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Trust e affidamenti fiduciari nella disciplina dei rapporti familiari

La centralità dell'interesse della prole: il trust a garanzia del mantenimento dei figli

Nel sistema odierno assistiamo sempre più ad una pubblicizzazione delle relazioni familiari: c'è infatti la tendenza ad una vera ingerenza pubblica nell'educazione e nella socializzazione del minore. La politica interventista all'interno della famiglia si giustifica dall'accentuata considerazione da parte del legislatore per l'interesse del minore, qualificato superiore e preminente. Di conseguenza anche il ruolo dei genitori subisce una metamorfosi in quanto non viene più visto come diritto bensì come funzione orientata alla realizzazione dei diritti dei figli, in particolar modo nella delicata fase dello scioglimenti del nucleo familiare che ha ripercussioni psicologiche indelebili -e non solo -sull'esistenza di questo, specialmente se minore.
Il minore è oggi protagonista dell'esperienza familiare, grazie ad una rinnovata attenzione nel corso del secolo scorso da parte delle scienze pedagogiche e psicologiche che ha portato ad una diversa concezione della figura dello stesso trasformandolo da "oggetto di diritti" a "soggetto di diritti".
La separazione consensuale è la forma più diffusa di separazione dei coniugi, nell'ambito della quale è ormai pacificamente ammessa la possibilità di stipulare patti traslativi. Vi sono infatti norme sia di diritto sostanziale che di carattere processuale che attribuiscono rilevanza all'accordo raggiunto dai coniugi, senza porre limiti al suo contenuto.
Anche nella materia del diritto di famiglia trova perciò applicazione il principio generale dell'autonomia privata: infatti, hanno sicuramente carattere negoziale sia l'accordo di separazione consensuale sia l'istanza congiunta di divorzio, oltre gli accordi di carattere patrimoniale conclusi in occasione della separazione personale, di fatto, dell'annullamento del matrimonio e del divorzio, accordi che un'autorevole dottrina ha qualificato come "contratti della crisi coniugale".
Il principio di autonomia negoziale dei coniugi nei rapporti di famiglia, si esprime anche e soprattutto nei momenti patologici di questi, ed il contenuto di tali accordi presenta profili di delicatezza laddove la famiglia sia caratterizzata dalla presenza dei figli. Il giudice, in questi casi, può infatti rifiutarsi di omologare quegli accordi ove non sia adeguatamente garantito e tutelato l'interesse della prole. Tali accordi sono definiti da un'autorevole dottrina come "contratti della crisi coniugale". Pure la giurisprudenza ha riconosciuto essere espressione del principio generale di autonomia negoziale di cui all'art. 1322 c.c. l'accordo preventivo tra i coniugi in tema di conseguenze patrimoniali dell'annullamento del matrimonio ed ha ammesso la validità di clausole negli accordi di separazione, con cui un coniuge riconosce all'altro la proprietà esclusiva di beni mobili e immobili, e di clausole con cui si è operato il trasferimento di diritti immobiliari.
La Cassazione ha inoltre espressamente riconosciuto la validità e l'efficacia della regolamentazione di rapporti patrimoniali anche "non immediatamente riferibili, né collegati in relazione causale al regime di separazione e ai diritti ed agli obblighi derivanti dal matrimonio".
Il trust si rivela uno strumento efficace, idoneo a garantire la miglior tutela agli interessi dei coniugi e soprattutto dei figli -i quali sono evidentemente la parte più debole – in quanto, attraverso l'effetto segregativo connaturato, separa dal patrimonio del coniuge obbligato un determinato bene o determinate risorse garantendo ai soggetti beneficiati l'adempimento delle obbligazioni assunte e, contemporaneamente, evita che le risorse segregate nel trust possano essere aggredite dai creditori. Inoltre l'istituzione del trust nell'ambito dell'accordo di separazione non è gravato da alcun onere fiscale, essendo il procedimento di separazione personale dei coniugi esentato da imposta di bollo e da contributo unificato, e trattandosi di trust auto-dichiarato anche la trascrizione nei registri immobiliari non sconta alcuna imposta.
L'essenza dello strumento in questione -la segregazione -è la miglior garanzia del distacco, della separazione di determinate risorse economiche, giacché per un verso il disponente non ne avrà più la disponibilità -anche se ne conserverà la titolarità -ma nel contempo nemmeno l'altro coniuge potrà discrezionalmente disporne in quanto tali risorse sono destinate a beneficio del nucleo familiare "residuo", sino a che i soggetti deboli non saranno più tali.
Alla luce dell'ampia autonomia negoziale che il codice riconosce ai coniugi, viene condiviso anche dalla dottrina l'orientamento della giurisprudenza maggioritaria, che si è mostrata propensa ad ammettere e ratificare i patti tramite i quali i genitori prevedono l'adempimento dell'obbligazione di mantenimento della prole in un'unica soluzione; attribuendo ai figli beni immobili ovvero beni mobili fruttiferi, sempre a condizione che detti accordi appaiano rispondenti all'interesse dei figli. E proprio per rispondere all'interesse di questi ultimi, con tali accordi, il genitore non collocatario che volesse sostituire la corresponsione di un importo determinato e periodico per il mantenimento della prole con un contributo una tantum, non dovrebbe limitarsi a trasferire beni immobili, ovvero beni mobili fruttiferi, in favore del genitore collocatario o degli stessi figli, ma anche offrire una garanzia legale che assicuri la certezza delle obbligazioni assunte sulla destinazione dei cespiti e dei loro frutti.
A tale riguardo la giurisprudenza di merito ha ritenuto non rispondente all'interesse dei figli l'alienazione di un compendio immobiliare in favore del coniuge affidatario in assenza delle suddette garanzie. L'indicazione data dalla giurisprudenza per realizzare tale interesse è nel senso di apporre sul bene immobile che si trasferisce un vincolo di destinazione che consenta si sottrarlo alla libera disponibilità del genitore collocatario e dei suoi eventuali creditori, legandolo al preminente interesse dei figli.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Trust e affidamenti fiduciari nella disciplina dei rapporti familiari

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Informazioni tesi

  Autore: Luna Granello
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi Roma Tre
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Francesco Macario
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 149

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Parole chiave

divorzio
diritto di famiglia
trust
segregazione patrimoniale
fondo patrimoniale
convenzioni m atrimoniali
affidamenti fiduciari
art 2645 ter codice civile
tutela figli
tutela patrimoniale

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