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L'industria di superficie del Paleolitico medio di Moroni Vigna Giulia (Colline delle Cerbaie, PISA)

Il Paleolitico Medio in Toscana

Il quadro complessivo della Preistoria toscana appare ben articolato e abbastanza chiaro nelle sue linee principali. Nella nostra regione, infatti, è rappresentata l’intera sequenza dei periodi culturali legati all’Homo erectus, all’Homo sapiens neandertalensis e all’Homo sapiens sapiens. La Toscana risulta inserita a pieno titolo negli itinerari di diffusione dei primi abitanti della nostra Penisola dalla fase arcaica del Paleolitico Inferiore fino oltre, con stanziamenti Mesolitici.
Le testimonianze archeologiche sono numerose, tanto da porre il territorio toscano fra le zone dell’Italia a maggiore concentrazione di siti. Solo raramente, tuttavia, i siti individuati hanno restituito materiale in loco: gli insediamenti stratificati, all’aperto o in grotta, sono scarsi e non sempre hanno fornito informazioni di tipo paleoecologico utili a fini cronologici e di ricostruzione ambientale. Da ciò consegue una forte limitazione a tracciare un quadro cronologico-culturale attendibile dei vari periodi del Paleolitico, nonostante l’intera sequenza culturale sia pressoché completa nelle sue linee generali e per alcune sia ben documentata.
Il Paleolitico Medio è presente in Toscana con numerosi siti sia lungo la costa (Isola d’Elba compresa) sia nella valle dell’Arno e nell’interno. Nella maggior parte dei casi, purtroppo, si tratta di siti di superficie (basti pensare al sito analizzato in questa sede), molti dei quali non omogenei per la presenza di altri orizzonti culturali o ancora da studiare o studiati superficialmente. Solo parzialmente si hanno giacimenti stratificati in grotta o all’aperto in grado di fornire, oltre ai dati tipologici sulla litica, anche informazioni di tipo paleoecologico e cronologico. Fra questi ne possiamo citare alcuni, tanto a titolo informativo: a nord le grotte delle Apuane (Iena, Capriolo, Tasso e Onda) e più a sud sulla costa Castel Sonnino (all'aperto senza fauna), Botro ai Marmi (all'aperto), La Fabbrica (in grotta) e nell’interno le grotte di Gosto e di S.Francesco.
Finora in Toscana sono presenti fondamentalmente tre diverse facies musteriane distinte al loro interno in sottofacies sulla base del modo di débitage (Levallois e non-Levallois): Musteriano tipico, Musteriano Charentiano e Musteriano a Denticolati. È presente, inoltre, un altro aspetto del musteriano, ancora da definire sul piano tipologico, forse collegato con quello denticolato, che contiene elementi del Paleolitico Superiore arcaico (dorsi). Per ora il più diffuso geograficamente sembra essere il Musteriano tipico a débitage non-Levallois, presente sia sulla costa sia all’interno (Botro ai Marmi, grotta S.Francesco); al Musteriano tipico a débitage Levallois vengono riferiti i siti di grotta del Capriolo e del Tasso. Un Musteriano Charentiano tipo Quina è stato scoperto nella zona interna lungo la valle dell’Arno presso Arezzo e sono complessi a débitage non-Levallois. Non manca, sempre all’interno, in particolare alla grotta di Gosto e alla confluenza della Val di Chiana con il Valdarno aretino, un Musteriano Charentiano a débitage Levallois. Lungo la costa, sia nelle grotte Apuane sia più a sud in superficie è inoltre documentato un Musteriano a Denticolati: si tratta di un fenomeno che sembra iniziare forse all’interno del Musteriano tipico a débitage Levallois in via di trasformazione, nelle grotte del Capriolo, del Tasso, della Iena e all’Onda, in associazione ad una forte attenuazione del débitage Levallois. A quest’ultimo Musteriano a Denticolati non più Levallois potrebbero essere collegate le industrie del livornese. In Val di Farma e nel Valdarno sembrano emergere tracce di un Musteriano ad elementi leptolitici arcaici (dorsi), non ancora ben identificato, ma ricco di Denticolati, probabilmente ascrivibile ad un filone che porta al Paleolitico Superiore.
Fortemente lacunosi sono per ora i dati sui rapporti fra le varie facies e sottofacies del Musteriano toscano, soprattutto per la mancanza di serie stratigrafiche con alternanza di facies e sottofacies diverse e per la penuria di datazioni radiometriche, ma anche per l’insufficienza di studi approfonditi sui complessi di superficie che sono sempre più numerosi.

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L'industria di superficie del Paleolitico medio di Moroni Vigna Giulia (Colline delle Cerbaie, PISA)

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Informazioni tesi

  Autore: Anna Iliana Casini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Pisa
  Facoltà: Conservazione dei Beni Culturali
  Corso: Scienze dei beni culturali
  Relatore: Carlo Tozzi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 82

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Parole chiave

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levallois
moroni vigna giulia
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