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Dalla disciplina al controllo. Sistema penale e struttura sociale nella governance democratica

Mondializzazione del discorso sicuritario

La dottrina della tolleranza zero, strumento discorsivo della gestione poliziesca e giudiziaria della povertà che crea problemi – quella visibile, che crea disagio negli spazi pubblici alimentando un senso diffuso di insicurezza, o semplicemente fastidio e sconvenienza – si è propagata da New York in tutto il mondo a velocità impressionante, e con essa la retorica della guerra al crimine, che assimila delinquenti (reali o immaginari), senzatetto, mendicanti e marginali a invasori alieni, alludendo talvolta anche al fenomeno dell'immigrazione (allusione sempre redditizia dal punto di vista elettorale).
L'esperienza di Rudolph Giuliani, sulla scia di conferenze e incontri del capo della polizia municipale di New York William Bratton ospitato in varie parti del mondo da politici, giornalisti e diplomatici, suscita zelanti emuli in tutti i continenti; alcuni esempi:

in Sudamerica

Nell'agosto 1998 il presidente messicano lancia una "crociata nazionale contro il crimine": un complesso di misure preventive ispirato ai programmi della "tolleranza zero" di New York.

Nel settembre 1998 il Ministro della Giustizia e sicurezza della provincia di Buenos Aires Leon Arslanian annuncia che applicherà "la dottrina elaborata da Giuliani", e che aumenterà gli investimenti per l'edificazione di nuovi centri di detenzione posti fuori dalle città per ospitare l'accresciuta popolazione carceraria.

Nel gennaio 1999 Joaquim Roriz, governatore di Brasilia, annuncia l'applicazione della tolerància zero: assume ottocento poliziotti e militari per intervenire sulle ondate di delitti che interessano la capitale e paventa la costruzione di nuove prigioni.

in Europa

Nel dicembre 1998 il governo francese di Jospin si appresta a rendere pubblica la svolta repressiva a cui lavora da mesi, in linea con le raccomandazioni pubblicate su giornali e trasmissioni televisive dell'americanologa Sophie Body-Gendrit, coautrice di un rapporto consegnato al Ministero degli Interni, sull'adozione della "tolleranza zero alla francese".

Un mese dopo la CDU tedesca, nel rincorrere la propaganda di Schroeder sul crimine e l'immigrazione, avvia nella regione di Francoforte una campagna martellante sul tema della Null Toleranz; nel mirino finiscono anche i residenti stranieri (soprattutto turchi) e si raccolgono firme contro la doppia nazionalità.

In Italia la "moda repressiva" imperversa già dal 1997. La gestione poliziesca della miseria di strada affascina politici di destra e sinistra, sia nella versione originale sia nell'addolcita variante "europeizzata" presentata da Tony Blair e Jack Straw in Inghilterra. All'inizio del 1999 una serie di omicidi a Milano scatena il panico mediatico sulla "criminalità degli immigrati"; il sindaco Albertini e il suo vice De Corato volano a New York, e il governo D'Alema adotta una serie di misure repressive ispirate alla recente legislazione neolaburista britannica: criminalizzazione di alcuni illeciti minori, accrescimento dei poteri della polizia; viene inoltre rimosso il direttore generale degli Istituti di prevenzione e pena Margara, noto per le sue posizioni favorevoli ai diritti dei detenuti e alle politiche di reinserimento.

Il sindaco di Napoli Bassolino fa sua la "tolleranza zero" per applicarla alla piccola e media criminalità, ma soprattutto ai controlli verso i pirati della strada.

perfino in Africa e Oceania

Nel febbraio 1999 la municipalità di Città del Capo vara una vasta operazione di "tolleranza zero" per contenere un'ondata di violenze di carattere prototerroristico, suscitate dalla corruzione del governo e attribuite a gruppi islamici radicali, tale da far impallidire il modello neworkese: checkpoint tra un quartiere e un altro, raid di commando nelle zone povere come Cap Flats, blindatura e militarizzazione dei quartieri ricchi come Water Front.

A marzo dall'altra parte del mondo il ministro della Polizia neozelandese, dopo una visita ufficiale a New York, dichiara che le forze dell'ordine del suo paese non hanno nulla da invidiare a quelle americane, e propone di importare la "responsabilizzazione decentrata" e l'attuazione degli standard quantitativi per gli interventi di polizia, con il plauso delle principali forze politiche. ---

Contemporaneamente a New York, a seguito di alcuni episodi controversi in cui è coinvolta la polizia municipale, la "Tolleranza Zero" viene fortemente messa in discussione. Migliaia di cittadini contestano i metodi della polizia newyorkese e il suo strapotere manifestando anche davanti all'ufficio della polizia municipale.
Le pratiche della brigata d'urto che rappresenta la punta di lancia della politica della "Tolleranza Zero" saranno oggetto di numerose inchieste amministrative e indagini giudiziarie condotte dalla procura federale, con l'accusa di procedere ad arresti "discriminatori" a sfondo razziale e di calpestare i diritti costituzionali delle loro vittime. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Dalla disciplina al controllo. Sistema penale e struttura sociale nella governance democratica

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Informazioni tesi

  Autore: Luca Recano
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Filosofia
  Relatore: Alessandro Arienzo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 133

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Parole chiave

libertà
carcere
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abolizionismo
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sistema penale
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