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L'impatto del downsizing sull'esperienza del benessere: una ricerca qualitativa

Il caso di downsizing: tagli e incentivi economici

Il caso di downsizing di cui ci si è occupati era noto per conoscenza diretta di alcuni dei suoi protagonisti. Quanto segue è la descrizione del caso raccolta da queste fonti, confrontata con informazioni raccolte a valle delle interviste da alcuni dei soggetti della ricerca, la lettura di articoli di giornale e di documenti relativi alla storia dell’azienda.

L’azienda in questione è una multinazionale del ramo delle telecomunicazioni, nata dalla fusione di due società leader del settore, avvenuta nel 2006. La sede di cui si parla è ubicata nel nord Italia, e occupa il personale di uno dei due rami della fusione, a sua volta risultato di precedenti fusioni societarie tra aziende leader sul mercato italiano e mondiale. Prima del 2006, nella sede in questione erano già state attuate riduzioni del personale mediante outsourcing (cessione di ramo d’azienda), e mobilità di accompagnamento alla pensione o mobilità brevi su base volontaria, motivate dal bisogno di ridurre i costi per acquisire maggiore competitività sui mercati internazionali. A seguito della fusione del 2006 continua la riduzione del personale mediante mobilità volontaria, che nella sede in questione coinvolge ogni anno qualche decina di dipendenti. Nel 2008 viene lanciata una campagna di incentivo alle dimissioni diretta a tutti i dipendenti della sede, che però registra poche adesioni. All’inizio del 2009 i dipendenti della sede sono circa 600, di cui circa 350 impiegati nel reparto di Ricerca e Sviluppo, un reparto attivo da molti anni sulla ricerca e sviluppo di prodotti ad elevato contenuto tecnologico. All’inizio del 2009 l’azienda avvia un drastico piano di riduzione del personale e delle attività, articolato nei seguenti passaggi:
- a febbraio del 2009 viene proposto a tutti i dipendenti della sede, un incentivo alle dimissioni volontarie, motivato dalla crisi economica e dalla necessità di assicurare all’azienda sostenibilità a lungo termine; il personale ha due mesi di tempo per decidere se rimanere o andarsene;
- poco dopo, l’azienda annuncia i propri obiettivi di riduzione del personale: circa 200 persone su 350 nel reparto di Ricerca e Sviluppo sono dichiarate in esubero:
- a metà del 2009 un certo numero di persone lascia l’azienda aderendo alla proposta di incentivo; poco dopo, alcuni progetti nel reparto di Ricerca e Sviluppo vengono chiusi;
- a settembre del 2009 l’azienda annuncia un’ulteriore riduzione dei costi da attuarsi mediante cassa integrazione a rotazione negli ultimi due mesi dell’anno
- a ottobre l’azienda propone a tutti i dipendenti della sede un nuovo incentivo alle dimissioni volontarie, al quale a novembre aderiscono in molti. Altre persone lasciano l’azienda andando in mobilità. A fine dicembre nella sede sono rimaste circa 400 persone, di cui circa 180 nel reparto di Ricerca e Sviluppo.

Si tratta in sostanza di un processo di downsizing reattivo (Parker, 1997), in corso da diversi anni. E tuttavia, gli eventi del 2009 differiscono rispetto a quelli degli anni precedenti.
Innanzitutto viene toccato in maniera sostanziale un reparto di punta, un reparto che è il cuore della produzione di beni immateriali e della competenza tecnologica dell’intera sede, che negli anni precedenti ha avuto un ruolo significativo, a livello internazionale, nel business della diverse società di cui è stato parte.
Un altro aspetto rilevante sono le proporzioni della riduzione del personale. Al di là dei numeri assoluti, gli esuberi dichiarati riguardano un terzo dei dipendenti della sede, e più della metà del personale della Ricerca e Sviluppo.
Si tratta quindi, dal punto di vista delle persone interessate, di un drastico ridimensionamento di un intero centro di competenza, che solleva parecchi dubbi riguardo al futuro. Il timore è che l’intera sede venga chiusa, o che il reparto venga venduto, e dunque che si perda il lavoro o si vada incontro a un peggioramento delle condizioni di lavoro.
È chiaro anche che, sia all’inizio che alla fine del 2009, i dipendenti della sede, in particolare gli impiegati della Ricerca e Sviluppo, sono sottoposti a una notevole pressione psicologica: devono decidere in poco tempo se lasciare un lavoro nel quale sono impegnati da anni, con la certezza dell’incentivo ma senza alternativa lavorativa, oppure rimanere in un’azienda che dà chiari segni di disimpegno nei confronti di attività e investimenti, che trasferisce attività all’estero, in paesi a basso costo del lavoro, di cui non si conoscono le intenzioni ufficiali per l’immediato futuro.
Di fatto, a dicembre del 2009 l’azienda ufficializzerà di fronte al Governo l’intenzione di vendere il reparto di Ricerca e Sviluppo, ceduto a una società di servizi di consulenza a maggio del 2010.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'impatto del downsizing sull'esperienza del benessere: una ricerca qualitativa

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandra Balena
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Padova
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Ivano Spano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 174

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Parole chiave

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licenziamento
stress
ricerca qualitativa
coping
downsizing
benessere
benessere lavorativo
incentivo
job insecurity

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