La rappresentazione del vampiro in adolescenza. Un'indagine psicoanalitica.

Nel concettualizzare la possibilità, da evidenze pratiche messa in discussione, del trattare gli adolescenti attraverso lo strumento psicoanalitico, A. Freud ha sottolineato come le particolari resistenze messe in atto durante il processo analitico da parte dell'adolescente siano accostabili alle risposte riscontrabili nelle relazioni d'amore infelice e durante i periodi di lutto. In entrambi i casi il soggetto non ha una quantità libidica disponibile da investire nel passato o sull’analista, in quanto il lavoro psichico risulta incentrato sull’elaborazione della separazione e della perdita di un'oggetto che è parte di sè, in quanto istanza introiettata, processo che comporta una certa quota di ritiro narcisistico fino al momento in cui è nuovamente possibile investire un altro oggetto esterno.
Il distacco dai genitori, dal loro legame e dalla loro autorità, rappresenta uno dei due versanti sui quali si dispiega il lavoro di elaborazione psichica, ovvero quello oggettuale, incentrato sulla perdita della protezione materna, sulla disidentificazione dalle immagini interne genitoriali edipiche e preedipiche, oggetti d’investimento e modelli identificatori, fondanti per il soggetto e per la sua identità.
Il secondo livello, a questo contemporaneo, ha come contenuto l'abbandono del mondo dell'infanzia, della dipendenza, dell'onnipotenza e dell'illusione infantili ormai insostenibili, è una messa in discussione dell'immagine di se stesso costruita da bambino e dell'immagine dei genitori del bambino che e'stato, per l'importanza che l'altro ha nella definizione di sè.
Entrambi i compiti, di elaborazione della perdita di rappresentazioni infantili sia di sè che degli oggetti, scatenano sentimenti di depressione, di rabbia e dolore.
Il senso di perdita, che risulta più definitivo di quello edipico, può però essere alleviato, differentemente da come accade per il bambino, da fantasie nostalgiche e dal rimpianto consapevole delle fasi precedenti, di un passato che non tornerà più. Ciò che rende tollerabile il vissuto di vuoto e consente di superare la posizione depressiva adolescenziale è il ricordo irrappresentabile della fase infantile in cui il bambino allucina la presenza della madre. E' l'Ideale dell'Io, in particolare, in quanto rappresentante dell'unione narcisistica idealizzata tra madre e bambino, che si pone garante della continuità psichica dell'esistenza: se l'adolescente ha sperimentato una buona relazione con la figura materna, se questa ha svolto le proprie funzioni permettendo di vivere all'infante che è stato l'illusione, egli, in adolescenza può attingere dall'Ideale per affrontare i lutti che gli si impongono per necessità evolutiva, mediante modalità creative-riparative. […]