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La (Ri)costruzione dell'identità del migrante latinoamericano nella stampa nazionale italiana

Il fenomeno migratorio nella stampa italiana: dagli anni '60 fino ai giorni nostri

Una definizione enciclopedica descrive la migrazione come:
"lo spostamento, definitivo o temporaneo di gruppi di esseri viventi(uomini o animali) da un territorio a un altro, da una ad altra sede,determinato da ragioni varie, ma essenzialmente da necessità di vita" [La Piccola Treccani 1995, voce migrazione].
Il fenomeno delle migrazioni racconta di viaggi che fin dall'antichità portano ad un incontro-scontro tra individui provenienti da società differenti. Nonostante le sue lontane origini è un evento che interessa notevolmente la società del XXI secolo e, proprio per questo motivo, è un argomento molto seguito da parte della stampa nazionale.
Ambrosini (2005:17) inquadra le migrazioni come:
"Processi, in quanto dotate di una dinamica evolutiva che comporta una serie di adattamenti e di modificazioni nel tempo, e come sistemi di relazioni che riguardano le aree di partenza, quelle di transito e quelle infine di destinazione,coinvolgendo una pluralità di attori e di istituzioni".
Il fenomeno dell'immigrazione q dinamico ovverosia col passare del tempo si evolve e cambia le sue caratteristiche assumendo caratteri sempre nuovi. Colombo e Sciortino (2002: 102) sostengono che: "come per tutti i fenomeni sociali, gli atteggiamenti e i comportamenti individuali dipendono fortemente dal modo in cui essi vengono collettivamente definite interpretati".
Nelle società contemporanee, un ruolo rilevante nell'elaborazione di questi quadri interpretativi è svolto dai mass-media. Ognuno di noi può osservare da vicino solo un numero molto ridotto di eventi e, come ha scritto Niklas Luhmann (2002), "ció che sappiamo della nostra società, e in generale del mondo in cui viviamo, lo sappiamo dai mass – media". Dopo aver definito il fenomeno migratorio è interessante vedere come questo si sia evoluto col passare degli anni e come la stampa Italiana ha trattato, partendo dagli anni 60 e arrivando fino ad oggi, il fenomeno dell' immigrazione. La concettualizzazione del termine "immigrato" così come lo vediamo oggi comparire sulle testate quotidiane e nazionali, è frutto di un lungo percorso che possiamo far risalire alla seconda metà degli anni 60, anni in cui si inizia a parlare di immigrazione e si costruisce l'identità del migrante destinata poi a mutare, ad evolversi e ad assumere peculiarità differenti con il passare degli anni.
Nel corso degli anni '60, parafrasando le parole di Colombo e Sciortino, si puó dire con certezza che i primi lavoratori stranieri sono arrivati in Italia ed è proprio in questo periodo che in Italia e nella stampa italiana compare il termine "straniero" per riferirsi a colui che è ben integrato nella società. Ai tempi i cosiddetti stranieri si inserivano ed interagivano con i settori più avanzati del paese e, gli articoli che ne parlano li presentano in termini esotici ed attraenti, contribuendo a creare così una sorta di connotazione positiva o quanto meno affascinante attorno a questa figura.
L'accento dato dai giornali sulle notizie in proposito q spesso teso a ricercare l'elemento esotico, affascinante, nonostante tra gli stranieri oggetto di tali articoli compaiano figure più disparate; figurano infatti non solo imprenditori tedeschi o sceicchi arabi ma anche prostitute tedesche e malavitosi marsigliesi. Un dato molto interessante sottolineato dagli autori (A. Colombo -G. Sciortino) è rappresentato dal fatto che tale categoria risulta sottorappresentata nelle notizie di tipo criminale o delittuoso, ed anche quando questo avviene la persona viene presentata come vittima di ingiustizie, o più frequentemente come ingranaggio inconsapevole e disperato di un meccanismo che funziona male: quello della società italiana. In questo periodo, infatti, parlare di immigrati significa parlare della società ospitante, un'Italia medio borghese che richiama operai e manodopera straniera a ricoprire mansioni dequalificate perché poco appetibili per gli italiani con qualche possibilità in più e molta disperazione in meno. Secondo i sopraccitati autori quindi, è proprio questa la dimensione che connota gli immigrati in questi anni ovverosia la disperazione che porta questa gente a scappare dai paesi di origine, poveri o in guerra, per cercare un minimo di sussistenza in Italia. Ed è proprio tale aspetto che i giornali evidenziano inducendo quasi a tenere un atteggiamento di solidarietà e simpatia verso questi "lavoratori stranieri dequalificati".
Agli albori degli anni 70 la situazione è già diversa soprattutto se ci si concentra sull'analisi delle testate strettamente legate alla cronaca nera, in cui gli immigrati compaiono più frequentemente come autori di atti criminosi, e meno come vittime, anticipando una tendenza che diventerà presto la norma. I soggetti sono appunto colf o operai straniere/i come anche rifugiati politici, e comincia a nascere una vera narrativa del settore, la quale affronta tematiche relative ai flussi migratori, alla loro provenienza, nonché ai contesti di insediamento e alle caratteristiche lavorative. Tutto questo contribuisce a sviluppare un atteggiamento allo stesso tempo di solidarietà e di diffidenza che costituirà la base delle politiche migratorie del ventennio successivo. Negli anni '80 invece cambia notevolmente il contesto narrativo nel quale l'immigrazione viene concettualizzata, nel senso che cambiano gli attori discorsivi che trattano di quello che ormai è diventato un problema, e di conseguenza cambiano le fonti delle notizie sullo stesso. Prima infatti, ad occuparsi del fenomeno, erano giornalisti economici, di costume, corrispondenti di specifiche realtà urbane, i quali restituivano l'immagine di contesti ancora limitati, di realtà ancora quasi "eccezionali", o comunque non di una rilevanza tale da rappresentare quello che poi diventerà un vero e proprio fenomeno caratterizzante la società. Alla fine degli anni '80 si assiste invece ad una rapida politicizzazione del discorso immigrazione, tale per cui questo tema diventa oggetto di vere politiche interne, di dibattiti e discussioni dietro le quali emergono le necessità e gli obiettivi di fazioni e classi sociali. Questo fa sì che l'immigrazione diventi un argomento "caldo" al centro di un vero e proprio conflitto sociale, e come tale, la sua presenza sui giornali diventa costante. Naturalmente a questi cambiamenti si affianca un modo diverso di fare informazione. Quella che già prima si cominciava a configurare come una narrativa, diventa ora un vero settore informativo, un filone che possiede terminologie, contesti e figure specifiche e caratterizzanti. L'immigrazione diventa connotata socialmente attraverso riferimenti comuni, essa diventa cioè una vera e propria rappresentazione sociale.
Il cambiamento quantitativo, relativo cioq all'aumento consistente delle notizie riguardanti il fenomeno immigrazione, risulta evidente dall'aumento sostanziale degli articoli sul tema. Gli autori (2012: 108-110) riportano una ricerca che ha analizzato gli articoli sull'immigrazione pubblicati su "la Stampa" ed"il Corriere della Sera" tra il 1982 e il 1991, da cui emerge che questi articoli rappresentano meno dello 0,3% di quelli pubblicati nella prima metà degli anni 80, e ben il 2% negli anni a cavallo tra il decennio 80/90.
Ma il cambiamento nell'offerta informativa risulta ancora più evidente a livello di descrizione del fenomeno. Sempre secondo lo stesso studio si rivela un'interessante variazione nella definizione delle persone coinvolte, in particolare nell'uso dei termini "straniero" ed "immigrato". Comparando i due periodi, ovvero la prima metà degli anni '80 e il triennio a cavallo tra anni '80 e '90 (1989-91) si vede come la possibilità di comparsa del termine "straniero" passi da una percentuale del 20% alla metà; allo stesso tempo le probabilità di trovare il
termine "immigrato" aumentano di dieci volte.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La (Ri)costruzione dell'identità del migrante latinoamericano nella stampa nazionale italiana

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Informazioni tesi

  Autore: Laura Panunzio
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Laura Mariottini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 99

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