Il controllo interno dell'informativa societaria in ambiente informatizzato

L'andamento degli ultimi anni dei mercati mondiali ha fatto registrare una costante e maggiore mutabilità degli sviluppi economici e un’instabilità che ha reso necessario per le aziende premunirsi di sistemi di gestione capaci di poterle supportare in modo da ottenere la minor incertezza possibile.
Bisogna ricordare che esistono diverse definizioni di rischio sia in termini generali che dal lato economico – finanziario.
Per far sì che sia più abbordabile ogni probabile variante di rischio aziendale, vengono presentate due differenti serie di classificazioni, che non costituiscono delle alternative, ma, semplicemente, rappresentano due diverse versioni di elaborazione diversa.
Per poter capire qual è la disponibilità delle aziende a combattere il rischio e quali sono i fattori che determinano la crescita più o meno esponenziale del tasso di rischio aziendale, bisogna esporre le varie fasi che costituiscono il processo di Risk Management.
Lo stesso Simons, su tale argomento, ha formulato un algoritmo di calcolo dell’esposizione al rischio di ogni azienda, evidenziando tre categorie essenziali, risultanti dalla somma di altri tre diversi aspetti, ovvero:
- la crescita dell'azienda, rappresentata dalla somma di tutte quelle pressioni che subiscono i dipendenti quotidianamente nel cercare di fornire le performance aziendali richieste, dal tasso di espansione societario e dal livello di esperienza delle figure che ricoprono un ruolo importante all’interno dell’azienda;
- la cultura, sovvenzionata da eventuali ricompense per l’assunzione dei rischi imprenditoriali, da parte dei soggetti che lavorano nell'impresa, dal grado di disponibilità dei dirigenti alle cattive notizie, dal livello di competizione interna tra i diversi dirigenti, quadri o manager;
- la gestione dell’informazione, evidenziata dal grado di complessità e di velocità delle transizioni, dalla possibilità di riscontrare delle carenze nelle misure per diagnosticare le performance inefficienti e dal decentramento dei vari processi a livello decisionale.
Le varie fasi del processo sopradescritto possono essere sintetizzate in vari step. Il primo step concerne la definizione da parte del management degli obiettivi strategici che l’azienda decide di raggiungere in un dato periodo, l'individuazione dei manager responsabili in ciascuna fase del processo in modo da riportarli al processo di risk management successivo, oppure in modo da tenerli sotto monitoraggio.
Una volta definiti gli obiettivi si inizia ad attuare il processo di risk assessment, quest'ultimo, a sua volta, viene suddiviso nell'analisi e nella valutazione delle problematiche di rischio.
Durante questa operazione vengono identificati, attraverso l'ausilio di svariate tecniche, tutti quei rischi che l’azienda dovrà fronteggiare di lì a poco, dopo averli valutati e classificati preventivamente.
Il processo di Risk Management viene strutturato sequenzialmente, quindi, questa fase risulta essere di un’estrema importanza in quanto tutte le altre fasi successive dipenderanno da essa.
Con l'integrazione dei rischi ha inizio quella fase in cui si presenta una visione globale del livello di rischio aziendale, cercando di individuare tra le varie problematiche quelle con determinati aspetti in comune.
Inoltre, si cerca di capire quali di questi possono essere correlati con altri, in modo che qualora fossero analizzati singolarmente risulterebbero di scarsa importanza, viceversa nel caso si individuasse una correlazione positiva potrebbero comportare significative conseguenze all'interno dell'azienda stessa. [...]