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The Art Side Of The Moon - Storm Thorgerson & Pink Floyd

Pink Floyd: Imperatori della luce

Storm Thorgerson e Pink Floyd, amici d'infanzia e adolescenza a Cambridge, si ritrovarono a Londra sul finire degli anni Sessanta e dettero avvio al più importante sodalizio d'immagini e musica del Novecento:

La nostra musica colpisce la mente in maniera tale che diventa molto facile immaginare qualche scena. Se ascolti John Cage o Stockhausen è molto più difficile perché la musica è tutto un cigolare e un gorgogliare. Somigliano, i loro suoni, a certi dipinti, come i triangoli e i quadrati di Mondrian. Ma non danno mai un'impressione collettiva come la Battaglia di Waterloo.

È questa un'affermazione di Waters che affonda le radici in un momento in cui i Pink Floyd non si chiamavano ancora con questo nome. La memoria corre subito a Mike Leonard, che insegnava all'Hornsey College of Art oltreché al Politecnico, era il proprietario dell'appartamento dove in tempi diversi hanno vissuto e provato i futuri "Floyd", e soprattutto era affascinato dall'interazione di ritmo, movimento e luce: anche con l'aiuto dello stesso Waters, infatti, egli costruiva insieme ai suoi studenti dei macchinari per le luci (composti di vetro o dischi di metallo forato, e con elementi di plexiglas fatti girare da motori elettrici) che furono la base del futuro interesse del gruppo nei riguardi della "luce". Quando Peter Jenner (già manager dei Pink Floyd) e altri istituirono la London Free School nell'intento di dare un'educazione alternativa alle masse popolari, decisero di finanziarsi organizzando serate da ballo nella sala della All Saints Church a Powis Gardens, Notting Hill. Fu in una di queste serate che Joel e Toni Brown, una coppia di americani provenienti dal Millbrook Center di Timothy Leary, cominciarono a proiettare alcune diapositive "che si fondono, fioriscono, esplodono, crescono e si scompongono"; quando i due dovettero tornare negli Stati Uniti, il contributo di quelle luci allo spettacolo era ormai divenuto ineluttabile, e i Pink Floyd divennero il punto di riferimento dell'underground londinese proprio grazie a quegli spettacoli in cui musica e luce rendevano quelle esperienze uniche e irripetibili. Il denaro ricavato dalle serate alla All Saints permise alla London Free School di aprire un proprio giornale – IT ("International Times") – per il lancio del quale fu organizzata una festa inaugurale alla Roundhouse in Chalk Farm, Camden: qui i Pink Floyd furono inondati da immagini provenienti da diapositive piene di un misto di olio, acqua, inchiostro ed elementi chimici e scaldate con piccole lampade a butano, sicché la loro performance mandò "in frantumi i timpani e i bulbi oculari". Più eco ancora e maggior leggenda guadagnarono quale home band dell'appena aperto (da John "Hoppy" Hopkins, il faro del movimento alternativo, in società con Joe Boyd – futuro produttore della band) UFO Club, il locale cult della Swinging London:

La cosa migliore era il venerdì sera, quando potevi vestirti come la star di un vecchio film, prendere LSD, scendere all'UFO, vedere tutte persone di quel genere, prendere un bastoncino di zucchero filato e girovagare fino all'arrivo dei Floyd. Erano il primo autentico sound di consapevolezza acida. Mi sdraiavo sul pavimento e loro erano sul palcoscenico come sovrannaturali figure grottesche che suonavano la loro musica drogata, e lo stesso colore che esplodeva su di loro esplodeva anche su di noi. Era come essere posseduti, mente, corpo e anima.

Così l'autrice del romanzo-scandalo Groupie; così invece la rivista Town: "Le diapositive proiettate inondano i musicisti e il pubblico con motivi ipnotici e deliranti di luci colorate con liquidi. Disegni a nido d'ape, galassie e cellule pulsanti girano vorticosamente con un abbandono che accelera quando la musica si sviluppa". Nei mesi seguenti i Pink Floyd, visto il successo artigianale dei propri spettacoli, ricorsero a tecnici professionisti: il primo fu Joe Gannon (ex studente di Leonard all'Hornsey College) che la stampa dell'epoca definiva il "quinto Floyd", poi Peter Wynne-Wilson e quindi John Marsh.

Questo brano è tratto dalla tesi:

The Art Side Of The Moon - Storm Thorgerson & Pink Floyd

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Informazioni tesi

  Autore: Emanuele Sgrilletti
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Storia dell'Arte
  Relatore: Jolanda Nigro Covre
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 281

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