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Salvia divinorum Epling & Jativa: un enigma farmaco-botanico

Azione Farmacologica della Salvinorina A

Nei saggi del "campo aperto di Hall" modificato, la salvinorina A e le frazioni attive dell'estratto di S. divinorum mostrano effetti sedativi nel topo e provocano effetti simili a quelli della mescalina, del secobarbital, di un estratto etereo di Cannabis sativa L. e di un altro terpene originario delle Lamiaceae, l'ipotensivo forskolina (Valdés et al. 1984, 1987b). Valdés notò più tardi che ulteriori saggi stabilivano che secobarbital, colforsin e l'estratto di Cannabis sedavano il topo, mentre mescalina e salvinorina A "interrompevano (diminuivano) l'attività animale senza sedazione vera" (Valdés 1994). Questi saggi biologici erano troppo aspecifici ed è inspiegabile come il gruppo di Valdés, malgrado saggi biologi psiconautici piuttosto estesi intrapresi con le foglie, non abbia fatto ricorso a prove psiconautiche nel lavoro fitochimico, senza condurre prove con la salvinorina A per verificare la sua psicoattività. La prova definitiva che la salvinorina A rappresenta il principio attivo enteogenico giunse solamente dopo un altro decennio, quando un gruppo di "sciamani underground" in California fu in grado di isolare un precipitato crudo arricchito di salvinorina A (che stabilii brevemente in seguito essere costituito di circa il 50% di salvinorina A), dimostrando mediante vaporizzazione e inalazione del composto ch'esso era effettivamente il principio visionario delle foglie di María Pastora, attivo alla quantità di 1 mg! Prove successive mostrarono che il livello soglia per l'attività del composto vaporizzato e inalato era di 200 mcg, rendendo questo di un ordine di grandezza più potente della psilocina, sino ad allora considerato l'enteogeno più potente (Fischer 1963). Dosaggi di 2.6 mg furono somministrati in tal modo, con esperienze bizzarre e travolgenti "uscite dal corpo" in dosi maggiori di 1 mg.
Questi "sciamani underground" avevano già stabilito che l'intera foglia era molto più attiva mediante il "metodo della cicca", cioè masticandola e tenendola nella bocca come la foglia di coca, senza ingestione, piuttosto che masticandola e ingerendola come fanno i Mazatechi - 10 foglie masticate con il "metodo della cicca" erano distintamente attive in tutti i volontari, mentre la medesima quantità mescolata in acqua e ingerita era inattiva in tutti i soggetti (Siebert 1994). Giovani hippy di Città del Messico, di ritorno 40 dai soggiorni del turismo fungino nella Sierra Mazateca con foglie secche di S. divinorum, furono visti fumare queste foglie come una specie di sostituto della marijuana (Díaz 1976; Ott 1993). Le foglie essiccate possono anche essere riumidificate e masticate con il "metodo della cicca" (Pendell 1995). Nonostante Siebert abbia verificato l'inattività della salvinorina A cristallina ingerita in capsule con dosi superiori ai 10 mg. E la debole attività di 2 mg di uno spray boccale costituito da una soluzione etanolica diluita di salvinorina A (Siebert 1994), si è costatato che l'applicazione sublinguale di salvinorina A in acetone e DMSO è potentemente attiva, con un livello soglia per gli effetti fisici di 100 mcg, psicoattività definita a 250-500 mcg e attività visionaria al di sopra di 1 mg (Ott 1995c). Rapporti di farmacologia umana di S. divinorum e di salvinorina A hanno valutato il seguente ordine discendente di potenza per i differenti modi di ingestione: salvinorina A sublinguale >> salvinorina A vaporizzata >> foglia masticata, "metodo della cicca" >> foglia masticata ingerita >> infusi di foglia.
E' difficile collocare le foglie fumate in questo schema, in quanto per numerose persone (circa la metà, in un paio di test informali coinvolgenti una ventina di volontari per volta) esse sono inattive, e per alcuni suscita solamente un lieve effetto dopo numerose inalazioni, che successive fumate non aumentano.
Per via della sua chimica unica (essendo un composto non azotato, a differenza della grande massa di composti visionari noti, che sono alcaloidi), v'è da aspettarsi che la farmacologia della salvinorina A comporti una nuova neurochimica, forse anche l'interazione con un recettore cerebrale ancora sconosciuto. In effetti, la salvinorina A è stata saggiata su 42 noti bioricettori in una procedura denominata NovaScreen e non si è presentata alcuna inibizione competitiva significativa di composti di riferimento su alcun recettore. Furono provati 15 neurorecettori: adenosina, alfa 1 e 2, beta, dopamina 1 e 2, GABAA, GABAB, serotonina 1 e 2, muscarinico 3, NMDA, acido cainico, acido quisqualico e glicina; più MAO-A e MAO-B (Siebert 1994). [...]

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Salvia divinorum Epling & Jativa: un enigma farmaco-botanico

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Informazioni tesi

  Autore: Davide Ferraro
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Messina
  Facoltà: Farmacia
  Corso: Farmacia
  Relatore: Antonio Rapisarda
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 94

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