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La Regenta nello specchio della critica: due generazioni di lettori (XIX-XX sec.)

Prologo della Seconda Edizione De "La Cuestión Palpitante"

Nel 1883 Clarín curò il prologo della seconda edizione de "La Cuestión Palpitante"
di Emilia Pardo Bazán, in cui analizzava soprattutto il fenomeno del Naturalismo in Spagna ma anche l'opera stessa.
Il Naturalismo dell'epoca era considerato da un illustre personaggio, qui non nominato dal critico, la mano sporca della letteratura. Il problema secondo Clarín era stato il volgarizzamento del naturalismo nel tentativo di diffonderlo; chiaramente secondo il critico il Naturalismo non era ciò che veniva predicato, per questo "La Cuestión Palpitante" era una delle migliori opere nell'esposizione della nuova tendenza letteraria. In questo senso Clarín voleva qui limitarsi a descrivere ciò che il Naturalismo non era, riservando maggiore spazio all'elogio all'autrice.
Innazitutto il Naturalismo non era imitazione, non poteva copiare le sensazioni perchè in letteratura non si possono imitare se non attraverso altre sensazioni e non era neanche la ripetizione di descrizioni ne di rappresentazioni di cose brutte, vili e miserabili. Il Naturalismo inoltre, contrariamente a quanto scritto da Zola, non era considerato da Clarín alleato del positivismo ne limitato all'osservazione astratta e soprattutto non era rappresentato dal pessimismo. Per quanto fosse opinione comune a Zola e alla stessa Emilia Pardo Bazán e per quanto si possa dimostrare dai romanzi di Zola e Flaubert che questi autori sono pessimisti, non si poteva dire secondo Clarín che il pessimismo fosse una tendenza letteraria propria del Naturalismo; il Naturalismo non dava lezioni filosofiche, racchiudeva in sé insegnamenti deducibili ma se il libro impone una conclusione pessimistica non si può dire che sia naturalista. "Pintar las miserias de la vida no es ser pesimistas. Que hay mucha tristeza en el mundo, es tal vez el resultado de la observación exacta".
Il Naturalismo non era una dottrina esclusivista e chiusa, non negava le altre tendenze; non condannava gli idealismi se non come dottrina letteraria. Infine il Naturalismo non era considerabile come una serie di istruzioni per scrivere romanzi, era lontano dal convertire gli inetti in artisti e scrisse a proposito

Entren en buena hora en el naturalismo cuantos lo deseen.., pero en este rito no canta misa elque quiere: los fieles oyen y callan. Esto lo olvidan, o no lo saben, muchos caballeros que, porhaberse enterado de prisa y mal de lo que quiere la nueva tendencia literaria, cogen y se ponen aescribir novelas, llenos de buena intención, dispuestos a seguir en todo el dogma y la disciplinadel naturalismo...Pero, fides sine operibus nulla est.

Nelle righe successive elogiò la figura dell'autrice, i cui meriti erano ben noti, considerava poi che vi era chi negava alla donna il diritto di essere letterata e in effetti le signore spagnole che pubblicavano versi e prosa all'epoca lo facevano piuttosto male. Tuttavia secondo Clarín doñ Concepción Arenal ed Emilia Pardo Bazán uscivano da questa regola generale. La letterata spagnola non era solitamente più istruita della donna spagnola in generale , si affidava all'immaginazione e al sentimento ma Emilia Pardo Bazán, pur possedendo una potente fantasia, aveva coltivato le scienze e le arti, parlava cinque o sei lingue esistenti e una prova erano i suoi libri storico-filosofici; uno di questi, Un Viaje de Novios, aveva posto l'autrice tra i primi romanzieri del Rinascimento. Ne La Cuestión Palpitante aveva intrapreso il percorso della critica contemporanea e Clarín le dedicò importanti elogi

¡Y de qué manera! ¡con qué valentía! Espíritu profundo, sincero, imparcial, sin preocupaciones,sin un papel que representar necesariamente en la comedia de la literatura que se tiene porclásica, al estudiar Emilia Pardo lo que hoy se llama el naturalismo literario.

La Cuestión Palpitante dimostrava che in Spagna c'era chi aveva letto abbastanza e pensato troppo e riconosceva che il Naturalismo chiedeva riforme letterarie necessarie, secondo lo spirito dell'epoca. L'autrice era cattolica, molto religiosa, amava le lettere classiche, studiava molto e riconosceva che il Naturalismo aveva saputo giungere in tempo. Sapeva che vi era chi la disprezzava, soprattutto per il suo lavoro efficace e il suo essere donna ma la letteratura vecchia era per Clarín decrepita e viveva con manie di grandezza.

Al ver tanta miseria, ¿cómo no admirar y elogiar con entusiasmo a quien desdeña halagos que aotros seducen, y se atreve a provocar tantos rencores, a contrarrestar tantas preocupaciones, asufrir tantos desaires, sacrificándolo todo a la verdad, a la sinceridad del gusto, esa virtud aquíconfundida con el mal tono, y casi casi, con la mala crianza?

Proseguiva criticando gli pseudo classici-romantici i cui versi non erano ammirati da nessuno e che disprezzavano gli autori francesi moderni per i gallicismi.
Aveva dedotto che quest'opera avrebbe suscitato polemiche ma soprattutto rancori taciturni, magari molti si sarebbero irritati per l'elogio di certi critici. Concludeva poi così ¡Ojalá el que yo hago de Emilia Pardo Bazán pudiera poner amarillos hasta la muerte a varios escritores y escritoras...todos del sexo débil, porque en el literato envidioso hay algo del eterno femenino!

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La Regenta nello specchio della critica: due generazioni di lettori (XIX-XX sec.)

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Informazioni tesi

  Autore: Federica Ganna
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lingue e letterature straniere
  Relatore: Maria Orsola Rosso
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 58

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letteratura spagnola
clarìn
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