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Il proibizionismo delle droghe

Le ecomafie e l’evoluzione del traffico internazionale di sostanze stupefacenti

Le organizzazioni di criminalità organizzata di stampo mafioso, continuano a influenzare il panorama economico-sociale mondiale , attraverso modelli in continua evoluzione.
L’organizzazione internazionale delle Nazioni Unite nel 1976 ha definito la criminalità organizzata come: “le complesse attività criminali su larga scala, portata avanti da un gruppo organizzato di persone, in maniera non definita oppure con una struttura complessa, con lo scopo di far trovare profitto ai suoi partecipanti a danno della comunità e dei suoi membri. Tali attività sono spesso portate avanti nel totale disprezzo di una qualunque legge, con la commissione di reati contro le persone e spesso in convenzione con la politica corrotta”.
Esse esercitano efficienti azioni di controllo nei territori di origine comportando una grave minaccia per lo sviluppo delle componenti sociali ed economiche, soprattutto grazie alla loro capacità di infiltrazione nel tessuto economico-sociale. La lotta la narcotraffico non è un solo un problema criminale da affrontare con la repressione poliziesca e giudiziaria, ma sfocia soprattutto in un problema sociale. Nonostante le varie differenze che possiamo trovare all’interno delle stesse un tratto comune è quello legato alla manovalanza e all’alternativa sociale che garantiscono in alternativa allo Stato.
Nel corso degli anni tali organizzazioni criminali sono diventate delle vere e proprie S.P.A. con governance ben strutturate e una crescente espansione in un mercato, quello illegale, divenuto ormai globale. Sempre più spesso assistiamo a forme di collaborazioni tra le stesse organizzazioni, (intermafiosità). Quindi le criminalità organizzate tendono ad acquisire un carattere transazionale. Esse non risentono della recessione, la loro grande dotazione di liquidità gli consente di poter investire in aree geografiche caratterizzate da forti instabilità economiche e politiche, minimizzando di fatto il rischio di vedersi individuare patrimoni illeciti e massimizzando le nuove opportunità fornite dai mercati globali.
Tra le strategie di fondo di queste organizzazioni criminali vi è una crescente ricerca del consenso sociale con l’obiettivo di instaurare una ragnatela di rapporti con il mondo istituzionale, imprenditoriale e della finanza pubblica; non a caso negli ultimi anni assistiamo a una crescente acquisizione di informazioni e di controllo della finanza internazionale. La strategia adottata da queste organizzazioni per rinnovare gli interessi illeciti delle bande locali è indirizzata al consolidamento della propria posizione in campo internazionale, favorita dalla globalizzazione dei mercati criminali, con la conseguente instaurazione di relazioni con altre organizzazioni transazionali che si esternano in uno scambio di servizi volto, da un lato, alla conduzione di traffici illeciti e dell’altro al riciclaggio di capitali.Gli introiti provenienti da queste attività illecite generalmente vengono rinvestiti nell’acquisto di immobili, attività imprenditoriali, commerciali, edilizie, sanitarie e finanziarie sia in ambito nazionale che internazionale. Come abbiamo visto poc’anzi, oggigiorno, le associazioni criminali collaborano sempre più in nome del profitto e del potere, questo perché in precedenza esse si autolimitavano in maniera naturale a causa del loro bisogno costante di espandersi. Tali competizioni portavano ad un dispendioso consumo di risorse finanziarie ed umane. Questo ha portato alla nascita di organizzazioni globali, con mafie internazionali e i cartelli della droga.
Il narcotraffico costituisce lo specchio della criminalità organizzata nella globalizzazione. Come abbiamo detto, le mafie instaurano relazioni, network transazionali fra di loro per avvantaggiare la realizzazione di profitti veloci ma anche per depistare più facilmente i controlli dell’autorità internazionali. Esse operano come vere e proprie imprese commerciali. Il mercato degli stupefacenti è diventato più esteso, non solo grazie a queste forme di collaborazione transazionale ma anche grazie al proliferare delle sostanze psicoattive immesse nel mercato e la creazione di nuove rotte e mercati. Con la libera circolazione dei capitali e delle merci portata dalla fine della guerra fredda, il processo di integrazione della criminalità organizzata si è rafforzato ed esteso verso nuovi confini, sfruttando pienamente tutte le opportunità createsi. Tuttavia, in piena recessione economica, il mercato degli stupefacenti è in espansione: cresce la domanda e cresce l’offerta. Così nelle casse delle mafie continua a entrare denaro fresco, pronto ad essere riversato in un economia assetata di capitali.
Per comprendere al meglio le potenzialità che questo mercato può offrire alle organizzazioni criminali è necessaria un’analisi per sostanza stupefacente di modo da capire le rotte dei mercati globali, il livello di produzione, i prezzi al dettaglio generati dall’illegalità, consumi e i potenziali profitti che queste sostanze possono generare.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il proibizionismo delle droghe

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Informazioni tesi

  Autore: Andrea Biondini
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Siena
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e Finanza
  Relatore: Stefano Bartolini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 89

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Parole chiave

mafia
droga
proibizionismo
stupefacenti
economia illegale
marihuana tax act
harrison act

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