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Street art: dalle origini alle esperienze più recenti

Street Art: l’ultima avanguardia

La Street Art è un fenomeno artistico molto articolato, spesso confuso con il graffitismo o per via dei suoi labili confini, posto in maniera generica all’interno della Public Art, quando non considerato affatto, come arte. Se la si osserva con attenzione, ci si rende conto che per sua stessa natura, il mondo della Street Art mal si presta alle schematizzazioni, per un’ insita allergia agli incasellamenti ed una predisposizione naturale verso una gamma infinita di possibilità creative: in potenza chiunque può farsi portatore di un messaggio o di un percorso estetico nelle strade. Lo streeter (o street artist) per essere tale deve perseverare nella sua ricerca creativa, mentre spetta ai passanti riconoscere o no la validità di quel percorso.
La Street Art è un fenomeno molto articolato ricco di una notevole quantità di influenze culturali e artistiche, numerose quasi quanto gli artisti che la praticano. Gli streeter, utilizzano un’ ampia gamma di tecniche per dar vita alle loro creazioni: murales, spray, stencil, sticker, poster, installazioni, proiezioni di video e perfino mosaici. Queste caratteristiche hanno reso la Street art un movimento lontano dalle logiche dell’arte “ufficiale”, col suo sistema di mercato, di critici e gallerie, trasformandola in “un’ arte parallela”, libera e multiforme, il più delle volte illegale.
Malgrado ciò, alcuni street artist, a volte, cercano una mediazione fra questi due mondi: pur continuando a lavorare illegalmente all’aperto, in alcuni casi, accettano collaborazioni con le autorità per decorare edifici pubblici o addirittura esporre in gallerie d’arte, dismettendo, magari solo per qualche giorno “l’abito” di street artist, per realizzare opere ispirate al lavoro nelle strade. Data l’eterogeneità estetica del fenomeno ed il suo incessante proliferare, è praticamente impossibile riuscire a documentare l’intero mondo della Street Art, tuttavia questa tipologia artistica, così variegata, presenta al suo interno caratteristiche “teoriche” e culturali comuni tanto da renderla assimilabile alle Avanguardie Storiche del XX secolo. Sebbene non esista un “Manifesto della Street Art”, − evidentemente un tale gesto da “novello Martin Lutero” risulterebbe, oltreché una forzatura, una delle tante manifestazioni della Street Art − gli streeter si esprimono attraverso un generico “noi”, che li differenzia dall’egocentrismo e dallo spirito competitivo osservato nei graffitisti. Quest’anima solidale della Street Art, manifesta il senso di appartenenza ad un movimento che sembra essere l’unica corrente con obiettivi comuni nel contesto individualista dell’arte di oggi.

Primo scopo, è quello di creare, in qualche modo, un ambiente di vita più consono alle caratteristiche umane della creatività e dell’immaginazione, tentare di superare l’unica e persistente proposta del consumo di beni materiali, propria del sistema capitalistico e, al limite, oltrepassare l’ortodossia marxista, fondata unicamente sulla soddisfazione dei bisogni. Ideali vicini alle posizioni di importanti intellettuali comunisti come Majakovskij (poeta ed esponente dell’Avanguardia artistica Russa) o Debord (teorico dell’Internazionele Situazionista, movimento con molti aspetti di richiamo per la Street Art, vedi cap. 2.3.) rappresentanti di un pensiero dissidente rispetto ai rigidi dettami del Partito Comunista centrale, da cui presero le distanze proclamandone il fallimento delle idee culturali. I due, pur essendo intellettualmente attivi in momenti storici differenti, (anni ’20-’30 il poeta Russo e, anni ’60-’70 in particolare lo scrittore e regista Francese) sono fra i maggiori esponenti dell’anima più vivace, critica e, in qualche modo, utopica del comunismo. Entrambi, forse schiacciati dalla rigidità del Realismo Socialista e dalla mancata concretizzazione di valide alternative, finiranno suicidi ma, ai fini di questa tesi, è interessante notare come abbiano tentato di diffondere i propri ideali, anche con l’uso innovativo di manifesti affissi sui muri pubblici, ritenuti un medium assolutamente democratico.

Per gli streeter, i mezzi e le modalità attraverso cui tentare di dar vita alle loro utopiche “città creative”, possono essere disparati, purché si agisca in un ambiente pubblico, all’aperto e senza fini di lucro, in modo da avvicinarsi il più possibile ad un’ arte anti-speculativa, non conforme a quella “borghese”, che sia essa stessa parte integrante della vita, una vera e propria attitudine. Per questi motivi, alla Street Art, vengono spesso accostati nomi come Arte Abusiva o Guerrilla Art, dalla connotazione evidentemente politica. Esplicitate queste tematiche, si può chiaramente comprendere come, almeno idealmente, il filo conduttore della Street Art si ricolleghi alla concezione artistica delle Avanguardie Dadaiste, Surrealiste ed in particolare a Fluxus, con la retrostante presenza delle teorie situazioniste. Qui di seguito saranno approfondite le peculiarità della Street Art in comune con questi importanti movimenti artistici del XX secolo.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Street art: dalle origini alle esperienze più recenti

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Informazioni tesi

  Autore: Giorgio Montanari
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi della Tuscia
  Facoltà: Beni culturali
  Corso: Storia dell'arte
  Relatore: Elisabetta Cristallini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 126

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