dell’Est, che ritorna ad essere una zona di forte emigrazione;
- L’Europa del Sud che ha visto il passaggio da luoghi di emigrazioni (Italia, Spagna, Grecia) a luoghi di destinazione dei nuovi flussi’.
L’ uomo che emigra, lasciando il proprio paese, lo fa essenzialmente per due ragioni: per cercare migliori condizioni di vita o per garantirsi la sopravvivenza, fuggendo da guerre, persecuzioni o disastri naturali o umani. Quindi alla base di questo istinto ci sono degli stati d’animo completamente opposti: da una parte c’è un atto volontario finalizzato alla realizzazione di un progetto di vita che è impossibile realizzare nel proprio paese, dall’altra troviamo un atto obbligato e impreparato che la lo scopo di garantire a chi lo intraprende la sopravvivenza.
I rifugiati appartengono a questa categoria (che possono essere chiamati “migranti involontari”’).
Sono quelle persone che necessitano di protezione perché costretti ad abbandonare la propria terra, i propri affetti, indipendentemente dal proprio volere, legati ad atti di discriminazione, di violenza (ad opera, a volte, del loro governo).
Il più delle volte queste persone non hanno la possibilità di scegliere il paese di destinazione come succede, invece, per chi emigra volontariamente.
La differenza tra il rifugiato e i migranti volontari è legata al fatto che il rifugiato non ha più uno Stato a cui far riferimento per avere protezione e la propria incolumità fisica, poiché, è a causa di un viaggio forzato che è stato costretto a lasciare il proprio Stato.
Il Mar Mediterraneo viene considerato come una “via d’asilo” per tutte quelle persone che fuggono dal proprio paese a causa di violenze, persecuzioni, guerre. Tra queste troviamo un crescente numero di donne e bambini.
Molte delle donne che arrivano sono in stato di gravidanza (spesso dovute a stupri).
Oltre l’80% delle donne che partono dalla Libia sono vittime di abusi sessuali da parte di 36 quelle persone che fanno parte delle organizzazioni criminali dei Trafficanti di uomini o delle forze di polizia.
A causa dei pattugliamenti congiunti da parte delle unità militari italiane (con il supporto del FRONTEX), potenziali richiedenti asilo, tra cui giovani donne e minori, vengono riportati in Libia dove sono di nuovo oggetto di abusi e maltrattamenti da parte del Ministero dell’ Interno libico e dalle forze di polizia (maltrattamenti che riservano agli immigrati irregolari, soprattutto se sono donne di fede cristiana).
Tra la fine degli anni ’80 e gli inizi degli anni ’90, come abbiamo già detto, emerse a livello internazionale il problema della violenza sulle donne.[...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Donne rifugiate e richiedenti asilo: Progetto SPRAR a Forlì

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Informazioni tesi

  Autore: Milena Arnese
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Foggia
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Rosa Parisi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 81

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Parole chiave

immigrati
campi profughi
flussi migratori
emilia-romagna
richiedenti asilo
diritto di asilo
donne richiedenti asilo

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