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La retorica mimica di Erasmo da Rotterdam nel De Duplici Copia Verborum ac Rerum

L’invenzione della parafasi

Nel caso delle Parafrasi (del 1524 quella del Nuovo Testamento, preceduta, del 1521, dalla pubblicazione di quella relativa all’intero epistolario paolino), vera e propria invenzione erasmiana, l’intento del nostro è quello di rendere il più possibile fruibile la lettera del testo sacro, non tutti possedendo le conoscenze classiche allora richieste a chi intendeva affrontarlo.
Come infatti Erasmo afferma nella Paraclesis al Novum Instrumentum (titolo della prima edizione greco-latina del NT da lui curata):

Vehementer enim ab istis dissentio, qui nolint ab idiotis legi Divinas Litteras in vulgi linguam transfusas, sive quasi Christus tam involuta docuerit, ut vix a pauculis theologis possint intelligi, sive quasi religionis christianae praesidium in hoc situm sit, ut nesciatur.

La parafrasi consente invece ad un pubblico più ampio di leggere il Vangelo. Mentre, infatti:
In un commento si ha la voce dell’autore del testo sacro e poi quella dell’esegeta che lo spiega, nella parafrasi il redattore si mette nei panni dell’autore e fa ascoltare la voce stessa di lui. Di un testo biblico difficile non si danno più interpretazioni, ma una sola, per cui il significato del testo diviene più accessibile: la parafrasi risolve i punti oscuri e punta a cogliere l’essenziale del messaggio biblico.

Con le Paraphrases, Erasmo mira a consentire anche agli illetterati la conoscenza del NT, diversamente accessibile solamente ai dotti e “pauculis theologis”, e ciò indica un’apertura al parlare comune, dunque a quanto è anti-retorico per eccellenza, se per retorica si intende stretta osservanza dei costrutti grammaticali e dello stile.
Ora, la parafrasi del Vangelo, cioè la sua versione popolare, ha invece proprio a che fare la retorica.
Partiamo dalla considerazione che, come scrive Mondin, “la nuova teologia progettata da Erasmo non ha intenti speculativi…ma semplicemente esegetici.”, diversamente, quindi, da quanto postulavano gli scolastici, per i quali l’esegesi non doveva proporsi tanto di interpretare la lettera del testo, quanto di sondarne il contenuto di verità. Sicché, per raggiungere la verità “era permesso di forzare il testo fino a farlo collimare con essa. In questo modo si pensava di rendere giustizia alle intenzioni dell’autore, che certo in ultima analisi non aveva voluto nient’altro che servire la verità.”
Ma Erasmo è di diverso avviso: “la filologia, ossia la conoscenza esatta del testo, del testo autentico, originale, viene prima di qualsiasi metodo speculativo. L’esegesi deve essere, anzitutto, corretta lettura e fedele interpretazione del testo.”
È vero, la parafrasi non rivela, presa in se stessa, la presenza della massa di conoscenze necessarie per affrontare con successo l’esegesi del testo sacro, ivi compresa quella del greco e del latino. E tuttavia la presuppone.
Non si da una versione semplificata di un testo altrimenti complesso, se non lo si conosce a fondo. Erasmo aveva frequentato a lungo il NT: per questo poteva fornirne la versione in prosa.
La parafrasi erasmiana del NT è opera eminentemente retorica: dimostra come sia possibile rendere semplice ciò che è complesso, quando si sia dedicato il proprio tempo allo studio dell’ eloquentia. – Non è un caso che il De ratione studii contempli, insieme all’apprendimento della grammatica e allo studio dei classici, un ricco eserciziario, all’interno del quale la parafrasi dei testi è posta sul medesimo piano della composizione delle orationes e delle versioni dal latino classico a quello volgare e viceversa. Tutto questo perché la lingua latina deve diventare una lingua familiare, una seconda lingua.
E non è un caso che la parafrasi del NT divenne textus receptus: ci vorranno due secoli prima che venga modificata. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

La retorica mimica di Erasmo da Rotterdam nel De Duplici Copia Verborum ac Rerum

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Informazioni tesi

  Autore: Mauro Savino
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Filosofia
  Corso: Filosofia
  Relatore: Paolo Mugnai
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 44

FAQ

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