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Krapp's last tape. Uno studio al femminile

Krapp's last tape: uno studio al femminile

Ho provato,
ho fallito.
Non importa, riproverò.
Fallirò meglio.

(S. Beckett, Worstward Ho, 1984)

Come si può ripercorrere la memoria di Krapp attraverso la memoria di una donna? In quali condizioni questa stessa donna si può ritrovare dopo aver vissuto una vita simile a quella del personaggio de L'ultimo nastro di Krapp?
Queste sono alcune tra le domande che mi sono posta nel momento in cui ho deciso di fare la mia personale interpretazione della piéce beckettiana, attraverso una voce femminile.
Reputando il fallimento una condizione universale, che investe sia il mondo maschile sia quello femminile, e divergendo da chi crede che una donna non possa comprendere il fallimento di un uomo, ho tentato l'esperimento.
Il confronto con Claudio Morganti è stato davvero interessante e di grande aiuto, anche perché, mi ha fatto riflettere molto sull'importanza di essere oggi interpreti del teatro superando, purtroppo, ma anche per fortuna, gli ostacoli legati ai diritti d'autore da parte di coloro che ne detengono le sorti e, di conseguenza, il potere decisionale, soprattutto, in fatto di autorizzazioni e concessioni. Proprio come è accaduto alla coppia teatrale Remondi e Caporossi negli anni ‘70, quando hanno controbattuto chi asseriva che, l'interpretazione al maschile del personaggio di Winnie di Giorni felici dello stesso Beckett, non fosse assolutamente possibile, come se l'autore del testo avesse inventato quel personaggio solo per dare sfogo ai deliri interni di una donna e non per considerare, invece, la condizione esistenziale di una persona – uomo o donna, non importa – che si trova a fare i conti con se stesso, a volte senza vie di fuga.
Una volta analizzato il testo teatrale, nella sua versione originale, ho focalizzato la mia attenzione su un passaggio in particolare, ovvero, quello dell'ultimo nastro.
Riscrivendo le didascalie e parte del testo, dal punto di vista di una donna, ho ritenuto necessario trovare un mezzo espressivo che sottolineasse al meglio ciò che volevo rappresentare, così ho stabilito che la scelta più efficace fosse la realizzazione di un cortometraggio che, sicuramente, mi avrebbe impegnato anche dal lato registico e, difatti, così è stato.
Scenograficamente parlando, L'ultimo nastro di Krapp, è un testo teatrale che non concede troppe libertà, ragion per cui, mi sono attenuta alle didascalie originali del testo di Beckett modificandone, però, le forme, ovvero, rendendole contemporanee e "anonime" come, per esempio, la scrivania, la libreria semivuota alle spalle della protagonista e, al posto del magnetofono, un vecchio registratore a cassette. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Krapp's last tape. Uno studio al femminile

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Informazioni tesi

  Autore: Ambra Dinoia
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Accademia di Belle Arti
  Facoltà: Scenografia
  Corso: Scenografia
  Relatore: Erica Faccioli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 125

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