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Il futuro non è più quello di una volta: il fenomeno dei giovani NEET in Europa e in Italia

NEET e mercato del lavoro

L'analisi degli andamenti temporali dello stato dei NEET rispetto al mercato del lavoro mostra che la quota di 'inattivi' è rimasta stabile nel corso degli anni e sembra essere meno sensibile ai cicli economici.
Mentre i NEET del sottogruppo “disoccupati” sono molto più reattivi ai cicli economici, in particolare per quelli di età 20-24 anni. A livello di UE, questa popolazione è diminuita notevolmente nel periodo 2000-2007.
Poi, nel 2008, con l'inizio della crisi, è fortemente aumentata, raggiungendo approssimativamente lo stesso livello registrato nel 2000.
Questo modello può essere osservato per tutte le età.
E’ interessante l’analisi delle motivazioni che i NEET inattivi riportano: affermano di essere a disposizione per iniziare a lavorare entro due settimane, ma che non sono alla ricerca di un lavoro. Questo dato varia notevolmente tra gli Stati membri, da appena il 30% degli inattivi tedeschi al 96% di inattivi bulgari.
Inoltre, la maggior parte dei Paesi con un alto livello di NEET, ovvero Bulgaria, Estonia, Italia, Romania, Slovacchia e Spagna, sono tra quelli con la più alta quota di inattivi.
Tra coloro che sono disponibili a lavorare ma non cercano lavoro, il 20% non è alla ricerca di un posto di lavoro per indisponibilità personale a causa di responsabilità familiari.
Quasi il 39% dei NEET inattivi non cerca un posto di lavoro in quanto ritiene che non ci sia lavoro disponibile. Questi sono i "lavoratori scoraggiati", la cui incidenza è superiore al 40% tra i NEET inattivi in Bulgaria, Finlandia, Ungheria, Italia, Lituania e Spagna, il livello più alto si trova in Bulgaria, al 79,6%.
Se allarghiamo il campo all’analisi delle caratteristiche del gruppo 25-29 anni di età nel 2011, il tasso europeo era del 19,8%. Ciò corrispondeva a circa 6,5 milioni di individui. La popolazione di età compresa tra 25-29 anni NEET è polarizzata in termini di genere. Il tasso medio di NEET per gli uomini è notevolmente inferiore a quello delle donne: 15% contro il 24,7%. Nonostante questa differenza di 9,7 punti percentuali, tra il 2000 e il 2010 il tasso di NEET per gli uomini è aumentato di quasi il 3%, mentre il tasso per le donne è diminuita di 3,1 punti percentuali.
Nel 2011, il tasso per la fascia di età 25-29 anni era più alto tra gli uomini solo in Irlanda e Lituania. Vale la pena osservare che il più piccolo divario tra uomini e donne (1,5%) si verifica in Irlanda, mentre il più grande divario si trova nella Repubblica ceca (21,2%). Nel 2010, a livello europeo, il 39% dei NEET in questa fascia di età hanno un basso livello di istruzione, il 44% ha una formazione di secondo livello, e il 17% ha una formazione di livello terziario. In Portogallo e in Spagna, la maggior parte dei NEET di età 25-29 anni ha un basso livello di istruzione, mentre a Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Grecia, Lituania e Lussemburgo, oltre il 25% dei NEET ha un’ istruzione terziaria.
In Austria, Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito, meno del 6% dei NEET ha un livello terziario di educazione.
In Estonia e in Italia, invece, il 20% dei giovani con istruzione terziaria finisce come NEET, il doppio della media UE.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il futuro non è più quello di una volta: il fenomeno dei giovani NEET in Europa e in Italia

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Informazioni tesi

  Autore: Marisa Dariol
  Tipo: Tesi di Master
Master in MASTER DI II LIVELLO IN PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Anno: 2013
Docente/Relatore: Anna Marenzi
Istituito da: Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 116

FAQ

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Parole chiave

disoccupazione
comunità europea
capitale sociale
giovani
crisi economica
politiche europee
neet
welfare sommerso
giovani inattivi
disimpegnati

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