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Restart Italia, una indagine empirica sulle startup italiane e sui programmi di incubazione a supporto dell'imprenditorialità

Acceleratori e incubatori d'impresa : definizioni e ruolo

Gli incubatori d'impresa sono quelle strutture che fungono da raccordo tra le realtà imprenditoriali nascenti, lo Stato, gli enti pubblici e il mercato degli investitori privati (istituzionali e non) che si occupano di fornire alle Start-up strumenti e assistenza per facilitarne la nascita oppure per diminuirne le probabilità di fallimento.
Una definizione più organica e internazionalmente accettata del processo d'incubazione che possa fungere da guida nell'individuazione delle sue caratteristiche fondamentali è stata formulata dalla National Business Incubation Association (NBIA): [il processo d'incubazione] è un processo dinamico di sviluppo dell'impresa che mira a:

i) allevare le imprese giovani, aiutandole a crescere e a sopravvivere durante la fase di start-up quando esse sono più vulnerabili;
ii) fornire assistenza manageriale diretta, accesso a finanziamenti e ad un insieme di servizi critici di natura manageriale o tecnico-specialistica organizzati ad hoc;
iii) fornire alle imprese nascenti spazi modulabili ed espandibili adibiti ad uffici condivisi a canoni flessibili, attrezzature ecc. – tutto sotto lo stesso tetto".

D'altronde gli elementi fondanti il processo di incubazione come sopra esposti vengono richiamati nella definizione di incubatore aziendale fornita da Lagos e Kutsoris: a central organization that accelerate and systematizes the process of creating successful entreprises by providing them with a comprehensive and integrated range of support competencies, including incubator space, business support services and clustering and networking opportunities and links.

Detto ciò, possiamo discutere approfonditamente uno per uno tutti gli elementi peculiari di tale processo, che lo distinguono nettamente dai servizi di assistenza e consulenza professionale standard. Il primo elemento caratteristico è la specializzazione verso realtà imprenditoriali giovani, ovvero fondate di recente o addirittura allo stato embrionale.

Spesso, infatti, gli incubatori accolgono al loro interno non già imprese, bensì progetti o idee. Questa fase coincide con quella del seed, nell'ottica dei finanziamenti. In questo stadio, infatti, potrebbe mancare una connotazione formale del progetto poiché la società potrebbe essere in una fase di costituzione. Oltre a ciòspesso non esiste ancora un prodotto o servizio commercializzabile, bensì un prototipo (nel caso dell' ICT è molto comune imbattersi in versioni beta).

Spesso l'unico punto fermo in questi casi è costituito dall'idea imprenditoriale, un prodotto o un bisogno da soddisfare (che comunque può subire rilevanti modifiche in brevissimo tempo), oppure dal team che ne è il promotore.
Non basta limitarsi all'età dell'impresa per caratterizzare le Start-up idonee a subire un processo d'incubazione: un requisito essenziale è la portata innovativa del progetto. Se, infatti, fosse sufficiente la mera età anagrafica di un'azienda a farne una start-up allora persino un Bar appena aperto o una lavanderia potrebbero ricadere all' interno della categoria.

Le Start-up al contrario sono imprese che possiedono una carica innovativa, di "creazione distruttrice" e un focus sull'innovazione tecnologica, organizzativa, di business model o di processo ignoti alle imprese comuni, più diffuse e standardizzate.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Restart Italia, una indagine empirica sulle startup italiane e sui programmi di incubazione a supporto dell'imprenditorialità

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Informazioni tesi

  Autore: Giorgio Potenza
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scuola di economia, management e statistica
  Corso: Direzione aiendale
  Relatore: Simone Ferriani
Coautore: Giovanni Enrico Passarini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 181

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