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Il servizio idrico integrato

Comitato per la vigilanza delle risorse idriche

Sembra opportuno evidenziare come si sia intervenuti in maniera confusa sulla denominazione della Autorità di vigilanza nazionale, senza che fosse affrontata seriamente la questione della consistenza dei poteri attribuiti e della effettiva indipendenza dal governo e dai soggetti vigilati: il «Comitato per la vigilanza sull'uso delle risorse idriche» istituito dalla legge Galli è stato sostituito, nel Codice dell’ambiente, dall’«Autorità di vigilanza sulle risorse idriche e sui rifiuti» ex art. 159, d.lgs. n. 152/2006; dopo pochi mesi, in sede di attuazione del Codice, è stato reintrodotto il «Comitato per la vigilanza sull'uso delle risorse idriche»; quest’ultimo, nell’ambito di un intervento urgente dopo il terremoto abruzzese, è stato soppiantato dalla «Commissione Nazionale di Vigilanza sulle risorse idriche» ex art. 9-bis, co. 6, l. 24 giugno 2009, n. 77; successivamente, il d.l. 13 maggio 2011, n. 70 – nell’ambito di un «intervento urgente per l’economia» – ha previsto l’istituzione dell’«Agenzia nazionale di vigilanza sulle risorse idriche» ex art. 10.
In ogni caso, non sembra auspicabile un intervento legislativo che metta in discussione la “scelta concorrenziale” e di liberalizzazione del settore avviata nel 1994 dalla legge Galli.
La rilevanza economica del servizio è, infatti, intimamente connessa alle imprescindibili caratteristiche industriali che contraddistinguono l’attività di captazione, depurazione, conduzione della risorsa: il modello industriale di erogazione deve essere autosufficiente dal punto di vista economico, dotato di adeguate capacità tecnologiche, organizzative e finanziarie e soprattutto selezionato mediante meccanismi trasparenti e in grado di favorire il massimo gioco concorrenziale anche tra il settore pubblico e quello privato.
Naturalmente, la presenza di un monopolio naturale rende possibile solo il perseguimento della “concorrenza per il mercato” che si realizza attraverso un confronto tra più operatori (pubblici o privati) nell’ambito di procedure di gara per l’affidamento del servizio.
Tuttavia in tale contesto deve essere comunque garantita ai pubblici poteri la possibilità far valere, in sede di pianificazione e programmazione, le irrinunciabili esigenze connesse ad una gestione del servizio ispirata a criteri di solidarietà, universalità, efficienza, sostenibilità e massima valorizzazione della risorsa.
Si ottiene ciò, mediante un’intensificazione degli strumenti di regolazione ex ante, ma anche ex post; mediante un maggior coordinamento nazionale delle autorità locali di regolazione (non solo per l’applicazione del “Metodo normalizzato” per la tariffa, ma, ad esempio, anche in sede di predisposizione di convenzioni-tipo); ma senza rinunciare ad un più diretto coinvolgimento delle comunità locali e delle associazioni di consumatori nell’ambito dei processi decisionali da assumersi a livello locale.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il servizio idrico integrato

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Informazioni tesi

  Autore: Maria Santarsenio
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Fiorenzo Liguori
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 233

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