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Il mercato delle Energie Rinnovabili in Italia: elementi economici e finanziari a confronto con il modello tedesco

Il ruolo fondamentale del gas: un'arma a doppio taglio

In Italia, come precedentemente detto, la maggior parte dell'energia primaria viene ricavata mediante l'utilizzo di fonti fossili tradizionali, quali gas naturale (pari a circa il 66% della produzione da termoelettrico), carbone, derivati petroliferi, altri gas e combustibili solidi.
L'impiego del gas naturale ha avuto un'ascesa costante negli ultimi 10-15 anni e la ragione principale poggia sulle motivazioni di carattere economico che sono alla base dell'evoluzione di questo scenario: prezzi del barile sempre più alti e instabili. A metà degli anni '90 era il petrolio infatti la fonte primaria maggiormente utilizzata nel settore elettrico, tanto da coprire circa i due terzi della produzione da termoelettrico. Col tempo, il ruolo da protagonista è stato sempre più rivestito dal gas naturale, che oggi costituisce la fonte davvero indispensabile per il settore energetico italiano, sia in ambito domestico e industriale che per quanto riguarda la produzione elettrica.
L'Italia non è un Paese ricco di giacimenti di combustibili fossili ed è dunque costretta a importare la quasi totalità delle fonti tradizionali impiegate nei processi di produzione energetica. Per tale ragione, il prezzo monetario è elemento da cui non si può prescindere nelle decisioni di acquisto e di impiego delle materie. E il prezzo, spesso, influisce anche sulle strategie di lungo periodo e sulle decisioni di investimento. Il gas interpreta questa prerogativa, presentando un costo unitario nettamente inferiore rispetto al petrolio, anche in conseguenza degli ottimi rapporti economici instaurati tra l'Italia e i principali fornitori. Di conseguenza, questo crea una forte dipendenza dai fornitori esteri, soprattutto Russia, Algeria e - in parte - Libia. Oggi si stima che l'Italia sia il quarto importatore di gas naturale al mondo, subito dietro a colossi economici come Giappone, Stati Uniti e Germania.
Tuttavia, il petrolio continua a essere una fonte tuttora molto utilizzata nel nostro Paese, soprattutto nel settore dei trasporti e in quello agricolo, tanto da porre l'Italia in settima posizione nella classifica mondiale dei maggiori importatori di petrolio e al primo posto in Europa.
Come detto, l'utilizzo massiccio di gas all'interno del sistema energetico italiano ha creato una sostanziale dipendenza dai fornitori stranieri, con importanti ricadute in termini di sicurezza. La susseguente vulnerabilità derivante dall'ampio ricorso alle importazioni, pur non essendo completamente eliminabile, può essere mitigata ricorrendo alla diversificazione dei fornitori (strategia adottata da ENI fin dai primi anni '70).
Oggi, circa il 60% del gas naturale importato in Italia proviene da Russia e Algeria, mentre la restante quota è ripartita tra Paesi Bassi, Qatar, Libia e - in piccola parte - Norvegia. Strutturalmente, a differenza di altre fonti come petrolio e carbone, l'importazione di gas necessita della costruzione di grandi infrastrutture (i gasdotti) che legano economicamente e in maniera accentuata fornitori e importatori. Solamente negli ultimi anni, mediante gli innovativi processi di liquefazone-rigassificazione, è stato possibile introdurre nuove metodologie di trasporto.
Il risultato è che, in termini puramente economici, fornitore e acquirente divengono l'uno dipendente dall'altro. Questo rende estremamente importante l'instaurazione di rapporti politici di carattere amichevole, che è quello che, ad esempio, è avvenuto tra il nostro Paese e la Russia, e in parte con la Libia (in quest'ultimo caso l'interesse era relativo soprattutto agli approvvigionamenti di petrolio, piuttosto che di gas).

Quindi, dal punto di vista degli approvvigionamenti, l'Italia è assolutamente dipendente da Russia e Algeria. Se è vero che il gas importato dagli altri Paesi potrebbe essere sostituito da un surplus di rifornimenti ad opera di questi ultimi, è altrettanto inconfutabile che l'interruzione improvvisa e prolungata delle forniture russe o algerine – ancor più di entrambe – causerebbe problemi ingenti, in termini di sicurezza energetica italiana. Il risultato sarebbe catastrofico e rende l'idea di come l'Italia sia subordinata alle decisioni dei fornitori esteri. Elemento che condiziona fortemente la politica energetica del nostro Paese.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il mercato delle Energie Rinnovabili in Italia: elementi economici e finanziari a confronto con il modello tedesco

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Informazioni tesi

  Autore: Emanuele Coriale
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze Economiche
  Relatore: Alberto Zanardi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 152

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