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La delibazione delle sentenze ecclesiastiche di nullità matrimoniale

Il processo di nullità del matrimonio canonico; i soggetti processuali

Il processo di nullità del matrimonio canonico, come tutti gli altri processi contenziosi, è disciplinato da due fondamentali principi: dal principio della domanda secondo il quale il giudice non può emettere provvedimenti d'ufficio, salvo casi eccezionali e il principio del contraddittorio in virtù del quale è nullo un processo nel quale anche solo una delle parti non sia stata posta in condizione di replicare all'altra. Il contraddittorio è il presupposto indispensabile per il diritto delle parti alla difesa che deve snodarsi attraverso la facoltà di contraddire alla domanda e quant'altro proposto dall'altra parte, e il diritto di essere ascoltati. Il processo canonico di nullità del matrimonio è qualificabile come processo speciale che si ispira al modello generale del processo contenzioso.
Il canone 1674 elenca le parti del processo che sono le seguenti: il coniuge che impugna il matrimonio, che riveste la funzione di attore del processo; il coniuge nei confronti del quale l'attore agisce, cioè il convenuto, chiedendo la nullità del matrimonio; il Promotor Iustitiae, figura particolare dell'ordinamento canonico, analoga a quella del pubblico ministero, incaricato di promuovere l'interesse pubblico. La sua legittimazione è limitata all'ipotesi che la nullità sia notoria e che non sia possibile o opportuno sanarla. Ciascuna delle parti ha diritto di nominare un procuratore, che lo rappresenta e un avvocato che la difenda. Nella cause matrimoniali non è necessaria comunque la costituzione di un difensore in conformità ad una prassi conforme. In linea di principio, per poter assumere l'incarico di procuratore o di avvocato è necessario un mandato che deve essere depositato presso il tribunale; tuttavia, al fine di impedire la perdita di diritti, è consentita l'attività di un procuratore sprovvisto di mandato, eventualmente previa prestazione di cauzione e con l'onere di esibire il mandato entro un termine perentorio fissato dal giudice. Inoltre, si può introdurre una causa di scioglimento matrimoniale dopo la morte di uno o di entrambi i coniugi, solo se la decisione sulla nullità sia pregiudiziale rispetto ad un'altra controversia sia in un foro canonico che civile.
La competenza nei processi di nullità matrimoniale spetta ai tribunali ecclesiastici che configurano l'ordinamento giudiziario della Chiesa cattolica. La struttura a base diocesana nella quale il Vescovo nomina un vicario giudiziale con potestà ordinaria a giudicare che presiede il tribunale diocesano di prima istanza, è stata superata per le cause matrimoniali. In quell'anno sono stati istituiti diciotto tribunali regionali, otto dei quali sono anche tribunali d'appello. Tribunale di terzo grado, invece, per tutta la Chiesa è il Tribunale Apostolico della Rota Romana. Questo tribunale è composto da un numero, variabile, di giudici di nomina pontificia, appartenenti a varie nazionalità, detti prelati uditori, presieduti dal decano, che usualmente è il più anziano. Il Tribunale della Rota Romana giudica normalmente in collegio a turni, di tre uditori, con una rotazione, in virtù della quale, a iniziare dal decano, ogni uditore, compone un turno con i due uditori che lo seguono per anzianità di nomina. Attraverso questo meccanismo di turnazione la Rota Romana è in grado di esercitare al proprio interno la giurisdizione in più gradi di processo.
Alla sommità dell'ordinamento giudiziario della Chiesa Cattolica, invece, si colloca il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, che assume rilevanza fondamentale. Il Supremo Tribunale è composto da Cardinali e Vescovi, particolarmente esperti di diritto, nominati dal sommo Pontefice, con compiti amministrativi di vigilanza, direzione e controllo sull'amministrazione della giustizia ecclesiastica e giurisdizionali. Per quanto riguarda le cause di nullità matrimoniale, esso esercita il controllo di legittimità sulle sentenze, quando alcuni dei concordati, fra i quali quello della Santa Sede con l'Italia, prevedono la trasmissione delle predette sentenze dell'autorità statale per ottenere efficacia nell'ordinamento civile. Le cause di nullità del matrimonio vengono trattate da un collegio del tribunale regionale competente, composto da tre giudici. Solo quando tale composizione risulti impossibile, la Conferenza Episcopale può consentire, limitatamente al primo grado di giudizio, la trattazione da parte di un solo giudice.
La competenza per territorio è fissata dal can. 1673, alternativamente tra: tribunale del luogo nel quale è stato celebrato il matrimonio; tribunale del luogo nel quale la parte convenuta ha il domicilio o il quasi domicilio (territorio nel quale si intende restare per tre mesi o nel quale si è dimorato per tre mesi); tribunale del luogo nel quale domicilia la parte attrice, purché entrambe le parti risiedano nel territorio della stessa Conferenza Episcopale nazionale e con il consenso del vicario del domicilio della parte convenuta, sentita costei; tribunale del luogo nel quale si deve raccogliere la maggior parte delle prove, sempre previo consenso del vicario giudiziale del domicilio della parte convenuta e sentita quest'ultima.

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La delibazione delle sentenze ecclesiastiche di nullità matrimoniale

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Informazioni tesi

  Autore: Rita Barbieri
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi della Calabria
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Maria D'Arienzo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 151

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Parole chiave

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delibazione
matrimonio concordatario
matrimonio canonico
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