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Evasione fiscale ed economia comportamentale: perchè un contribuente decide di pagare le tasse?

Dati generali sull'evasione fiscale in Italia

Il problema dell'evasione fiscale è da sempre uno dei grandi mali del nostro Paese, in quanto riduce la quantità di denaro destinata agli investimenti pubblici che si traduce in una quantità e qualità minore di servizi resi ai cittadini. Inoltre, provoca un aumento della pressione fiscale, che si ripercuote negativamente soprattutto sugli onesti cittadini che adempiono regolarmente ai propri doveri fiscali. Dalle analisi fornite dalla Corte dei Conti si desume che l'Italia occupa il triste primato, riguardo frodi fiscali, all'interno dell'Unione Europea e risulta sempre tra i primi posti anche a livello internazionale.
Secondo i dati resi noti da ISTAT ed EURES si manifesta che annualmente viene sottratta al fisco una cifra che si aggira attorno ai 120-150 miliardi di euro, che corrisponde a circa il 27% del PIL (Prodotto Interno Lordo), più del doppio della media europea. Anche la pressione fiscale, nel corso degli ultimi anni, è stata incrementata sensibilmente, passando da un valore di 38,2% nell'anno 1990 per giungere al 42,3% nel 2010, per finire ad una cifra record prevista per il 2013, del quasi 45%, tutto ciò in maniera sempre superiore alle medie dell'UE27 che raggiungono il 39,5% (Eures,2012). Si può notare come, nonostante nei paesi nordici la pressione fiscale sia anche superiore alla media italiana, essa è compensata da livelli di welfare notevolmente migliori rispetto agli standard italiani, sia in termini di efficienza sia di qualità.
L'imposta maggiormente evasa dai contribuenti è l'IVA, il cui ammontare calcolato nel 2011, sempre secondo fonti Eures, corrisponde a 8,2 miliardi di euro, quota che ha subito un incremento, rispetto all'anno precedente, del 28,5%. Anche l'assunzione di lavoratori in nero contribuisce ad aggravare il fenomeno dell'evasione fiscale; secondo l'ultimo rapporto dell'Eurispes, tale attività provoca una perdita di circa 280 miliardi di euro, destinati anche ad aumentare a causa del protrarsi della crisi. Il settore che spicca in questo fenomeno, è sicuramente quello dell'agricoltura, con il 24,9% di lavoratori assunti irregolarmente, segue il settore dei servizi ed infine il settore industriale. In Italia è possibile contrassegnare anche una differenza della propensione all'evasione sulla base delle differenze regionali.
In particolare il "Sole 24 ore" ha pubblicato un indice di rischio-evasione, a sua volta elaborato dal Centro Studi Sintesi, che permette di identificare la differente attitudine al sommerso delle regioni italiane valutando il reddito disponibile e il tenore di vita delle famiglie misurato grazie a degli indicatori standard di benessere. I risultati hanno dimostrato che le regioni meridionali sono caratterizzate dal fatto di essere superiormente esposte al rischio evasione, soprattutto ai primi posti si possono trovare la Sicilia, seguita da Sardegna, Calabria e Campania; mentre il Nord risulta meno colpito da questo fenomeno, con l'Emilia Romagna considerata la regione più virtuosa.

È stato anche osservato che le zone con livelli più alti di criminalità e di disoccupazione, sono caratterizzate da dati più allarmanti riguardo l'evasione fiscale.
Analizzando il fenomeno da un punto di vista più individualizzato, dal rapporto della Banca d'Italia (2007), emerge che i lavoratori autonomi (artigiani, professionisti, piccoli e medi imprenditori) possiedono un valore di propensione al rischio e, di conseguenza, all'evasione superiore rispetto ai lavoratori dipendenti, anche perché in tali lavori risulta più facile dichiarare un ammontare di livello inferiore rispetto a quelli effettivamente realizzati. Inoltre la propensione all'evasione, generalmente è indirettamente proporzionale al livello di istruzione più alto conseguito, cioè le persone con un livello culturale maggiore tendono ad evadere meno. È stato anche dimostrato che una maggiore conoscenza del sistema fiscale porta ad una considerazione dell'atto evasivo come ingiusto.
Da un punto di vista dell'età, i giovani sono maggiormente favorevoli ad azioni di evasione fiscale rispetto alle persone più anziane così come gli uomini, statisticamente, lo sono più delle donne. Tutto ciò è in linea con quanto era già stato esaminato da Kirchler nel 2007, a livello tuttavia internazionale.

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Evasione fiscale ed economia comportamentale: perchè un contribuente decide di pagare le tasse?

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Informazioni tesi

  Autore: Giulia Genovese
  Tipo: Diploma di Laurea
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Padova
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia Internazionale
  Relatore: Luca Corazzini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 79

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Parole chiave

evasione fiscale
teoria del prospetto
allingham e sandmo
imposte
tasse
contributi
sanzioni
pagare tasse

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