Un sistema di Visual Analytics di supporto all’interpretazione di incisioni rupestri

La consistenza delle tecniche e delle iconografie ritrovate sulle rocce del monte Bego dimostra che queste incisioni non sono state fatte a caso. Lo studio della distribuzione delle incisioni sulle rocce, il ritrovamento di associazioni nelle composizioni, i confronti con altre incisioni di siti protostorici del bacino del Mediterraneo e in Eurasia, i dati di storia delle religioni ottenuti tramite manoscritti incentrati sulle tradizioni di quel popolo, ci consentono di proporre una lettura di queste rocce incise, ad esempio, spesso, tali ritrovamenti rappresentavano l’intima connessione tra i nativi e lo “spirito del mondo”.
Al centro delle loro vite c'era il “Dio toro”, maestro della tempesta e fornitore di pioggia fertilizzante, e la “Dea alta”, cioè la dea madre o anche detta dea della terra, che aveva bisogno di essere fecondata dalla pioggia per portare abbondanza all'uomo e il “Corniforme”, incisione onnipresente sulle rocce della regione del Monte Bego (oltre il 70% del totale delle incisioni figurative). Il corniforme è la rappresentazione schematica di un animale cornuto, bovino (toro, bue o vacca), che può trovarsi isolato o in gruppo con altri simboli. Esso caratterizza le pratiche di allevamento, l’agricoltura e le pratiche zootecniche per le popolazioni alpine protostoriche. Le scene maggiormente rappresentate mostravano la concezione del mondo, trasmessa di generazione in generazione attraverso un codice grafico. Incidendo segni e simboli, le popolazioni agricole e pastorali delle Alpi meridionali, raffiguravano oggetti reali o immaginari combinandoli per rappresentare relazioni tra il mondo naturale e quello soprannaturale. [...]