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Internazionalizzazione digitale dei paesi BRICS: il caso della Cina

Verso l'internazionalizzazione digitale

Le modalità di entrata, attraverso le quali un'impresa poteva accedere a un mercato estero, erano normalmente ricondotte a tre alternative di base: l'esportazione (diretta o indiretta), vendita della licenza di fabbricazione del prodotto a un'impresa estera (licensing) e spostamento della produzione nel mercato-paese estero.
Oggi, grazie all'internazionalizzazione digitale, possiamo operare su mercati lontani da quello di origine, ampliare la nostra offerta, contenere i costi e bypassare i limiti infrastrutturali/logistici presenti sul territorio.
L'internazionalizzazione digitale, o internazionalizzazione 2.0, è un fenomeno che si sta diffondendo soprattutto con l'utilizzo dell'e-commerce, il quale da più anni consente di vendere i prodotti online raggiungendo qualsiasi parte del mondo a costi relativamente contenuti rispetto alle strategie tradizionali d'ingresso nei mercati esteri.
Con il boom dei siti come Groupon, Amazon e eBay, abbiamo registrato un passaggio digitale sempre più forte, consentendo alle aziende di sviluppare il proprio business online oltre lo stretto perimetro dell'e-commerce proprio presente all'interno del sito aziendale.
L'innovazione tecnologica ha contribuito ad avvicinare realtà tra loro fisicamente distanti offrendo alle piccole e medie esistenze imprenditoriali una nuova prospettiva di crescita, questo anche attraverso migliori condizioni di acquisto e/o approvvigionamento.
Questa forma d'internazionalizzazione 2.0 rappresenta, quindi, una nuova ancora di salvataggio per tutte quelle PMI che rappresentano in Europa il 99,8% delle imprese (23 milioni) e assorbono il 67,4% dell'occupazione; il 91,8% delle PMI contano meno di 9 dipendenti, configurandosi come micro imprese (percentuale che in Italia sale al 95% del totale).
Il mercato digitale europeo si divide in tre parti:

. Un mercato maturo: composto dal Regno Unito, la Germania e i popoli nordici, dove esiste un'elevata presenza di e-shoppers;

. Un mercato in crescita: composto da Francia, Italia e Spagna che presentano dei tassi di crescita più elevati rispetto i mercati maturi;

. Un mercato emergente: composto dall'est Europa e dalla Russia, dove esiste una bassa spesa nell'e-commerce ma esiste una domanda potenziale elevata.

Attraverso questa distinzione si può dire che l'Italia, insieme a Francia e Spagna, è considerata come un mercato con ampi margini di crescita, ma non ancora consolidato come quello del Regno Unito e dei paesi del nord Europa.
Questa internazionalizzazione 2.0 è favorita da numeri come i 2,2 miliardi di utenti presenti a livello mondiale nel 2013 e, soprattutto, dall'incremento degli utenti iscritti sui social network.
Per capire l'incidenza di questi social network nell'indirizzare alcuni consumi rispetto ad altri, si rileva che Facebook ha raggiunto nel maggio 2013 la cifra di 1,11 miliardi di utenti con un incremento del 23% rispetto il 2012. Altri social network come Twitter e Linkedin registrano rispettivamente 220 e 110 milioni di utenti attivi.
Questi social network sono costruiti in modo tale che gli utenti possano creare, condividere e commentare contenuti su presentazioni, documenti, fotografie, libri, sport, musica, ecc.; tali utenti, inoltre, potranno interagire con altri individui con gli stessi interessi creando così delle comunità molto focalizzate.
Attraverso delle campagne sui social network è possibile aumentare il traffico in altre pagine, indirizzando, ad esempio, un flusso aggiuntivo verso i siti aziendali.
Per realizzare un'internazionalizzazione digitale concreta, le aziende dovranno disporre non solo di un sito web (con disponibilità eventuale di e-commerce), ma anche di tutti quei strumenti classificati come inbound marketing.
Per inbound marketing intendiamo tutte quell'insieme di strategie di
comunicazione marketing, le quali fanno sì che non sia più l'azienda a "catturare" i suoi consumatori con azioni che ne invadono gli spazi (come potevano essere ad esempio gli spot televisivi che andavano a interrompere una trasmissione), ma siano invece i clienti stessi che, attratti dai contenuti di valore realizzati dall'azienda, si interessino di spontanea volontà alle sue offerte.
Questi strumenti inbound possono essere, oltre i social media, i blog, le attività di SEO, i video virali, gli e-books, ecc.
Le attività di inbound marketing sono viste dalle aziende in maniera positiva, poiché attraverso degli investimenti minimi di budget si possono avere dei ritorni economici elevati.
Un altro elemento importante dell'internazionalizzazione 2.0 è la possibilità di creare delle relazioni con individui e aziende difficili da raggiungere, difatti i social media e i servizi web 2.0 sono trasversali rispetto ai confini nazionali.
Come mostrato in precedenza, oggi è sempre più probabile che se non le aziende, le persone, siano utenti di questi strumenti; entrare in questa "conversazione globale" e avere, ad esempio, una presenza su Facebook o Twitter o un canale Youtube consente, a costi ragionevoli, una visibilità potenzialmente molto elevata per i marchi e i prodotti di un'azienda.
Un altro vantaggio raggiungibile con l'utilizzo di tali social è la possibilità di interagire con le persone che fisicamente compongono i mercati obiettivo, questo consentirà di avere dei feedback o acquisire delle informazioni "di prima mano" altrimenti difficili e molto costose da ottenere.
Tutte le scelte d'internazionalizzazione digitale devono essere ponderate attentamente con riferimento alle risorse disponibili per l'azienda, in quanto se è vero che i costi della tecnologia oggi sono trascurabili, l'impatto di queste sia sulle modalità d'interazione con il mercato sia sulla struttura organizzativa possono essere forti e mettere in discussione procedure e modalità di lavoro ormai consolidate nel tempo.
Utilizzare tali strumenti in maniera prudente, andandoli a integrare con le attività offline, rappresenta la soluzione migliore, poiché i social media e tutte le attività di inbound marketing rappresentano un'arma importante per migliorare il successo di un'azienda nei mercati internazionali.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Internazionalizzazione digitale dei paesi BRICS: il caso della Cina

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Informazioni tesi

  Autore: Claudio Iobbi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2012-13
  Università: Università Politecnica delle Marche
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e Commercio Internazionale
  Relatore: Gian Luca Gregori
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 184

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