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I poteri del comandante ed il contrasto alla pirateria

La garanzia dei diritti umani durante la detenzione dei sospettati

Dal momento in cui gli individui e i beni vengono sottoposti alla giurisdizione dello Stato, cade su quest’ultimo il compito di vigilare al rispetto dei diritti garantiti dagli strumenti dei diritti umani.
Le misure di privazione della libertà vengono inquadrate sia nel Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966, sia nella Convenzione interamericana dei diritti umani del 1969, sia nella Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo del 1950.
Se viene ammesso che lo Stato deve poter privare dalla loro libertà talune persone che rappresentano una minaccia per la società, il diritto alla libertà ed alla sicurezza punta, infatti, a proteggere l’individuo contro ogni arresto e detenzione abusiva od arbitraria.
Due aspetti attirano l’attenzione circa la questione della privazione della libertà nel quadro della pirateria: da un lato, la problematica della legalità ed il carattere non arbitrario dell’arresto e della detenzione degli individui considerati pirati, e, dall’altro, la questione delle garanzie che vengono accordate agli individui privati della loro libertà. La regolarità della privazione della libertà presume, in base al diritto internazionale dei diritti dell’essere umano, che ciascun arresto o detenzione abbia un fondamento legale nell’ordinamento interno, secondo l’articolo 5 paragrafo 1 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo.
Va rammentato che la legalità dell’arresto e della detenzione presuppone che la base legale sia abbastanza accessibile e netta, onde evitare ogni pericolo di abuso e di garantire il principio di sicurezza giuridica.
Visto che riguarda l’autore di atti di pirateria, è giustificabile domandarsi sulla vicenda se le qualità dell’atto richiesto dal diritto dell’Unione europea, cioè a dire l’accessibilità e la prevedibilità, vanno intese in sensu stricto. È chiaro che la Corte di Strasburgo ha menzionato, nella sentenza Medvedyev c. Francia, che le condizioni medesime della privazione della libertà, e sul piano interno e su quello internazionale, devono in modo netto essere delineate. In questa sentenza inerente la lotta contro il traffico di droga, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha esaminato le convenzioni internazionali sulle quali gli Stati si appoggiano attraverso i loro ordinamenti interni inerente le modalità di esercizio di controllo in mare, che sancisce il fatto che durante il transito consecutivo allo sviamento, il comandante di una nave può adottare le necessarie misure di coercizione per assicurare la preservazione della nave e del suo carico come pure di coloro che si trovano a bordo. La Corte europea cerca di mantenersi ad un’interpretazione molto stretta e formale delle convenzione e dei testi normativi degli ordinamenti interni degli Stati, ritenendo che le norme giuridiche evocate non mirano direttamente alla privazione della libertà dei membri che compongono l’equipaggio della nave intercettata, senza un inquadramento delle condizioni della privazione della libertà a bordo della nave e senza l’offerta di una adeguata protezione contro gli abusi arbitrari al diritto della libertà. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

I poteri del comandante ed il contrasto alla pirateria

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Informazioni tesi

  Autore: Assunta Panacci
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Teramo
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Elisabetta Rosafio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 155

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Parole chiave

pirateria
pirateria marittima
diritto marittimo

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