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Mozart e il Concerto K622

Mozart e il clarinetto

La passione di Mozart per i vari strumenti musicali si tradusse fin da subito in mirabili composizioni solistiche e orchestrali, trasformando per sempre, la musica classica del '700.
Mozart dedicò la sua vita alla composizione di opere di grande vivacità. Nei suoi ultimi anni il "Genio" scrisse molte aree musicali rivolte ad uno strumento di nuova generazione: il clarinetto.
La genialità di questo strumento, dai toni gravi e misteriosi, o dai suoni caldi e profondi permise a Mozart di arricchire le sue opere. Mozart conobbe e ascoltò il clarinetto, per la prima volta nel 1763 in un'Accademia dell'Orchestra di Mannheim a Schwetsingen.
Dall'ascolto di questo strumento, ancora in evoluzione, il giovane compositore, ne ricavò la voce dell'interiorità delle sue opere. Da questo momento incominciò ad impiegarlo, a piccole dosi, nelle sue aree sinfoniche e orchestrali. Alcune battute per il clarinetto si riscontrano, per la prima volta, nel Divertimento K113, scritto nel Novembre del 1771 per l'orchestra privata del patrono di Milano. Tuttavia fu a Parigi, città sempre all'avanguardia, che Mozart diede un primo notevole impulso all'elaborazione delle sue opere per il nuovo strumento, arricchendo così l'orchestrazione delle proprie composizioni, come nel caso della smagliante Sinfonia "Parigi".
Dal 1771 fino alla sua morte, Mozart impiegò spesso battute per clarinetto nei concerti per pianoforte e orchestra, come ad esempio nella Siciliana del concerto K488, dove il clarinetto, pur dialogando con altri strumenti, dà colore e calore a quella semplice e malinconica melodia elaborata in canone classico.
La notevole frequenza di note musicali per il nuovo strumento portò il compositore ad elaborare capolavori di grande spessore artistico, grazie alla collaborazione con un grande clarinettista dell'epoca: Anton Stadler. L'amicizia con Stadler, amico e fratello massone, iniziò Mozart al clarinetto bassetto, modificato dal clarinettista per portare lo strumento classico verso toni ancora più gravi da esso praticato. Mozart, per questo strumento, compose opere come: il Trio K498, detto Trio dei birilli, perché leggenda vuole sia stato composto durante una partita a biliardo; la musica funebre massonica K477, in cui appare anche quel suo lugubre parente che è il corno bassetto; il Quintetto K581, in cui si osserva un'interrotta conversazione, serena e affabile, tra "amici strumenti"; e infine il concerto K622, in cui le risorse timbrico - espressive del clarinetto vengono sfruttate mirabilmente, la composizione si presentò come un dialogo tra due registri, acuto e grave, come se fossero due amici che "chiacchierano" fra di loro.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Mozart e il Concerto K622

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Informazioni tesi

  Autore: Giuseppina Spinelli
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Conservatorio Statale di Musica G. Martucci
  Facoltà: Musicologia
  Corso: Discipline musicali
  Relatore: Giovanni De Falco
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 99

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