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Ragione ed emozione, un binomio possibile? Sguardi sull'intelligenza emotiva

L'intelligenza emotiva nella scuola

La psicologia evolutiva e l'educazione emozionale mostrano come sia possibile sviluppare competenze emotive fin dalla più tenera età.
Qual è, dunque, lo "stato dell'arte" nella scuola circa il coinvolgimento e lo sviluppo dell'intelligenza emotiva? Cosa dicono a riguardo i Programmi Didattici nei vari gradi scolastici?
Da un'attenta lettura dei Documenti Ministeriali si può rilevare come ci siano diversi richiami all'importanza delle relazioni interpersonali ed intrapersonali in ambito scolastico e come una formazione armonica della persona non possa prescindere da un adeguato sviluppo di queste due dimensioni.
Le Competenze chiave per l'apprendimento permanente, definite in ambito europeo,
riconoscono la necessità di un apprendimento che dura per tutto l'arco della vita e che è strettamente legato allo sviluppo di competenze socio-emotive e civiche. Queste includono "competenze personali, interpersonali e interculturali e riguardano tutte le forme di comportamento che consentono alle persone di partecipare in modo efficace e costruttivo alla vita sociale e lavorativa, in particolare alla vita in società sempre più diversificate, come anche a risolvere i conflitti ove ciò sia necessario". La base comune di queste competenze comprende la capacità di "comunicare in modo costruttivo in ambienti diversi, di mostrare tolleranza, di esprimere e di comprendere diversi punti di vista, di negoziare con la capacità di creare fiducia e di essere in consonanza con gli altri. Le persone dovrebbero essere in grado di venire a capo di stress e frustrazioni e di esprimere questi ultimi in modo costruttivo e dovrebbero anche distinguere tra la sfera personale e quella professionale" (ec.europa.eu).
Nei documenti che hanno a che fare con l'istruzione e la formazione si può dunque notare un esplicito richiamo alla cosiddetta "alfabetizzazione emotiva".
Facendo riferimento anche alla mia esperienza personale, posso affermare che si tratta di importanti enunciazioni di principio, ma che in realtà non trovano un'adeguata realizzazione in specifiche forme curricolari.
Nelle scuole prevale ancora un insegnamento basato sullo sviluppo delle abilità linguistiche e logico-astrattive. D'altra parte manca un'adeguata
formazione dei docenti perché si possano avviare percorsi educativi più attenti alla dimensione affettivo-relazionale.
Parlando di alcuni programmi sullo sviluppo delle abilità emotive, in adozione in varie scuole americane, Goleman (1996, 322) ne sottolinea l'estrema importanza, dal momento che, in molti casi, "il contesto familiare non offre più un punto d'appoggio sicuro nella vita" e pertanto "le scuole restano il solo istituto al quale la comunità può rivolgersi per correggere le carenze di competenza emozionale e sociale dei ragazzi". Per la scuola si tratterebbe di un recupero del ruolo classico dell'educazione: preparare i giovani alla vita nei suoi aspetti multidimensionali, che comportano la capacità di tenere a freno gli impulsi, di ascoltare e sapersi concentrare, di sentirsi responsabili del proprio lavoro.
Lo stesso Goleman mostra consapevolezza e senso pratico quando afferma che le resistenze all'introduzione dell'alfabetizzazione emotiva nella scuola sono notevoli, dal momento che i programmi scolastici sono già appesantiti da una serie di nuovi insegnamenti e, con i tagli finanziari, le risorse sono sempre più esigue. In realtà, avverte l'autore, non si tratta di creare una materia aggiuntiva, ma di integrare le lezioni emozionali nel tessuto stesso della vita scolastica (Ivi, 314).
Il rischio dell'analfabetismo emozionale è grande in termini di aggressività, difficoltà relazionali, depressione, disturbi del comportamento, dipendenza.
La scuola può giocare un ruolo fondamentale sul terreno della prevenzione con una maggiore attenzione all'educazione della componente emotiva dell'intelligenza. E poiché vi è uno stretto legame tra dimensione cognitiva ed emotiva, l'apprendimento stesso diventa "significativo" solo se viene investita l'intera personalità dello studente, in costante interazione con i pari e con gli insegnanti.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Ragione ed emozione, un binomio possibile? Sguardi sull'intelligenza emotiva

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Informazioni tesi

  Autore: Dylan Priore
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Scienze del Comportamento e delle Relazioni Sociali
  Relatore: Pio Enrico Ricci Bitti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 31

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